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La floriterapia aiuta anche i nostri amici animali a superare problemi di salute e di carattere psicologico. Ce lo spiega l’esperta veterinaria.
La floriterapia nasce intorno agli anni Trenta per opera del medico inglese Edward Bach. Il suo compito è quello di occuparsi del benessere psicologico ed emozionale per raggiungere e mantenere la salute fisica. Questo nell’uomo come negli animali. Ed è proprio nel mondo a quattro zampe che questa disciplina si è affermata negli ultimi anni anticipando la psico-neuro-endocrino-immunologia odierna – Pnei – che dimostra l’esistenza di un rapporto strettissimo tra cervello, sistema immunitario e sistema endocrino.
La floriterapia, come del resto l’omeopatia, sono appunto medicine che si basano sui principi dei funzionamenti energetici. I rimedi di questo tipo agiscono sull’energia con un’azione specifica, rigorosa e puntuale. E, in questo senso, la floriterapia veterinaria dimostra come non esista, per il suo funzionamento, alcun effetto placebo contrariamente a quello che si potrebbe pensare avvenga nella pratica umana.
Nella floriterapia i vegetali vengono usati in modo del tutto diverso rispetto alla fitoterapia. “In questo caso viene utilizzato il fiore che è poi la sintesi di tutta la potenzialità della pianta e il principio attivo estrapolato è di natura energetica”, spiega la dottoressa Laura Cutullo, medico veterinario.
L’attività dei fiori è di tipo vibrazionale e agisce sulle emozioni. “L’applicazione sugli animali costituisce un potente mezzo terapeutico proprio dove altre terapie, convenzionali o meno, non riescono ad arrivare dato che si agisce specificatamente sullo stato d’animo”, aggiunge l’esperta.
I fiori utilizzati vengono raccolti in momenti precisi della fioritura in modo che racchiudano ai massimi livelli i principi utili. Vengono poi posti sulla superficie di una quantità di acqua di fonte posta in un recipiente di vetro a pareti sottili. “Il recipiente sarà messo al sole per poche ore fino a quando il colore dei petali inizia a impallidire”, aggiunge la dottoressa Cutullo. A questo punto l’acqua viene filtrata e cconservata in appositi contenitori con un’uguale quantità di brandy che servirà da conservante per il composto. Tale procedura viene chiamata “metodo del sole”.
“C’è poi il metodo della bollitura in cui le parti utili della fioritura vengono messe a bollire in acqua di fonte per trenta minuti. Al termine il preparato viene filtrato e posto nei contenitori sempre con l’aggiunta di una pari quantità di brandy”, dice ancora Laura Cutullo. Ogni rimedio viene in seguito sottoposto a un processo di diluizione fino ad arrivare alla quinta decimale (5D). In commercio i rimedi della floriterapia si trovano in flaconcini da 10 ml con tappo contagocce.
Al cane e al gatto indipendentemente da età, sesso, taglia e razza i rimedi floriterapici si somministrano direttamente in bocca, nell’acqua da bere o nel cibo nella misura di ½ pipette per 2/4 volte al giorno. Al coniglio possono essere aggiunte 2 pipette nell’acqua da bere, da rinnovare ogni volta che viene cambiata la ciotola. Non dimentichiamo che con i fiori possono essere preparati anche gel, creme, unguenti e oli per uso esterno. Usare i rimedi di questo tipo è molto facile e l’errore nel numero di gocce da somministrare è pressoché irrilevante per la terapia. Esistono comunque anche formulazioni già pronte all’uso in spray o in granuli come quelli adoperati per i rimedi omeopatici.
“Admv, Associazione donne medico veterinario ha appena concluso un corso on line di floriterapia di Bach per le iscritte. Siamo molto contente, io per prima, in quanto c’è stata la partecipazione di un significativo numero di colleghe e ciò è un segnale di quanto la veterinaria clinica, soprattutto femminile, si stia aprendo alle terapie integrate”, conclude Cutullo che dell’associazione è vicepresidente.
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