Giulia Cenci vince il Premio Cairo 2022 con il lupo nella vasca

Al Premio Cairo 2022, quest’anno a Impatto Zero grazie alla partnership con LifeGate, ha trionfato l’istallazione ibrida di Giulia Cenci: “Untitled”.

Un lupo squartato in una vasca da bagno è l’opera di Giulia Cenci che ha vinto il Premio Cairo 2022. Il fulcro dell’istallazione “Untitled” è il rapporto uomo-macchina esplicitato attraverso l’animale selvatico per eccellenza sdraiato in una maniera più che antropomorfa: potrebbe sembrare un essere umano che si gode le bolle dell’idromassaggio in cui è adagiato. La reference di Untitled è chiara: “Morte di Marat” di Jacques-Louis David realizzata però con materiali di recupero e con l’intento evidente di svelare i meccanismi dei corpi artificiali, è lo “scheletro” della vasca a catturare l’attenzione al primo sguardo. Macabra e paradossale l’opera di Giulia Cenci porta a riflettere sul rapporto che abbiamo con gli oggetti e con la tecnologia.

Premio Cairo
Alcune delle venti opere in gara al Premio Cairo tra cui, a destra, “Untitled” di Giulia Cenci, la vincitrice © Massi Ninni

Il Premio Cairo è un trampolino, non solo per chi vince

Il Premio Cairo, giunto alla sua ventunesima edizione – è stato istituito nel 2000, ma l’edizione del 2021 è stata annullata a causa dell’emergenza sanitaria – ha come obiettivo quello di essere un propulsore per i giovani talenti italiani. L’opera vincitrice di ogni edizione viene esposta nella collezione permanente Cairo, ma i lavori di tutti e venti i partecipanti saranno in mostra a Palazzo Reale dall’11 al 16 ottobre. “Vince uno, ma tutti hanno una grande visibilità” esordisce il Sindaco di Milano Beppe Sala nel fare gli onori di casa durante la serata-evento del 10 ottobre a Palazzo Reale: “Di tutti quelli che sono passati dal Premio Cairo una cinquantina sono andati alla Biennale. Sappiamo che si compete per vincere, ma è comunque una finestra importante con una grande giuria e un grande Patron. Urbano Cairo è una persona che ha fatto e sta facendo tanto per la città: le cose grandi si costruiscono nel tempo, così come questo premio”.

“Milano è la città dove sono nato e che adoro e fare qualcosa per la città per me è un grande piacere, qualcosa che mi riempie il cuore di gioia” fa eco a Sala il presidente di Cairo Editore Urbano Cairo e annuncia un’importante novità circa la sede del Corriere della Sera: “A luglio come Rcs abbiamo ricomprato l’immobile di via Solferino e, non appena concluderemo questa operazione, vogliamo fare una grande festa aprendo la storica sede a tutti i cittadini milanesi”.

La vincitrice: Giulia Cenci con “Untitled”

La giuria, presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, e composta da un pool di esperti e personalità del settore come Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di storia dell’arte della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, Mariolina Bassetti, chairman di Christie’s Italia, Gabriella Belli, storica dell’arte già direttore della Fondazione Muve – Musei Civici di Venezia, Ilaria Bonacossa, direttrice del museo nazionale dell’Arte digitale di Milano, Lorenzo Giusti, direttore della galleria d’Arte moderna e contemporanea (Gamec) di Bergamo, Andrea Viliani direttore del museo delle Civiltà di Roma e dal maestro Emilio Isgrò ha assegnato il primo premio all’unanimità. Queste le parole con cui è stata annunciata l’opera vincitrice: “Quando la condizione umana risulta sconvolta da un presente ostile e inquietante, gli artisti sanno farsi interpreti lucidi della realtà. Per aver saputo rappresentare con potenza formale l’incontro tra esseri viventi e mutazioni tecnologiche, tra naturale e artificiale, tra identità e alterità la giuria assegna all’unanimità il 21esimo Premio Cairo all’opera “Untitled” di Giulia Cenci.

