
Il diclofenac, un farmaco usato per curare il bestiame, è il responsabile della morte di un avvoltoio in Europa e del declino dell’intera specie in Asia.
Nel dipartimento della Senna marittima una trappola fotografica ha documentato la presenza di un animale che sembrerebbe essere un lupo grigio.
Fino al Diciannovesimo secolo il lupo grigio (Canis lupus lupus) era ampiamente diffuso nelle foreste della Normandia, regione del nord della Francia. Tra il 1870-1880 però, in seguito alle proteste degli allevatori di bestiame, i cui animali non adeguatamente protetti venivano continuamente attaccati dai lupi, iniziò un vero e proprio massacro ai danni di questi predatori che ne decretò ben presto la scomparsa dai territori normanni. L’ultimo avvistamento di un lupo in Normandia risale al 1910. Ma forse, dopo 110 anni, questo animale potrebbe aver rimesso piede nel suo antico territorio, da cui fu scacciato con la forza.
Lo scorso 8 aprile, infatti, nei pressi del piccolo comune di Neufchâtel-en-Bray, nel dipartimento della Senna marittima, una trappola fotografica ha documentato la presenza di un canide che sembrerebbe essere un lupo. Il condizionale è d’obbligo, considerato che esistono alcune razze canine che assomigliano al loro progenitore selvatico e che le foto non sono molto nitide.
Leggi anche: Il video dei primi cuccioli di lupo nati in Friuli Venezia Giulia dopo quasi un secolo
L’Associazione teriologica normanna, cui sono state inizialmente sottoposte le immagini, ha chiesto il parere di cinque esperti, i quali avrebbero affermato che si tratta di un lupo al 95 per cento, dato che si scorgono alcuni particolari utilizzati per differenziare il lupo dal cane, secondo quanto riferito da James Jean-Baptiste, amministratore dell’associazione. Anche secondo l’Osservatorio francese per la biodiversità (Ofb) le immagini ritraggono “molto probabilmente un lupo”. Tuttavia, ha precisato l’Ofb, data la qualità delle immagini, il giudizio va preso con riserva e solo analisi genetiche potrebbero consentire un’identificazione certa.
Il ritorno del lupo in Normandia, a dire il vero, non è così sorprendente. Alla fine del 2017 la presenza di un esemplare era stata documentata nel vicino dipartimento della Somme, e da tempo si susseguivano voci di avvistamenti nella zona. Ammesso che l’animale avvistato fosse effettivamente un lupo, ci sono diverse ipotesi che ne spiegherebbero la presenza.
Leggi anche: Perché l’incrocio con il cane minaccia la sopravvivenza del lupo
Potrebbe essere un esemplare in dispersione, ovvero un lupo subadulto che ha lasciato il proprio branco in cerca di un nuovo territorio e di un partner con cui fondare un nuovo gruppo familiare. “Questi individui – ha spiegato l’Ofb – possono percorrere diverse centinaia di chilometri prima di stabilirsi. Ciò spiega alcune osservazioni isolate, lontane dalle zone di presenza permanente note, come nella Senna marittima”. C’è però anche chi suggerisce che possa trattarsi di un animale fuggito da un’area faunistica, anche se, ha affermato Jean-Baptiste, non risulta alcuna fuga.
Per approfondire la vicenda e capire se l’animale fosse effettivamente un lupo e, nel caso, se abbia intenzione di stabilirsi nella regione, la prefettura della Senna marittima ha lanciato un appello alla popolazione. “Qualsiasi osservazione sospetta di un grosso cane o qualsiasi attacco ad animali domestici deve essere prontamente segnalato al dipartimento dell’Ofb della Senna marittima”.
Leggi anche: Il lupo è tornato in Salento, ed è una buona notizia
Piano piano il lupo, dopo essere stato vittima per decenni di violente persecuzioni e oggetto di irrazionali paure, sta facendo il suo ritorno in molte zone da cui era stato bandito, con l’elusività e la plastica intelligenza che contraddistinguono questo animale straordinario.
Il diclofenac, un farmaco usato per curare il bestiame, è il responsabile della morte di un avvoltoio in Europa e del declino dell’intera specie in Asia.
I mufloni dell’isola del Giglio rischiano di essere abbattuti perché “pericolosi” per la biodiversità del territorio. Ma esistono alternative per salvarli.
Sebbene l’utilizzo di pesticidi sia diminuito, la loro tossicità nei confronti degli insetti impollinatori è aumentata. Una ricerca spiega perché.
Con le prime quattro navi salpate dai porti del Giappone, ricomincia la contestatissima caccia alle balene per scopi commerciali.
Un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità indica come molto probabile l’origine animale della Covid-19.
Nel Parco del Rauccio due incendi dolosi hanno causato gravi danni alla vegetazione e alla fauna, colpita nel pieno del ciclo riproduttivo.
Dei trafficanti hanno tentato di contrabbandare 185 cuccioli di tartaruga gigante fuori dalle Galapagos, ma le autorità sono riuscite a fermarli.
Dopo la strage dell’anno scorso altri elefanti sono stati trovati morti in circostanze inspiegabili. Si complicano le indagini delle autorità del Botswana.
Sia l’elefante di foresta sia quello di savana, per la prima volta inclusi entrambi nella lista rossa della Iucn, rischiano di scomparire. Quali sono le cause e le soluzioni.