Facebook e Oculus Rift stravolgono il crowdfunding

A fine marzo si è verificato un fatto che probabilmente cambierà il mondo del crowdfunding per sempre. Si tratta del caso Oculus Rift: un dispositivo per la realtà virtuale in 3D che nel 2012 su Kickstarter ha raccolto 2,4 milioni di dollari in trenta giorni a dispetto di un target originario di 250mila. La società

A fine marzo si è verificato un fatto che probabilmente cambierà il mondo del crowdfunding per sempre. Si tratta del caso Oculus Rift: un dispositivo per la realtà virtuale in 3D che nel 2012 su Kickstarter ha raccolto 2,4 milioni di dollari in trenta giorni a dispetto di un target originario di 250mila.

La società è stata venduta a Facebook per l’astronomica cifra di 2 miliardi di dollari. Mentre soci fondatori e venture capitalist portano a casa un profitto clamoroso, i 9.588 sostenitori che hanno versato i soldi per trasformare il progetto imprenditoriale in realtà non vedranno nemmeno un centesimo e si dovranno accontentare del solo dispositivo, disponibile in un futuro imprecisato.

Questa è la natura del crowdfunding reward-based: i sostenitori ricevono soltanto una ricompensa il cui valore non supera quello della somma donata oppure preacquistano un prodotto consentendo all’impresa di andare in produzione soltanto a break even garantito. L’evoluzione del modello reward-based è l’equity crowdfunding, nel quale i sostenitori acquistano una quota del business del proponente; se i sostenitori di Oculus Rift avessero sottoscritto quote della società, avrebbero avuto una cospicua fetta del grosso profitto realizzato con la cessione a Facebook.

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