Hong Kong, la leader Carrie Lam: la legge sull’estradizione è morta

Benché non formalmente ritirata, il contestato progetto di legge sull’estradizione è “morto”, secondo la leader di Hong Kong Carrie Lam.

La leader del governo locale di Hong Kong, Carrie Lam, ha ceduto. Dopo settimane di proteste popolari imponenti e ininterrotte, la dirigente ha annunciato nella mattinata di martedì 9 luglio che il progetto di legge con il quale sarebbero state facilitate le estradizioni verso la Cina è ormai “morto”.

Carrie Lam ha parlato di tentativo “totalmente fallito”

La popolazione, dunque, ha vinto la propria battaglia, grazie al movimento di contestazione più ampio mai registrato nella ex colonia britannica negli ultimi trent’anni. Di fronte alla scarsa fiducia da parte dei suoi detrattori, Lam ha inoltre rassicurato: “Sono stati manifestati dei dubbi in merito alla sincerità del governo, o preoccupazioni circa il fatto che la norma possa essere rilanciata in Parlamento. Allora lo voglio ripetere qui: il progetto di legge è morto”.

Honk Kong Carrie Lam
La dirigente di Hong Kong Carrie Lam © Anthony Kwan/Getty Images

Già nello scorso mese di giugno l’esecutivo di Hong Kong aveva sospeso l’iter di approvazione della legge sulle estradizioni, proprio di fronte alle gigantesche proteste in piazza. Ciò nonostante, queste ultime non si erano arrestate: la popolazione chiedeva appunto il ritiro totale della norma.

Lam ha riconosciuto che i tentativi del suo governo di far approvare il testo si sono rivelati “un totale fallimento”. Ha quindi aperto a un confronto con i manifestanti – in particolare con gli studenti, principale anima del movimento di protesta – in pubblico e senza condizioni.  

“Problemi profondi nella società di Hong Kong”

“Sono giunta alla conclusione – ha spiegato – che ci sono dei problemi profondi nella società di Hong Kong. Problemi economici, di condizioni di vita, di divisioni politiche. La prima cosa che dobbiamo fare è identificarli e trovare delle soluzioni per avanzare”.

Occorrerà ora verificare se per la popolazione tali aperture saranno sufficienti a far dimenticare che, benché dichiarato “morto”, il progetto di legge sull’estradizione non è ancora stato ritirato in modo formale.

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