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110 persone di ogni estrazione sociale si riuniranno per elaborare un piano per affrontare il riscaldamento globale e raggiungere l’obiettivo del governo di emissioni nette zero entro il 2050.
Uno dei fondamenti della democrazia ateniese, ritenuta la prima forma di governo democratico mai esistita, era l’assemblea dei cittadini, detta Ecclesia. Per risolvere i problemi collettivi è necessaria una partecipazione collettiva e se oggigiorno c’è un problema che riguarda ogni singolo essere umano sul pianeta, è la crisi climatica in corso. Per questo il prossimo 25 gennaio, nel Regno Unito, si svolgerà la prima assemblea dei cittadini per elaborare un piano per affrontare il riscaldamento globale e raggiungere l’obiettivo del governo di zero emissioni nette entro il 2050.
L’assemblea, la prima delle quattro previste, sarà composta da centodieci persone appartenenti a ogni estrazione sociale per rappresentare un campione della popolazione. Inizialmente il governo ha spedito un invito a 30mila persone, i partecipanti sono stati selezionati casualmente da un computer tra i duemila cittadini che avevano risposto positivamente all’invito.
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Oltre che varie fasce d’età e diversi status sociali, l’assemblea presenta una certa eterogeneità anche per quanto riguarda l’approccio ai cambiamenti climatici. Questo approccio riflette i risultati del sondaggio condotto nel 2019 da Ipsos Mori, che aveva indagato il livello di preoccupazione dei cittadini britannici per i cambiamenti climatici.
Secondo quanto riferito dagli organizzatori dell’assemblea, all’incontro, che sarà comunque condotto da quattro esperti, tra cui Jim Watson, professore di politica energetica all’University college di Londra, parteciperanno 54 persone molto preoccupate, 36 abbastanza preoccupate, 16 non molto preoccupate, tre persone non interessate all’argomento e una persona non a conoscenza del fenomeno.
L’assemblea dei cittadini, a differenza dell’analoga iniziativa francese presieduta dal premier Macron, è stata organizzata da alcune associazioni, tra cui Involve, ong che mira proprio a mettere le persone al centro del processo decisionale, la Sortition foundation e mySociety.
Le proposte emerse in occasione dell’incontro verranno elaborate in un rapporto curato dalle società organizzatrici che verrà pubblicato in primavera. Il rapporto sarà poi analizzato dal governo, ma non vi è alcuna garanzia che le proposte verranno appoggiate.
I membri dell’assemblea saranno chiamati a fornire il proprio punto di vista circa una serie di argomenti chiave, tra cui trasporti, agricoltura, energia e il ruolo del consumismo nella crisi climatica. Solo in occasione del terzo incontro si inizieranno a prendere decisioni su come raggiungere l’obiettivo, annunciato dal governo lo scorso luglio, di zero emissioni nette entro il 2050.
Macron has committed to enacting the decisions of French climate #citizensassembly.
Citizens will write policy ✊?✊?✊?✊?
We need this commitment from all countries ??#upgradedemocracy https://t.co/KTAMfPJ9nx
— Extinction Rebellion (@ExtinctionR) January 22, 2020
L’istituzione dell’assemblea soddisfa, almeno in parte, una delle tre richieste fondamentali avanzate da Extinction Rebellion (XR), il movimento non violento nato per chiedere interventi urgenti per arrestare la crisi climatica. Il movimento aveva infatti chiesto al governo che venisse riconosciuta una maggiore importanza alla volontà popolare tramite l’istituzione di un’assemblea dei cittadini che dovrebbe supervisionare i cambiamenti necessari per raggiungere gli obiettivi prefissati.
“Tuttavia, poiché l’assemblea dei cittadini sul clima non è stata commissionata dal governo, non è ciò che chiediamo – ha commentato un portavoce di XR -. Vogliamo qualcosa che abbia il potere effettivo di influenzare la politica”.
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