
Con la reintroduzione del suffragio universale in Somalia, i cittadini potranno votare direttamente il governo, per la prima volta dal 1969.
Non succede spesso che l’incontro tra due leader faccia notizia. È il caso di papa Francesco e Fidel Castro all’Avana. Il racconto del viaggio in foto.
Papa Francesco e Fidel Castro insieme, a parlare di ambiente e clima. Un incontro storico, quasi surreale figlio della prima visita ufficiale del pontefice argentino nel paese caraibico e comunista, dal 19 al 22 settembre. Uno scambio di opinioni (e di doni) durato circa trenta minuti, avvenuto presso la residenza di Castro nella capitale L’Avana e alla presenza solo del figlio del rivoluzionario, Alex, che è anche l’autore della foto della stretta di mano tra i due che ha già fatto il giro del mondo.
Quella ambientale è una questione che accomuna i due leader e che in questi mesi è uno dei punti chiave del pontificato di Francesco, in vista dell’importante conferenza sul clima di dicembre, a Parigi. Non vien difficile immaginare che tra i doni ci sia stato anche una copia dell’enciclica Laudato si’. Francesco si è poi congratulato per la ripresa delle relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti – dove farà tappa prima di tornare in Vaticano – definita “un esempio di riconciliazione per il mondo intero”.
Il Papa era stato precedentemente accolto al suo arrivo dal presidente di Cuba e fratello di Fidel, Raúl Castro. La visita è poi proseguita con la celebrazione di una messa emozionante in piazza della Rivoluzione, all’Avana.
In previsione della visita di papa Francesco, il consiglio di stato di Cuba ha deciso di concedere la grazia a 3.522 detenuti, quasi tutti ultrasessantenni o di età inferiore a vent’anni, malati, donne, stranieri a cui il paese di origine ha garantito il rimpatrio e, infine, ha concesso la grazia ai detenuti che avrebbero goduto della libertà condizionale dal 2016 e a quelli che già lavorano fuori dal carcere per tornarci solo di notte.
Francesco è il terzo papa in assoluto ad aver visitato Cuba, dopo i suoi due predecessori Benedetto XVI e Giovanni Paolo II.
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Il caso del giocatore del Real Madrid Vinicius, ma anche quelli dei giocatori dell’Inter Romelu Lukaku e della Juventus Dusan Vlahovic sono lo specchio di un problema del calcio col razzismo. È ora di dire basta.
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Quello delle atlete trans è un tema sempre più di attualità che lo sport mondiale però non sa bene come gestire, in attesa che la scienza dica qualcosa.
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