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Traguardo storico per l’eolico europeo: l’11 settembre un quinto dell’elettricità è stato prodotto dal vento, con 1,6 miliardi di kWh.
Il vento ha soffiato con forza, lo scorso lunedì 11 settembre. Tanto da far segnare un record storico per quanto riguarda la produzione di energia elettrica da eolico: il 19,8 per cento della domanda di energia elettrica europea è stato infatti coperto da fonte eolica, pari a 1,6 miliardi di kWh.
A renderlo noto è WindEurope, associazione europea del settore eolico, che monitora quotidianamente la produzione di energia nei vari Paesi europei. “Tale quota di energia elettrica – scrive l’Anev (Associazione nazionale energia dal vento) in una nota – è in grado di coprire i fabbisogni di 162 milioni di famiglie o il 56 per cento di quella consumata mediamente dall’industria europea”. Anche l’eolico offshore ha fatto segnare un record, con una produzione pari a 251 GWh. In cima alla classifica c’è la Danimarca, che da anni investe nell’eolico come principale fonte per la produzione energetica nazionale, tanto che questa fonte lunedì ha coperto l’82 per cento della domanda, con una produzione di 74 GWh.
Con 101 GWh prodotte, la fonte eolica ha coperto il 12,4 per cento della richiesta di elettricità, pari al 33 per cento delle necessità dell’industria nazionale oppure ai consumi di 10 milioni di famiglie italiane. Anche nel nostro Paese dunque l’eolico fa sentire il proprio peso nella produzione energetica nazionale.
Secondo un recente studio redatto da Anev sul potenziale dell’energia eolica, la produzione elettrica da fonte eolica potrebbe raggiungere i 36,4 TWh annui entro il 2030, con un obiettivo di potenza installata pari a 17.150 MW, di cui 950 MW offshore e 400 MW minieolici. “Non vanno trascurati i benefici che tale livello di produzione porterebbe”, sottolinea l’associazione. “Si risparmierebbero infatti 50 milioni di barili equivalenti di petrolio, si eviterebbero 25 milioni di tonnellate CO2, 75 milioni di tonnellate ossido di azoto, 55 milioni di tonnellate di ossido di zolfo, 9 milioni di tonnellate di polveri”.
Secondo quanto riportano le testate nazionali inglesi, per la prima volta, il costo della generazione di energia da parte delle centrali offshore è minore di quello delle centrali nucleari: nel biennio 2021/22 sarà intorno alle 74,75 sterline a megawattora, mentre in quello successivo scenderà ulteriormente a 57,50. Il megawattora da nucleare si attesta invece sulle 92,50 sterline. Segno che la transizione energetica e la grid parity non è più un miraggio, anzi.
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