Cos’è la legge per la genitorialità in tutta Europa e perché divide l’Italia

Ok del Parlamento europeo alla norma sulla genitorialità, che riconosce i genitori di bambini in tutti gli Stati membri: il caso italiano della gpa.

  • La genitorialità stabilita da un paese dell’Ue dovrebbe essere automaticamente riconosciuta in tutta la Ue: lo dice la proposta di legge approvata dall’europarlamento.
  • Potrebbe arrivare anche un nuovo certificato europeo di genitorialità per ridurre costi e burocrazia.
  • L’Italia si divide sulla proposta, visto che al Senato si attende la legge che vieta la maternità surrogata.

La genitorialità stabilita da un paese dell’Unione europea deve essere automaticamente riconosciuta in tutta la Ue. Per favorire la tutela e il riconoscimento dei diritti dei bambini, il Parlamento europeo ha compiuto la scorsa settimana un passo importante, mirato a garantire che tutti i bambini godano di pari dignità e possibilità in termini di istruzione, assistenza sanitaria, custodia e successione, indipendentemente da come sono stati concepiti, dal luogo in cui sono nati o dal tipo di famiglia a cui appartengono, che sia ‘tradizionale’, di fatto o omo-genitoriale.

La genitorialità e il diritto del bambino

Con 366 voti favorevoli, 145 contrari e 23 astensioni, gli eurodeputati hanno approvato una proposta che, va detto, non si pone l’obiettivo di modificare le leggi nazionali sulla famiglia, dal momento che gli Stati membri manterranno la propria sovranità nel determinare le questioni legate alla genitorialità a livello nazionale. Tuttavia, sarà richiesto loro di riconoscere la genitorialità stabilita in un altro paese dell’Ue, a meno che non vi siano motivi rigorosamente definiti e basati su valutazioni individuali per non farlo, evitando così discriminazioni, specialmente contro i figli di genitori dello stesso sesso. Il pensiero va, per quanto riguarda l’Italia, al dibattito politico in corso sulla gestazione per altri.

Primo passo alla Camera verso il reato universale di gestazione per altr
Primo passo alla Camera verso il reato universale di gestazione per altri © NurPhoto via GettyImages

Inoltre, il progetto di legge prevede l’implementazione l’implementazione di un certificato europeo di genitorialità, un documento che mira a semplificare e ridurre la burocrazia associata al riconoscimento della genitorialità all’interno dell’Unione Europea. Anche in questo caso: il certificato non sostituirà i documenti nazionali, ma sarà una risorsa complementare che potrà essere utilizzata al loro posto, e sarà disponibile in tutte le lingue dell’Ue e in formato elettronico.

L’eurodeputata portoghese, Maria-Manuel Leitão-Marques, dei socialisti e democratici, relatrice del progetto di legge, ha rimarcato “nessun bambino dovrebbe essere discriminato a causa della famiglia a cui appartiene o del modo in cui è nato. Attualmente i bambini possono perdere,  legalmente parlando, i propri genitori quando entrano in un altro Stato membro. Questo è inaccettabile. Con questo voto ci avviciniamo all’obiettivo di garantire che se sei un genitore in uno Stato membro, lo sei anche in tutti gli Stati membri”.

L’Italia e la battaglia alla gestazione per altri 

Per quanto possa sembrare marginale, la questione riguarda in realtà ben due milioni di bambini europei che potenzialmente potrebbero essere coinvolti in situazioni in cui i loro genitori non sono riconosciuti come tali in un altro Stato membro rispetto a quello in cui vivono.

Un caso che, tra l’altro, riguarda da vicino anche l’Italia, perché si lega strettamente alla questione della gestazione per altri. La proposta di legge infatti “costringerebbe” il nostro Paese a riconoscere anche i figli nati attraverso la cosiddetta maternità surrogata, vietata in Italia, proprio nel momento in cui il governo sta cercando di renderla reato universale. Noi stiamo facendo una legge perché l’utero in affitto sia perseguito, anche per gli italiani, e anche all’estero – ha detto la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella – quindi quale potrà mai essere la posizione dell’Italia?”. Eppure gli europarlamentari italiani si sono divisi al momento del voto, e non solo tra centrodestra e centrosinistra, ma anche all’interno della stessa maggioranza: diversi di quelli di Forza Italia, infatti, tra cui Alessandra Mussolini, hanno votato a favore.

Contrarie, ovviamente, le associazioni italiane Pro Vita e Forum delle associazioni familiari: secondo il presidente di quest’ultimo, Adriano Bordignon, “si tratta di un evidente tentativo di trasformare la genitorialità in diritto e non come dono, imponendo la pratica della maternità surrogata, ovvero un’attività commerciale, a tutti gli effetti, che coinvolge agenzie di mediazione, cliniche, medici, psicologi e studi legali”. L’approvazione della proposta di legge europeo, però, è ancora lontana: i prossimi passi includono infatti il processo di consultazione tra l’Europarlamento e i governi degli Stati membri e la decisione finale dovrà avvenire all’unanimità: non sarà facile.

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