
Un’invasione che sta mettendo a rischio l’ecosistema lagunare e le attività ittiche. Tra scarsi monitoraggi e l’invito al consumo umano, si sta perdendo di vista il vero problema: la perdita di biodiversità.
A causa della caccia e della guerra civile in Congo questa specie è ora classificata “in pericolo critico” dalla Lista rossa della Iucn.
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Il gorilla di pianura orientale (Gorilla beringei graueri) è la più grande scimmia del pianeta ed è uno dei nostri parenti più prossimi nel regno animale. La possente statura di queste primati, un silverback può raggiungere un’altezza di 180 centimetri per centosessanta chili di peso (con una dieta perlopiù vegetariana), non li aiuterà però a difendersi dall’estinzione cui sembrano condannati. Secondo un recente rapporto della Wildlife Conservation Society questa sottospecie di gorilla orientale, che vive ormai solo nelle foreste della Repubblica Democratica del Congo, potrebbe estinguersi in pochi anni se non si intervenisse.
Nel giro di appena venti anni, tra il 1995 e il 2015, la popolazione di gorilla di pianura orientale è crollata del 77 per cento, passando da 17mila a 3.800 esemplari. Tra le cause di questo tragico declino ci sono il bracconaggio, la distruzione delle foreste in favore di campi e pascoli e la guerra civile che da decenni insanguina la Repubblica Democratica del Congo.
Nella Lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) la specie era considerata “in pericolo”, ora è invece classificata “in pericolo critico”, la successiva, terribile, classificazione è “estinto in natura”. Della conservazione dei primati si sta parlando, tra le altre cose, durante la conferenza quadriennale dell’Iucn, in corso a Honolulu e che terminerà il 10 settembre. “Vedere il gorilla orientale, uno dei nostri cugini più vicini, ad un passo dall’estinzione, è davvero angosciante – ha dichiarato Inger Andersen, direttore generale dell’Iucn. – Abbiamo la responsabilità di intensificare gli sforzi per proteggere la specie e invertire questa tendenza”.
Il gorilla di pianura orientale è, purtroppo, in buona compagnia. Delle sei specie esistenti di grandi scimmie quattro sono infatti in pericolo di estinzione: il gorilla orientale (Gorilla beringei), il gorilla occidentale (Gorilla gorilla), l’orango del Borneo (Pongo pygmaeus) e l’orango di Sumatra (Pongo abelii). Le brutte notizie non si limitano ai primati, delle oltre 82mila specie animali valutate dalla Iucn, quasi il 30 per cento rischia di scomparire per sempre, a causa dall’impatto degli esseri umani.
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