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Mykes è la startup che sostiene i neogenitori nei primi mille giorni, orientandoli verso servizi e reti di supporto sul territorio.
In Italia essere genitori è ancora una sfida che va oltre le mura domestiche. Tra orari di lavoro poco flessibili, stipendi fermi da decenni e una rete pubblica di servizi educativi ancora disomogenea soprattutto in alcune regioni, crescere un figlio può diventare un’impresa davvero complessa. Con reti familiari indebolite e città sempre più difficili da decifrare, molti genitori si ritrovano a fronteggiare tutto senza un reale supporto, in un sistema che, come ha osservato Letizia Cirillo – ex giudice del tribunale per i minorenni di Milano – dà per scontato che “te la cavi da sola o da solo”. Ma esiste un altro modo di guardare alla genitorialità: non come a un fatto privato da affrontare in solitudine, ma come a un’esperienza che, se sostenuta, può diventare motore di trasformazione collettiva. È da questa visione che Letizia Cirillo fonda la startup Mykes.
Che l’Italia non sia un paese per genitori lo dicono i dati: secondo il report “Le sfide della genitorialità” realizzato da Quid+, il 77 per cento dei genitori italiani vive in uno stato di preoccupazione costante; quasi il 40 per cento chiede più sostegni economici o orari flessibili; e il 22 per cento desidera più formazione per affrontare la complessità quotidiana. A rispondere sono soprattutto mamme (96 per cento), a conferma del fatto che il peso della cura resta in gran parte femminile.
Openpolis rafforza il quadro: oltre il 32 per cento delle donne tra i 25 e i 49 anni dedica più di 50 ore a settimana ai figli, contro appena il 7 per cento degli uomini. Il risultato è un gap occupazionale che sfiora i venti punti percentuali. “Serve un cambio di prospettiva” sottolinea Cirillo. “La genitorialità non può continuare a essere vissuta come un fatto privato, da gestire in solitudine. Va riconosciuta come una responsabilità collettiva che chiama in causa istituzioni, aziende e comunità”.
L’idea di Mykes nasce nei dieci anni in cui Letizia Cirillo lavora come giudice al tribunale per i minorenni di Milano, a stretto contatto con famiglie in difficoltà. “A un certo punto mi è sembrato fondamentale trasformare quella che inizialmente sentivo come un’urgenza personale e professionale in qualcosa di collettivo”. Dai fascicoli emergeva un dato inequivocabile: il disagio stava diventando sempre più trasversale e spesso bastava un imprevisto – una malattia, un lutto, una gravidanza in età avanzata – per rompere equilibri già precari. “Il tipo di famiglie che arrivavano in tribunale si era modificato. Bastava poco per far precipitare situazioni apparentemente stabili”, continua. Poi, la scelta di lasciare la magistratura come atto di coerenza e rigenerazione: “Dopo essermi occupata tanto dei figli degli altri, sentivo di avere il diritto di occuparmi anche delle mie bambine, per loro e per me”.
Da questo spazio personale di cura è nato Mykes: un progetto che vuole prevenire, orientare, accompagnare. Questa realtà, registrata come impresa sociale, è frutto del lavoro di squadra tra Cirillo e altre quattro co-founder, tutte donne con competenze diverse e complementari: Angelica Villa, Stefania Amato, Silvia Baggio, Lucia Oggioni. Tra i partner, Generas Foundation, Fondazione Banca Popolare di Milano e Fondazione Vodafone Italia.
Mykes nasce per affiancare i genitori nei momenti di maggior vulnerabilità, a partire dai primi mille giorni di vita del bambino – una fase decisiva per lo sviluppo cognitivo, relazionale e sociale. “Abbiamo scelto di rivolgerci ai neogenitori”, spiega Cirillo, “perché è in quel momento che si è più fragili, ma anche più aperti al cambiamento. È un passaggio di vita che può segnare, anche molto in profondità, il benessere futuro della persona e della famiglia”. Accompagnare, per Mykes, significa anche ampliare il concetto stesso di maternità, per una genitorialità più inclusiva. Non più un compito esclusivo delle donne ma una responsabilità condivisa tra padri, reti familiari, aziende e territorio: “Il nostro lavoro parte anche dal linguaggio: parliamo di genitori, non solo di madri”.
Oggi Mykes si muove su due binari: una piattaforma gratuita rivolta a genitori che vivono in contesti urbani complessi; e un’offerta di servizi di welfare aziendale rivolta alle imprese. La piattaforma orienta le famiglie verso le opportunità reali già presenti sul territorio e, parallelamente, le informa attraverso contenuti pratici e affidabili su quattro aree chiave — psico-emotiva, sociosanitaria, economico-giuridica e pedagogica. “Spesso le famiglie non hanno né il tempo né la lucidità per capire quali risorse ci sono. Noi vogliamo essere quel passaggio, le ‘istruzioni per l’uso’ che oggi mancano”.
Ma il vero cuore del progetto è la relazione. Mykes promuove la creazione delle cosiddette support bubble, reti di mutuo aiuto tra famiglie simili o complementari: “Ci piace l’idea di far incontrare biografie, anche anagraficamente distanti. Magari il vicino di casa diventa la persona che un giorno si prende cura di tuo figlio”. Uno degli elementi più innovativi di Mykes è il ponte che crea tra pubblico, privato e comunità.
Alla piattaforma gratuita – sostenuta dal Comune di Milano e dalle strutture sanitarie lombarde – si affiancano percorsi su misura per le aziende. “Attualmente, alle aziende proponiamo due percorsi formativi: Genitori ongoing, per chi è già genitore, e Genitori why not, per chi si interroga se diventarlo. In entrambi i casi, creiamo spazi di confronto e contenuti personalizzati (…) Le imprese possono diventare laboratori di innovazione sociale e contribuire a ridurre la child penalty, che oggi continua a pesare in modo significativo – e in misura sproporzionata sulle donne”.
Mykes è anche una tra le dieci realtà selezionate per la seconda edizione di Women in Action, il programma promosso da LifeGate Way che sostiene l’imprenditoria femminile ad alto impatto sociale e ambientale. “Women in action ci ha aiutato a lavorare sul modello di business: noi nasciamo forti sull’impatto, ma serve anche sostenibilità. È stato un vero lavoro di capacity building che ci ha aiutato a crescere molto”.
L’obiettivo di Mykes è ora duplice: espandersi in nuove città italiane e coinvolgere sempre più imprese. Perché il mondo del lavoro ha un ruolo chiave nel rendere la genitorialità davvero sostenibile. Ad esempio, in Italia, una donna su cinque lascia il lavoro dopo il primo figlio e, con il secondo, la percentuale cresce ancora: “È una perdita enorme, non solo a livello sociale, ma anche per le aziende e per l’economia dell’intero paese”. Per Mykes, lavorare con le aziende significa offrire strumenti per trattenere talenti e promuovere una cultura più equa, che vada oltre la conciliazione e punti sulla condivisione delle responsabilità. “Il nostro modello è un ponte”, conclude Cirillo. “Parliamo al genitore come cittadino, ma anche come lavoratore. E vogliamo che in entrambi i ruoli trovi sostegno”.
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