Frida Kahlo, la vita dell’artista attraverso un viaggio a Città del Messico

Frida Kahlo è un’icona dell’arte ma è stata soprattutto una donna messicana che ha amato profondamente la sua terra: il Messico. Un tour per conoscere al meglio la città della pittrice.

Il 6 luglio si sono celebrati i 110 anni dalla sua nascita: Frida Kahlo, l’artista diventata un’icona in tutto il mondo. Una fama che va al di là della sua opera artistica e si è alimentata grazie alle vicende personali e in particolare al suo rapporto sentimentale con il marito Diego Rivera. Ma chi l’ha amata immensamente è la sua terra, il Messico, che la ricorda e ne conserva gelosamente le sue tracce. Città del Messico è la metropoli che come uno scrigno custodisce tutto ciò che ha vissuto e lasciato. Girare tra le sue strade significa anche conoscere questa artista che qui è nata e sempre vissuta.

Leggi anche: Frida Kahlo a Milano, cosa si sa della mostra al Mudec nel 2018

Frida Kahlo, biografia di una donna messicana

Kahlo (1907-1954) è stata un’artista ma prima di tutto una donna messicana. Nata e vissuta quasi sempre in Messico, partecipò attivamente alla vita politica del suo paese. Lei stessa scrisse: “Sono nata con una rivoluzione. Diciamolo. È in quel fuoco che sono nata, pronta all’impeto della rivolta fino al momento di vedere il giorno. Il giorno era cocente. Mi ha infiammato per il resto della mia vita. Da bambina, crepitavo. Da adulta, ero una fiamma”. La rivoluzione di cui parla è quella del 1910 che pose fine alla dittatura e diede vita nel 1917 alla Costituzione politica degli stati uniti messicani, la prima al mondo a riconoscere le garanzie sociali e i diritti ai lavoratori uniti.

frida kahlo
Frida Kahlo. L’icona, l’artista, la donna messicana

 

La fiamma fa invece riferimento alla personalità forte che le permise di superare le gravi limitazioni fisiche che la afflissero sin da piccola, convogliate poi nell’arte e nella passione politica. Si racconta infatti che dopo il grave incidente quando aveva 18 anni, costretta a letto per altri sei, cominciò a dedicarsi seriamente alla pittura e a leggere i testi base sul comunismo. Inizialmente dipinse soprattutto suoi ritratti e le sue pennellate raccontano sia la solitudine e il dolore che la tormentavano, sia i colori del suo Messico, vivi e brillanti.

Una terra tormentata, come lo era Kahlo, di cui l’artista seguì le vicende politiche all’interno del Partito comunista al quale si iscrisse nel 1928, quando ormai era uscita dalla fase acuta della sua malattia e si era sposata con Diego Rivera, suo grande amore e mentore ma allo stesso tempo la sua più grande fonte di disperazione.

Al Mudec in febbraio la mostra di Frida
Frida Kahlo – Autorretrato © Banco de México Diego Rivera Frida Kahlo Museums Trust,México, D.F. by SIAE2017

Le opere di Frida Kahlo, colore e dolore

Non riusciamo a guardare l’opera di Kahlo senza collegarla alle sue vicende personali: il dramma dell’incidente che a 18 anni le cambiò la vita e l’amore irrequieto per Rivera fra tutte. Se è vero però che tutto questo la influenzò, occorre anche cercare di andare oltre e porre l’accento sulla tecnica, sul suo essere pittrice, artista. È questo che si prefigge la grande mostra in programma a Milano al Mudec dall’1 febbraio al 3 giugno 2018 che non a caso si intitola Frida Kahlo. Oltre il mito.

Le sue tele raccontano soprattutto il suo essere messicana: i colori utilizzati, gli abiti rappresentati, la natura che la circonda sono quelli della sua terra. Sono quelli che continuava a ritrarre anche se non riusciva più a vederli davvero quando era costretta nel suo famoso letto a baldacchino, e che riprodusse con tratti che qualcuno ha definito surrealisti (anche se la pittrice non amava che la sua arte venisse catalogata). Non surrealista quindi ma forse un po’ naif, come lo stesso Rivera, soprattutto nei quadri dove riprese l’arte popolare e in particolare alcune scene della tradizione precolombiana.

