dal 16 Settembre al 19 Settembre
Todi e Perugia
Edible Planet Ventures
Convegno

Dalla produzione sostenibile di cibo allo spreco alimentare, dalla perdita di biodiversità ai cambiamenti climatici, dal benessere animale alle buone abitudini a tavola: nell’ultimo decennio il nostro rapporto con il cibo è cambiato radicalmente e il sistema agroalimentare deve rispondere a sfide epocali per garantire prodotti sani e a basso impatto ambientale ad una popolazione globale in aumento

Dalla necessità di discutere di questi temi globalmente e di farlo in modo nuovo, è nato il primo incontro mondiale dedicato al cibo: dal 16 al 19 settembre, in Umbria, si svolgerà The Edible Planet Summit, un evento che riunirà centocinquanta esperti internazionali (rappresentanti di industria e agricoltura, di ong, di istituzioni come la Fao, e poi politici, influencer, ricercatori) che lavoreranno insieme per tre giorni per definire strategie e linee guida concrete con l’obiettivo di traghettare l’attuale sistema alimentare verso un modello più sostenibile

Sharon Cittone, ideatrice del summit: “Serve un sistema alimentare che rigeneri il Pianeta, non è più tempo di indugiare”

L’evento è stato ideato da Sharon Cittone, fondatrice di Edible Planet Ventures, una piattaforma olistica dove gli stakeholder della catena alimentare globale possono condividere know-how, risorse e best practice. “Oggi, un numero sempre maggiore di persone abbraccia nuove modalità di consumo, rendendosi garante della transizione verso un nuovo paradigma economico e culturale”, spiega Cittone, definita da Forbes una delle donne più influenti al mondo nel plasmare il futuro del cibo. “Questa mobilitazione porta con sé l’idea di un sistema alimentare radicalmente diverso rispetto a quello attuale. Un sistema che rigeneri il pianeta, che restituisca alle persone la loro dignità e promuova la salute di tutti. E in un pianeta con nove miliardi di individui da sfamare, le sfide sono tante e non più rimandabili. Direi che innovare è importantissimo e non è semplicemente l’innovazione del prodotto, ma di tutto il processo agroalimentare, dalla trasformazione a livello di logistica al packaging, a quelle che sono le grandi sfide climatiche. Ormai non è più tempo di indugiare».

The Edible Planet Summit, convention non convenzionale per elaborare un documento di azioni concrete per il cambiamento

The Edible Planet Summit si pone come nuovo format, come un “ritiro rigenerativo” più che un vertice. “Le criticità a carico del sistema agroalimentare sono complesse e così le relative soluzioni. La frammentazione del sapere contribuisce a gettare ulteriore benzina sul fuoco e a rallentare il vero progresso. Ogni Stato e multinazionale che si rispetti ha messo tra le priorità la food security, definendo delle proprie linee guida e dei propri obiettivi di sostenibilità. La verità è che i problemi sono di tale portata che nessuno ce la può fare da solo. Serve un approccio che guardi da più punti di vista i problemi dell’attuale modello di produzione e consumo di cibo”. 

Le filiere agroalimentari sono sistemi complessi che necessitano di una visione innovativa e di un approccio collaborativo per affrontare tutti i nervi che la pandemia prima e il conflitto ucraino ora hanno scoperto. Per questo, i partecipanti  al summit verranno coinvolti in un mosaico di incontri one-to-one, attività di co-design, workshop, esperienze immersive e networking. Verranno organizzati una ventina di tavoli di lavoro suddivisi per tema che affronteranno tutti gli aspetti della food chain come agricoltura rigenerativa, food waste, nutrizione e salute, sovranità alimentare, prima in un confronto ristretto a ciascun tavolo, poi in uno scambio di idee tra i vari gruppi. Il lavoro di sintesi sarà la realizzazione della Edible Planet Charter che – dicono – non è un manifesto di idee, ma un documento di azioni concrete. 

 

“Abbiamo bisogno di dialoghi, non di monologhi, dobbiamo cambiare le nostre azioni, costruire relazioni profonde e supportare gli sforzi reciproci. Solo se saremo in grado di lavorare assieme, armati di ambizione e di creatività, questi sforzi verranno ripagati. La nostra Carta sarà frutto di un approccio olistico, che coinvolge tutti gli attori della filiera. Non sarà calata dall’alto e le decisioni non saranno prese solo da governatori o amministratori delegati di grandi corporation, ma coinvolgerà anche la base, a partire da chi il cibo lo produce. Infine, la nostra sarà una Carta non di principi, sui quali tutti siamo d’accordo, ma di linee guida concrete per mettere in campo già dal giorno successivo il cambiamento che tutti auspichiamo». Tra i partecipanti all’evento Hunter Lovins, ambientalista autore di Natural Capitalism e Nathalie Kelley, attrice e ambasciatrice di Kiss the Ground, movimento impegnato nel diffondere l’agricoltura rigenerativa.