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I dati del 6° rapporto ‘Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo’, ricerca realizzata da Ipr Marketing e Fondazione UniVerde presentati oggi a Milano alla Borsa Internazionale del Turismo, raccontano un’Italia preziosa, colma di turisti desiderosi di riscoprirla in modo sostenibile.
1 miliardo e 150 milioni ogni anno, nel mondo. 580 milioni in Europa. 47,7 in Italia. Di fronte a cifre così enormi, quelle degli arrivi annuali di turisti nel mondo, è facile comprendere che ogni piccolo passo verso la sostenibilità compiuto o dai turisti o dalle grandi catene alberghieri si traduce in grandi vantaggi per l’ambiente.
Ma non è solo questione di rispetto ambientale. Secondo i dati di Ipr Marketing, contenuti nel 6° rapporto ‘Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo’ presentato oggi da Fondazione Univerde alla Bit 2016 di Milano, la sostenibilità è un desiderio sempre più diffuso, e quindi è una leva per dare un’esperienza di viaggio sempre più di qualità, gratificante, completa.
Il rapporto conferma la grande percentuale di italiani (74%) che conosce il turismo sostenibile e lo definisce, in generale, quello che rispetta l’ambiente e cerca di ridurre il consumo di energia e di risorse del territorio. La maggioranza lo considera eticamente corretto. Il 60% si dichiara ottimista ed è convinto che la sensibilità per l’ecoturismo e il turismo sostenibile crescerà nei prossimi 10 anni.
Nonostante i numeri, però,, si sottolinea, occorrono più attenzione e promozione per l’ecoturismo nei parchi.La conoscenza e l’esplorazione (44%) sono tra i fattori che spingono a viaggiare di più preceduti soltanto dall’arricchimento culturale (46%). A prevalere nella scelta della meta sono le bellezze storico artistiche ed eventi culturali (61%) e la natura e i paesaggi (60%).
Prevale la consapevolezza (per il 48%) che esista un’emergenza in Italia sui danni che il turismo può provocare all’ambiente. Per il 58% del panel i rischi sono legati soprattutto alla cementificazione e alla speculazione edilizia. Il vincolo della sostenibilità è considerato un’opportunità di crescita per lo sviluppo economico di un’area turistica (46%) e una vera e propria necessità (41%).
Rispetto all’ecoturismo, il 60% del panel dichiara di averne sentito parlare ed è in grado di definirlo come forma di turismo che rispetta l’ambiente e le popolazioni locali, valorizzando le risorse naturali e storico culturali di un territorio. Il 76% non ha dubbi sul dichiarare che la sostenibilità rappresenti un motore di sviluppo per l’economia del settore.
Il 62% degli italiani ha visitato un parco naturale nazionale o regionale, mentre il 76% dichiara che per l’economia turistica di un territorio, l’attenzione all’ambiente rappresenta un fattore di crescita.
Concentrandosi sulle nostre aree protette, si rileva che il 62% degli italiani ha visitato un parco naturale nazionale o regionale. Tra quelli più conosciuti: il Parco Nazionale della Sila (65%); il Parco Nazionale del Gran Paradiso (60%); il Parco Nazionale dello Stelvio (57%); il Parco Nazionale del Gargano (57%); Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga (53%) e il Parco Nazionale delle Cinque Terre (51%). Quest’ultimo è quello più visitato (50%), seguito dal Parco del Gargano (47%) e da quello dello Stelvio (46%).
Il vincolo della sostenibilità è considerato un’opportunità di crescita per lo sviluppo economico di un’area turistica (46%) e una vera e propria necessità (41%).Nel pianificare un soggiorno, valutando la meta, il mezzo di trasporto e la struttura da prenotare, il 53% sta attento a fare scelte che non danneggino l’ambiente.
Una sensibilità cresciuta negli ultimi anni che spingerebbe il 44% del campione a pagare tra il 10% e il 20% in più per vacanze sostenibili, ma l’indagine approfondisce anche quali sono le caratteristiche che rendono tale un albergo.
Il 53% li considera ‘eco’ per i pannelli fotovoltaici; il 31% per i sistemi di risparmio elettrico e il 27% per quelli di risparmio idrico. I viaggiatori più attenti si preoccupano che tra i servizi offerti ci sia la possibilità di fare la raccolta differenziata (34%) o quella di mangiare biologico e a km 0 (32%). Per ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera, il 67% sarebbe disposto a rinunciare all’auto durante le vacanze, qualora la meta scelta fosse facilmente raggiungibile in treno. Il 40% ha già optato per questa soluzione nelle precedenti vacanze.
I turisti sostenibili sono esigenti anche sul cibo prediligendo ristoranti che prevedano nel menù prodotti provenienti da agricoltura biologica (il 46%) e a chilometro zero (il 54%), ma solo a parità di prezzo con quelli tradizionali. O quelli che offrono un menù vegetariano (20%) o vegano (12%, questa opzione compare per la seconda volta tra le preferenze).
“I dati confermano – fa notare Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde, che ha tra le sue finalità la valorizzazione del turismo sostenibile – come negli ultimi anni gli italiani siano più attenti a viaggiare in modo responsabile. Nel turismo tradizionale prevale sempre la sistemazione in hotel ma aumenta la richiesta di sostenibilità: dall’energia rinnovabile ai menù biologici e a km zero. La necessità di avere un minimo impatto durante i propri spostamenti è testimoniata anche dalla scelta di rinunciare alla proprio auto. Anche le strutture di pernottamento diventano sempre più ecologiche. Un trend positivo che mi auguro aumenti nei prossimi anni”.
“In tutto ciò – ha concluso Pecoraro Scanio – è assolutamente necessario che tutti i protagonisti, le istituzioni e le catene di hotel promuovano la crescita di competenze in Italia, con i giovani studenti universitari che devono essere incentivati a percorrere la strada del turismo sostenibile”.
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