La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
A causa della caccia e della guerra civile in Congo questa specie è ora classificata “in pericolo critico” dalla Lista rossa della Iucn.
https://www.youtube.com/watch?v=Mz5gtlJeBJQ
Il gorilla di pianura orientale (Gorilla beringei graueri) è la più grande scimmia del pianeta ed è uno dei nostri parenti più prossimi nel regno animale. La possente statura di queste primati, un silverback può raggiungere un’altezza di 180 centimetri per centosessanta chili di peso (con una dieta perlopiù vegetariana), non li aiuterà però a difendersi dall’estinzione cui sembrano condannati. Secondo un recente rapporto della Wildlife Conservation Society questa sottospecie di gorilla orientale, che vive ormai solo nelle foreste della Repubblica Democratica del Congo, potrebbe estinguersi in pochi anni se non si intervenisse.
Nel giro di appena venti anni, tra il 1995 e il 2015, la popolazione di gorilla di pianura orientale è crollata del 77 per cento, passando da 17mila a 3.800 esemplari. Tra le cause di questo tragico declino ci sono il bracconaggio, la distruzione delle foreste in favore di campi e pascoli e la guerra civile che da decenni insanguina la Repubblica Democratica del Congo.
Nella Lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) la specie era considerata “in pericolo”, ora è invece classificata “in pericolo critico”, la successiva, terribile, classificazione è “estinto in natura”. Della conservazione dei primati si sta parlando, tra le altre cose, durante la conferenza quadriennale dell’Iucn, in corso a Honolulu e che terminerà il 10 settembre. “Vedere il gorilla orientale, uno dei nostri cugini più vicini, ad un passo dall’estinzione, è davvero angosciante – ha dichiarato Inger Andersen, direttore generale dell’Iucn. – Abbiamo la responsabilità di intensificare gli sforzi per proteggere la specie e invertire questa tendenza”.
Il gorilla di pianura orientale è, purtroppo, in buona compagnia. Delle sei specie esistenti di grandi scimmie quattro sono infatti in pericolo di estinzione: il gorilla orientale (Gorilla beringei), il gorilla occidentale (Gorilla gorilla), l’orango del Borneo (Pongo pygmaeus) e l’orango di Sumatra (Pongo abelii). Le brutte notizie non si limitano ai primati, delle oltre 82mila specie animali valutate dalla Iucn, quasi il 30 per cento rischia di scomparire per sempre, a causa dall’impatto degli esseri umani.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Tre puntate speciali di News dal Pianeta Terra per parlare del legame tra biodiversità e transizione energetica, con il supporto di A2A.
In Scozia la popolazione selvatica di gallo cedrone conta ormai solamente 500 individui, per questo è stato avviato un piano per salvarla
Un pomeriggio di confronto sui temi della biodiversità in occasione della presentazione del primo Bilancio di sostenibilità territoriale della Sardegna.
Il 21 ottobre è iniziata in Colombia la Cop16, la conferenza delle Nazioni Unite per tutelare la biodiversità del nostro Pianeta.
L’Australia amplia la riserva marina delle isole Heard e McDonald, superando i suoi stessi obiettivi di tutela degli oceani.
Diversi studi hanno rivalutato, nel corso degli anni, il valore delle vespe per la salute umana, grazie al loro contributo per un’agricoltura meno chimica.
I polpi lavorano in gruppo, ognuno con un ruolo ben preciso, per cacciare. Triglie e cernie sono gli “amici” più stretti.
Il Living planet report del Wwf testimonia che la crisi della biodiversità è reale e intrecciata alla crisi climatica. Ma possiamo invertire la rotta.