
Si è tenuto in videoconferenza il primo One Planet summit dedicato alla biodiversità, organizzato dalla Francia. Ma dalle ong piovono critiche.
Uno studio durato 13 anni ha analizzato quasi 14mila specie vegetali e animali presenti nella Francia europea e nei territori d’oltre mare.
Più del 17 per cento delle quasi 14mila specie oggetto di un ampio studio condotto in Francia sono a rischio estinzione. Si tratta, più precisamente, di 2.430 esseri viventi animali e vegetali, secondo quando indicato dal comitato transalpino dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Uicn) e da PatriNat, servizio dell’Ufficio francese per la biodiversità e del Museo nazionale di storia naturale.
“I dati raccolti nel corso di 13 anni di lavoro compongono un quadro generale preoccupante – ha commentato Florian Kirchner, dell’Uicn. Il livello di rischio è ormai significativo per tutti i gruppi analizzati”. In particolare sono gli uccelli nidificanti i più in pericolo, con ben il 32 per cento delle specie. Al secondo posto figurano i crostacei d’acqua dolce (28 per cento), i rettili (24 per cento) e gli anfibi (23 per cento).
Gli uccelli, in particolare, soffrono fortemente della perdita dei loro habitat naturali. Un fenomeno dovuto soprattutto alle conseguenze della deforestazione e dell’agricoltura intensiva. I crostacei d’acqua dolce, invece, faticano sempre più a causa dello stato dei fiumi, ma anche per via della presenza di specie aliene.
In particolare, centinaia di specie di micro-crostacei vivono unicamente in grotte o falde acquifere e sono molto sensibili all’inquinamento e alle ondate di siccità.
Va sottolineato come lo studio riguardi anche i territori francesi non europei. Luoghi che conservano un patrimonio di biodiversità inestimabile ma che risultano proprio i più in difficoltà. Nell’arcipelago della Mayotte, nell’oceano Indiano, il 43 per cento della flora vascolare e il 42 per cento dei rettili rischia l’estinzione. Esattamente come il 33 per cento dei pesci d’acqua dolce de La Réunion e il 34 per cento degli uccelli della Polinesia Francese.
Per evitare il peggio, le strade sono poche ma chiare: occorre aumentare le aree protette per preservare gli habitat, lottare contro i pesticidi, imporre regole stringenti al settore agricolo, limitare la deforestazione e lottare contro la cementificazione dei territori. Altrimenti le ricadute della perdita di biodiversità potrebbero comportare sconvolgimenti epocali.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Si è tenuto in videoconferenza il primo One Planet summit dedicato alla biodiversità, organizzato dalla Francia. Ma dalle ong piovono critiche.
L’animale è nato nella Riserva biologica dei Monts d’Azur, che mira proprio a reintrodurre specie ancestrali ormai estinte localmente.
Nel dipartimento della Senna marittima una trappola fotografica ha documentato la presenza di un animale che sembrerebbe essere un lupo grigio.
L’India vuole guidare l’International big cat alliance per proteggere i grandi felini con un finanziamento di 100 milioni in cinque anni.
Le lontre sono tornate in Val Chiavenna e con loro la certezza del benessere del nostro ecosistema e, soprattutto, dei corsi d’acqua montani che le ospitano
Cinque individui di lince verranno reintrodotti in Italia, nelle Alpi Giulie. Un aiuto per la sopravvivenza della popolazione europea.
La scoperta del pangenoma delle rondini apre la strada a una comprensione degli uccelli migratori e aiuta a studiare il Dna e le malattie genetiche
È il primo caso di risarcimento dall’entrata in vigore della legge per la riconquista della biodiversità, della natura e dei paesaggi del 2016.
Due botanici hanno deciso di sensibilizzare i concittadini riguardo la biodiversità urbana scrivendo con il gesso il nome delle specie vegetali.