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Secondo l’associazione naturalista Wildlife Trust i bambini del Regno Unito stanno perdendo il contatto con la natura subendo un impoverimento spirituale.
I bambini di oggi, i cosiddetti nativi digitali, conoscono a menadito il funzionamento di smartphone, tablet, computer e tutte le nuove tecnologie informatiche. Stanno però perdendo la conoscenza della natura e delle creature che la popolano, ignorando nomi, aspetto e caratteristiche di animali e piante.
L’avvertimento è stato lanciato da Sir David Attenborough, una delle icone mondiali della divulgazione scientifica e pioniere dei documentari naturalistici, dopo che un sondaggio ha rivelato che quattro bambini su dieci, in Gran Bretagna, non hanno mai visto un riccio (Erinaceus europaeus) in natura.
“I giovani stanno diventando spiritualmente impoveriti perché raramente entrano in contatto con il mondo naturale”, ha dichiarato Attenborough, presidente emerito di Wildlife Trust, la più importante associazione britannica per la protezione della natura.
Anche la scienza ha ormai dimostrato i numerosi benefici apportati dal contatto con l’ambiente, negli ultimi anni è inoltre emersa una patologia definita “deficit da natura”, che provoca nei bambini un senso di spaesamento ogni qualvolta si trovano in un prato, in un campo o tra gli alberi.
“C’è un divario tra ciò che la società reputa intuitivamente migliore per i bambini e quello che stanno realmente ricevendo”, ha affermato Lucy McRobert di Wildlife Trust.
Secondo un sondaggio realizzato da Wildlife Trust il 71 per cento dei bambini britannici non ha mai visto una lucertola in un ambiente naturale, mentre più della metà non ha mai ammirato gli spettacolari stormi di storni che disegnano mutevoli figure nei cieli. Il dato più sorprendete, secondo la ricerca, riguarda i ricci, circa il 37 per cento dei giovani non ha mai visto uno di questi simpatici mammiferi, molto comuni nelle campagne europee.
“Il contatto con la natura non dovrebbe essere appannaggio dei privilegiati – ha precisato Attenborough – è fondamentale per lo sviluppo dei nostri figli. È commovente vedere la gioia e lo stupore sul volto di un bambino di sei anni mentre osserva un insetto pattinatore strisciare sull’acqua o la metamorfosi di un bruco”.
L’associazione naturalistica britannica invita i genitori e le scuole ad insegnare ai bambini l’amore per la natura e la conoscenza della fauna selvatica. “Sappiamo che il contatto di prima mano con la natura è un bene per i bambini – ha concluso Lucy McRobert – li rende più felici, più sani e più creativi e su alcuni può avere un impatto in grado di cambiare la loro vita”.
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