Un misto di dolore, colore ma anche di impegno sociale che quando la Kahlo era in vita venne comunque sempre messo in ombra dall’opera del marito Rivera, a quei tempi largamente conosciuto sia in Messico sia all’estero. È infatti solo negli anni Novanta che Kahlo venne riconosciuta come una grande artista, con uno stile proprio ed è stata da lì in poi consacrata come un’icona non solo dell’arte ma anche del mondo femminile e della moda. Non è strano comunque che arrivò alla ribalta solo molti anni dopo la sua morte: negli anni in cui visse e lavorò erano poche le donne a cimentarsi nell’arte e ancor meno quelle che vi si dedicarono in Messico. È da considerarsi quindi un grande talento quello che riuscì a emergere nonostante le limitazioni che subì nell’epoca e nella terra in cui operò.

ll Messico di Frida
Casa di Frida Kahlo a Città del Messico: una tappa del viaggio alla scoperta dell’artista messicana più nota

Alla scoperta del Messico di Frida Kahlo

Per capire Kahlo e la sua arte occorre quindi conoscere la sua terra, Città del Messico in particolare, dove si trova la sua casa natale e quella in cui visse con Rivera, ora divenuta museo. Un itinerario tra le sue opere, i suoi abiti e le atmosfere di cambiamento che seguirono la rivoluzione messicana.

Questo itinerario sulle tracce di Kahlo parte sicuramente da Coyoacan, uno dei primi quartieri a prendere forma a Città del Messico, e in cui la pittrice nacque e visse. Qui a sorprendere sono i colori vivi delle piccole case, la chiesa e il convento di San Juan Bautista e il ponte di San Antonio Panzacola. Oltre le abitazioni del rivoluzionario sovietico Lev Trotski e della Kahlo, è senza dubbio da visitare il Watercolor museum che ospita una mostra permanente sulla storia dell’acquerello del paese.

Entrare nel Museo Frida Kahlo significa immergersi completamente nella vita dell’artista: i suoi attrezzi da lavoro sono ancora lì, così come i suoi abiti, i dipinti e i ricordi dell’amore con Rivera. È qui e solo qui che l’artista si è sempre sentita a casa e dove morì. Diventata museo solo quattro anni dopo la sua morte conserva ancora perfettamente le atmosfere di quegli anni, tra la febbrile produzione, i drammi d’amore e le gioie.

Al Museo Dolores Olmedo è esposta la maggior parte dei dipinti di Kahlo ed è inoltre in programma una speciale esposizione che durerà fino a dicembre dal titolo Frida Kahlo. Me pinto a mì misma che ripercorre i primi anni dell’artista quando dipingeva a letto, quasi fosse una terapia per guarire.

L’ultima tappa obbligata a Città del Messico è il Museo casa estudio Diego Rivera y Frida Kahlo, il luogo dove i due artisti convissero anche se in maniera insolita. La struttura infatti è formata da due case separate, unite da un sovrapassaggio. Qui sono ospitati molti dei lavori di Rivera ma resta soprattutto un luogo iconico, il simbolo della loro travagliata relazione.

Frida Kahlo Museum - Casa Azul
Frida Kahlo museum – Casa Azul. La casa dei due artisti ora diventata museo

Vagare per questi quartieri di Città del Messico è come essere in un quadro di Kahlo: si ritrovano gli stessi colori, le atmosfere, la luce che dipinse. Ma soprattutto si può cogliere il lato vitale, energico e passionale, spesso dimenticato dell’artista che troppo frequentemente viene associata unicamente al dolore. Il Messico e la sua capitale sono la sfera gioiosa di Kahlo che si batté senza remore per la terra che amava e la ama, anche dopo 110 anni.

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