Extreme E, parte a marzo il campionato che cerca di conciliare avventura e ambiente. A sfidarsi nelle regioni più impervie e a rischio cambiamenti climatici speciali auto elettriche alimentate a idrogeno.
Il semaforo verde scatta a marzo in Arabia Saudita, con la prima tappa del campionato Extreme E. Da lì, a bordo dei loro Suv elettrici alimentati a idrogeno, i piloti affronteranno Senegal, Groenlandia e Brasile. Ultima tappa nella suggestiva Terra del Fuoco. Senegal, Groenlandia Brasile, località alquanto remote e vergini per un Gran premio automobilistico. Infatti si tratta di una novità assoluta: una sfida a “impatto zero”, dove a darsi battaglia saranno i fuoristrada ecologici del campionato automobilistico Extreme E, alimentati con tecnologia di celle a idrogeno che correranno in alcuni dei luoghi più estremi del globo, con l’obiettivo di attirare l’attenzione degli sportivi e del grande pubblico su alcuni dei luoghi più minacciati dai cambiamenti climatici.
#ExtremeE is thrilled to announce a world first collaboration with @AFCEnergy, enabling our race fleet to be charged with zero emission, hydrogen fuel cell technology. Its only by-product will be water, which will be utilised elsewhere on-site.
Il calendario e la formula degli eventi, che si svolgeranno su due giornate scandite da qualifiche, semifinali e gara finale, sono stati definiti in questi ultimi mesi, mentre il Suv Odissey 21 era stato svelato per la prima volta al Festival of Speed di Goodwood, per essere poi messo alla prova tra rocce e dune, con il suo primo shakedown ufficiale in occasione dell’edizione 2020 dello storico rally-raid Dakar.
Una sfida non solo sportiva ma soprattutto etica: obiettivo principale di Extreme E, accanto a quello condiviso con le altre competizioni green – favorire la ricerca in campo tecnologico per trasferirla ai veicoli di serie – è infatti quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul dirompente cambiamento climatico in atto, puntando i riflettori verso quei luoghi in cui l’impatto ambientale sta mettendo seriamente a rischio il futuro del pianeta.
Oltre a impegnarsi nella quotidiana raccolta differenziata, quanti di noi si sono mai realmente interrogati sulle disastrose conseguenze che la perdita di un terzo delle mangrovie al mondo, o di metà della barriera corallina, possono provocare sull’intera catena alimentare e sulle nostre vite? Il progetto nasce dunque con il preciso intento di portare gli spettatori in quelle zone incontaminate e lontane, ma in realtà così vicine, poiché la nostra sopravvivenza è strettamente connessa a quella della terra che abitiamo.
A ottobre Extreme E ha ricevuto lo status di Serie internazionale da parte della Fia, ma fin dall’inizio i suoi organizzatori hanno pensato in grande, coinvolgendo tantissime realtà che ogni giorno sono in prima linea per la salvaguardia del pianeta. Dal National Geographic ad aziende associazioni e realtà che lavorano sul campo per cercare di arrestare fenomeni come la deforestazione, lo scioglimento dei ghiacci, o impegnati nella ricerca e nella produzione di energie alternative, per arrivare al più presto ad azzerare le emissioni di carbonio. In aggiunta, c’è anche l’ammirevole scopo di lasciare un’eredità positiva sul tema del cambiamento climatico alle comunità locali che ospitano gli eventi.
BREAKING: We are pleased to confirm our partnership with @ALLCOTGROUP to offset Extreme E’s carbon footprint in support of our goal to have a net-zero carbon footprint by the end of Season 1.
Fra i partner della competizione offroad anche l’Unicef
Fra i partner molte le aziende che credono nell’importanza di uno stile di vita più sostenibile e nella sensibilizzazione delle generazioni future: da Unicef a Enel Foundation, dai fornitori di pneumatici Continental, pronti ad equipaggiare gli E-Suv con mescole il cui battistrada è composto al 100 per cento da gomma naturale di tarassaco, fino ai motori inglesi Cosworth, che dopo avere fatto la storia del motorsport negli anni d’oro della Formula 1 non si sono lasciati sfuggire l’occasione di lasciare un segno anche nel nuovo millennio, adattandosi ai tempi che cambiano.
