
Tra inflazione e tagli agli aiuti, i progressi per azzerare la fame nel mondo sono ancora troppo lenti. Lo testimonia il rapporto Sofi2025.
A fine marzo si è verificato un fatto che probabilmente cambierà il mondo del crowdfunding per sempre. Si tratta del caso Oculus Rift: un dispositivo per la realtà virtuale in 3D che nel 2012 su Kickstarter ha raccolto 2,4 milioni di dollari in trenta giorni a dispetto di un target originario di 250mila. La società
A fine marzo si è verificato un fatto che probabilmente cambierà il mondo del crowdfunding per sempre. Si tratta del caso Oculus Rift: un dispositivo per la realtà virtuale in 3D che nel 2012 su Kickstarter ha raccolto 2,4 milioni di dollari in trenta giorni a dispetto di un target originario di 250mila.
La società è stata venduta a Facebook per l’astronomica cifra di 2 miliardi di dollari. Mentre soci fondatori e venture capitalist portano a casa un profitto clamoroso, i 9.588 sostenitori che hanno versato i soldi per trasformare il progetto imprenditoriale in realtà non vedranno nemmeno un centesimo e si dovranno accontentare del solo dispositivo, disponibile in un futuro imprecisato.
Questa è la natura del crowdfunding reward-based: i sostenitori ricevono soltanto una ricompensa il cui valore non supera quello della somma donata oppure preacquistano un prodotto consentendo all’impresa di andare in produzione soltanto a break even garantito. L’evoluzione del modello reward-based è l’equity crowdfunding, nel quale i sostenitori acquistano una quota del business del proponente; se i sostenitori di Oculus Rift avessero sottoscritto quote della società, avrebbero avuto una cospicua fetta del grosso profitto realizzato con la cessione a Facebook.
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