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Secondo uno studio le sostanze chimiche utilizzate nella pratica del fracking potrebbero danneggiare il neuro sviluppo dei bambini, provocando gravi danni.
Se per vietare il fracking, ovvero la tecnica utilizzata per estrarre gas naturale e petrolio dalle rocce presenti nel sottosuolo, non basta l’elevato impatto sull’ambiente e sulla fauna, ora si aggiunge un’altra ragione, tremendamente seria. Secondo un nuovo studio condotto da un gruppo di ricercatori statunitensi, le sostanze inquinanti rilasciate durante il processo di estrazione del gas provocano problemi cerebrali nei bambini che vivono in prossimità dei siti di estrazione.
Lo studio, intitolato Neurodevelopmental and neurological effects of chemicals associated with unconventional oil and natural gas operations and their potential effects on infants and children e pubblicato sulla rivista Reviews on environmental health, ha evidenziato dunque i rischi per lo sviluppo neurologico dei bambini .
I ricercatori hanno analizzato le sostanze trovate nell’aria e nell’acqua nelle aree circostanti alle torri di perforazione, tra cui metalli pesanti, particolato, xileni e idrocarburi policiclici aromatici. Secondo gli scienziati queste sostanze possono provocare gravi danni a bambini e neonati, che vanno dalla perdita di memoria, alla difficoltà di apprendimento, alla dislessia e all’autismo, fino a disturbi tra cui ansia e schizofrenia e problemi comportamentali tra cui iperattività e aggressività. “L’esposizione precoce a queste sostanze inquinanti dell’aria e dell’acqua è associata a deficit nell’apprendimento e neuropsicologici, a disturbi del neuro sviluppo e a difetti neurologici alla nascita, con conseguenze potenzialmente permanenti sulla salute del cervello”, si legge nello studio.
La ricerca valuta gli impatti a lungo termine delle sostanze chimiche legate al fracking sulla salute come mai prima d’ora. “Questo studio è il primo sguardo completo sui rischi neurologici provocati dal fracking – ha dichiarato Ellen Webb, ricercatrice del Centro per la salute ambientale e coautrice dello studio. – Per proteggere i neonati e i bambini dai potenziali impatti negativi che dureranno tutta la vita, le agenzie statali e federali devono regolamentare bene il posizionamento e la gestione del fracking. Le famiglie meritano di essere protette e i bambini meritano un futuro sano”.
I bambini sono più vulnerabili alle sostanze inquinanti rilasciate durante l’intero processo di estrazione del gas naturale a causa della maggiore sensibilità del loro cervello e del sistema nervoso centrale in via di sviluppo. L’esposizione prolungata a tali sostanze, i cui veri effetti sono ancora poco conosciuti, potrebbe tuttavia compromettere anche la salute delle persone adulte.
Gli autori dello studio propongono alcune soluzioni per cercare di minimizzare gli effetti negativi del fracking. Innanzitutto gli edifici, in particolare scuole e ospedali, dovrebbero sorgere ad almeno 1,6 chilometri dai siti di perforazione. Ritengono inoltre necessario un costante monitoraggio degli effetti sulla salute in seguito all’esposizione agli inquinanti in questione.
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