Cooperazione internazionale

Germania, “piloti ribelli” si rifiutano di rimpatriare richiedenti asilo su 222 voli

La Germania ha reso noto che in più di 200 casi, tra gennaio e settembre, i piloti tedeschi non hanno voluto imbarcare i migranti per rimpatriarli.

Decine di piloti tedeschi si sono rifiutati di imbarcare, su un totale di 222 voli partiti tra i mesi di gennaio e di settembre di quest’anno, dei migranti ai quali era stata rifiutata la richiesta d’asilo. A riferirlo è un articolo apparso sul quotidiano Westdeutsche Allgemeine Zeitung, secondo il quale in molti casi il rifiuto è stato motivato dalla volontà di non partecipare al rimpatrio di cittadini afgani nel loro paese.

“L’Afghanistan non è un paese sicuro nel quale rimpatriare i migranti”

La posizione dei piloti è semplice: nella nazione asiatica la violenza continua a rappresentare la quotidianità per milioni di persone, nonostante anni di guerra e di occupazione militare da parte delle forze occidentali. Dunque, l’Afghanistan non può essere considerato come uno “stato d’origine sicuro”, come affermato invece dalle autorità della Germania.

La cifra ufficiale del fenomeno – riferisce la testata francese l’Express – è stata riferita dallo stesso governo di Berlino, su richiesta della sinistra parlamentare. In 143 casi si è trattato di voli che sono partiti dallo scalo di Francoforte e in 85 di aerei della compagnia Lufthansa, il cui portavoce Michael Lamberty ha spiegato che la decisione di non trasportare un passeggero “viene presa caso per caso. Se il pilota ha l’impressione che la sicurezza del volo possa essere compromessa dalla presenza di un passeggero, ha l’obbligo di rifiutare la sua presenza a bordo”. In realtà, però le motivazioni dei piloti sarebbero ben più politiche.

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La Germania, in ogni caso, dovrebbe per ora tirare dritto nella propria politica di rimpatri, per far fronte ad un numero particolarmente alto di domande d’asilo ricevute: più di 388mila nel primo semestre del 2017. Il ministero degli Interni ha perfino annunciato che a coloro che accetteranno di tornare in patria sarà proposto un bonus di tremila euro a partire dal prossimo mese di febbraio.

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