Dietro a questa nuova avventura si cela il nome di Alejandro Agag, fondatore e ceo di Extreme E e già padre della Formula E, che in poche stagioni si è conquistata un posto nell’olimpo del motorsport e nel cuore dei tifosi, soprattutto quelli più giovani, grazie a un mix di adrenalina – irrinunciabile sia che tu corra con un motore V6 turbo o con batterie elettriche da 400 kw (550 cavalli) – skyline mozzafiato, massicce campagne di comunicazione sui social e l’impegno alla salvaguardia dell’ambiente.
Torna la sfida tra Lewis Hamilton e Nico Rosberg
Impossibile dunque, per chi il motorsport lo ama ma ancora di più lo capisce, resistere al richiamo di questa miscela vincente tra competizione e sostenibilità. Tra squadre e piloti coinvolti, alla guida o dietro le quinte, troviamo infatti marchi del calibro di Audi, il team americano Andretti, o nomi come quelli di Zak Brown, AD di McLaren Racing, Jean-Eric Vergne, due volte iridato in Formula E, Adrian Newey, ingegnere che non ha bisogno di presentazioni, Mattias Ekström, stella del DTM e del mondiale Rallycross, Carlos Sainz, leggenda dell’off-road che a 58 non è ancora stanco di raccogliere nuove sfide, e nientemeno che il sette volte campione del mondo di Formula 1 Lewis Hamilton.
So proud to finally announce @teamx44⚡️ Team X44 will be joining the @extremeelive series and I’m really excited to share this project with you. It will be fun to have a different role from being the team driver. /1 pic.twitter.com/wWY5svinGg
Il britannico prenderà parte alla serie ecologica con il team di sua proprietà X44, ma non sarà però al volante: con i suoi colori correranno niente meno che il nove volte campione del mondo di rally Sébastien Loeb e la regina del deserto Cristina Gutierrez. Hamilton ha sottolineato il desiderio di contribuire in modo significativo a una delle cause che gli stanno più a cuore, insieme alla battaglia che lo vede protagonista contro il razzismo.
Tra gli sportivi in assoluto più attivi sui social, il pilota Mercedes è consapevole del proprio seguito e della forza della sua immagine e, quando non è concentrato a infrangere qualche nuovo record in pista, ci tiene a sottolineare il suo il suo impegno, esponendosi sempre in prima persona. I fans non avranno certo dimenticato le sue stories su Instagram, in cui era impegnato a ripulire una spiaggia dalla plastica, o il suo ultimo investimento nel mondo della ristorazione, con l’apertura di una catena di fast food vegani, la Neat Burger, che, guarda caso, ha subito siglato una partnership con la nuova serie.
E sulla entry list di un campionato motoristico, poteva forse mancare il nome di Rosberg accanto a quello di Hamilton? Certo che no, infatti, poco dopo l’annuncio dell’ex compagno di squadra, è arrivato anche quello del campione del mondo 2016 di F1. Lewis e Nico tornano quindi a darsi battaglia, seppure non direttamente, mentre i nostalgici sognano di vederli un giorno in gara per i rispettivi team green.
BREAKING: 2016 F1 World Champion @Nico_Rosberg joins Extreme E with Rosberg Xtreme Racing!
Un altro importante messaggio di cui si fa promotore Extreme E è quello della parità di genere: per la prima volta in assoluto ogni team schiererà al volante degli E-SUV un uomo e una donna, che si spartiranno a metà fatica ed eventuali gioie e dolori della competizione.
🏎 "There is no reason why we can't be up there with the guys."
Jamie Chadwick has been confirmed among the 20 drivers competing in the inaugural Extreme E season in 2021.
Una nave-laboratorio sarà il paddok “galleggiante”
Ma la novità più insolita è che il Circus (auto e infrastrutture) viaggerà da un capo all’altro del mondo a bordo della RMS St. Helena: una vecchia nave cargo-passeggeri della Royal Mail che ha subìto un importante lavoro di ammodernamento e riconversione per renderla il più sostenibile possibile, alimentata inoltre con diesel marino a basso tenore di zolfo. Il paddock “galleggiante” contribuirà così a minimizzare le emissioni di un normale trasporto su strada o via aria, facilitando al contempo la ricerca scientifica, grazie a un laboratorio ad hoc allestito a bordo.
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