Il premio è stato ritirato per lei dal titolare della galleria Spazio A di Pistoia. “Giulia in questo momento si trova a Montevideo, in Uruguay, per preparare una mostra che inaugurerà il 28 di ottobre. Collaboro con lei da circa dieci anni, da quando ha cominciato, sono molto contento per lei”.

Tecniche artistiche e tematiche ambientali

Tanti i temi proposti dai venti artisti in gara, che hanno lavorato prevalentemente durante il periodo pandemico perché avrebbero dovuto gareggiare nel 2021. Molte opere però hanno come fulcro la tematica dei cambiamenti climatici, probabilmente una delle preoccupazioni maggiori del tempo che stiamo vivendo. Ciascuno dei venti artisti selezionati dalla redazione del magazine Arte ha portato in scena la propria visione del mondo, raccontata attraverso il mezzo espressivo che più gli è proprio: Cecilia Granara vuole rendere, con i suoi dipinti, il concetto di liberazione del corpo femminile, Giulio Malinverni si è formato come restauratore dell’arte rinascimentale e Jacopo Martinotti affronta il delicato tema della rappresentazione storica con video performance. Adinda-Putri Palma propone una riflessione sulla dimensione dell’abitare, Diego Scroppo propone sculture in stampa 3D, Alice Faloretti vedute pittoriche dalla finestra e Marta Spagnoli tele oniriche a olio e acrilico.

Premio Cairo
Sullo sfondo “Gate”, l’opera di Alessandro Gerull volta a sensibilizzare sul problema dei rifiuti plastici © Massi Ninni

Anche le tecniche espressive sono le più varie: oltre all’istallazione ibrida di Giulia Cenci si spazia dalla pittura concettuale di Thomas Braida, al linguaggio ora scultoreo ora visuale di Elia Cantori fino alla vena upcycling di Alessandro Gerull, che indaga il problema dei rifiuti plastici. C’è poi Bros, ovvero Daniele Nicolosi, esponente della street art milanese, Linda Carrara con i suoi quadri-scultura,  gli esperimenti fotografici di Valentina De’ Mathà. Ancora: Luca Di Luzio indaga il concetto di corpo con una pittura sperimentale, Federica Di Pietrantonio traduce in pigmenti i videogiochi, Bruno Fantelli dipinge su tela spaventosi rave, Andrea Fontanari fornisce il suo personale concetto di natura morta, Gaia Fugazza ingloba nelle sue opere pittoriche elementi naturali mentre Corinna Gosmaro ha presentato una tecnica artistica ispirata alla ricerca nell’ambito delle neuroscienze.

Il Premio Cairo è carbon neutral grazie alla partnership con LifeGate

In linea con le preoccupazioni degli artisti e del mondo contemporaneo, il Premio Cairo ha voluto azzerare il suo impatto ambientale. Grazie all’adesione al progetto Impatto Zero di LifeGate sono state calcolate le emissioni prodotte per l’intero evento, quindi in parte ridotte e in parte compensate. Consumi energetici, mobilità dei partecipanti, materiale promozionale, rifiuti prodotti e pasti consumati alla cena di gala: la totalità  delle emissioni di CO2 generate da questo evento sono state ridotte e compensate mediante crediti di carbonio destinati alla tutela di foreste in Madagascar.

Premio Cairo
Una delle opere in concorso, “Immondo” di Bruno Fantelli © Massi Ninni

Saranno 19.800 i mq di foresta interessati dall’intervento in Madagascar: l’isola che può vantare una delle più elevate biodiversità del pianeta, è il luogo dove la presenza di specie endemiche è molto più alta che altrove. Contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici passa anche da questo genere di iniziative che, inoltre, garantiscono un sostegno economico e sociale alle popolazioni locali, coinvolte nella vita e nella gestione delle foreste.

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