Quando l’arte trova “casa” nel paesaggio, possono nascere luoghi di racconto che vanno al di là delle opere stesse. Il risultato è spesso sorprendente.
Festival della fotografia etica di Lodi, immagini che parlano alle coscienze
Nei weekend tra l’8 e il 30 ottobre la fotografia parla alle coscienze al festival di Lodi, con temi e immagini che toccano ognuno di noi.
Al via la settima edizione del Festival della fotografia etica a Lodi: 4 weekend, dall’8 al 30 ottobre, in cui la piccola città lombarda racconterà il mondo attraverso le immagini di fotografi internazionali. Un appuntamento che è insieme d’arte, giornalismo e politico-sociale e che, grazie alla forza degli scatti, vuole parlare alle coscienze di tutti.
La fotografia etica a Lodi parla alle coscienze
Il tema di quest’anno è esplicito, non una suggestione, un pensiero vago ma un intento concreto, quasi una missione: “Quando la fotografia parla alle coscienze” è il filo che unisce ogni spazio tematico, sezione o approfondimento del festival di Lodi. Si parla del potere e la forza delle immagini, sempre più evidente nella società odierna, ma spesso non ancora sufficiente a far scaturire azioni concrete, di cambiamento.
Gli scatti sono parole, sono le storie di protagonisti, sono la vita in paesi più o meno lontani. Visitare il festival, soffermarsi su ogni fotografia, è prendere coscienza di una zona del mondo, di un fatto che ha cambiato la vita di uno o di molti, è venire a conoscenza senza poi poter esimersi dal fare qualcosa. Portare alla luce, proprio come una fotografia, alcune storie è forse uno degli scopi del festival che, ormai da molti anni, è un appuntamento non solo per gli appassionati, ma per chiunque desideri vedere chiaramente cosa gli accade intorno.
Molte delle sezioni della manifestazioni sono toccanti, quasi scioccanti: Il male del secolo, per esempio è la storia narrata dalla mostra A life in death di Nancy Borowick, il tema, il cancro. Lo Spazio ONG accoglierà invece tre mostre che proporranno altrettanti lavori commissionati rispettivamente da Unicef Libano, Survival Italia e Greenpeace Germania ai fotoreporter Laura Aggio Caldon (Factory Boy), Claudia Andujar (Custodi della Foresta) e Dmitrij Leltschuk (To The Last Drop).
Nello spazio tematico chiamato Le vite degli altri, quest’anno verranno presentate quattro esposizioni di stampo antropologico, finalizzate ad alzare il sipario sulla quotidianità e le tradizioni di quelle popolazioni che vivono ai confini estremi del mondo, dal punto di vista sia geografico sia culturale. Le mostre all’interno di questo spazio saranno: Pine ridge di Aaron Huey, Suburbia di Arnau Bach, Days of nights, nights of days di Elena Chernyshova e The Ku Klux Klan di Peter Van Agtmael.
Come vivere al meglio il Festival della fotografia etica a Lodi
Una proposta ricca, densa di contenuti oltre che di immagini e, per comprenderla al meglio, il festival dà l’opportunità ai visitatori di partecipare a visite guidate delle mostre, tenute dagli stessi autori dei fotoreportage ogni week end. Un’iniziativa che dimostra quanto il festival di Lodi abbia a cuore non solo impressionare il suo pubblico, ma soprattutto rendere chiari i messaggi veicolati dagli scatti.
Quest’anno poi il festival oltrepassa i confini della cittadina lombarda e diventa vero e proprio motore di cultura diffusa e capillare, attraverso l’iniziativa Travelling festival che porterà le proprie mostre anche in altre città d’Italia, come Milano, Voghera, Perugia e Bergamo.
Per chi non conosce Lodi, questa manifestazione è anche l’occasione di visitare un piccolo scrigno tranquillo e curato: le mostre si svolgono infatti tutte in luoghi simbolo della città. Il biglietto per la manifestazione costa complessivamente 12 €.
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