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Alla scoperta dell’isola di Pantelleria, che ha conosciuto le orme di Fenici, Romani, Vandali, Bizantini, Arabi e Normanni,un’antica storia ancora presente
L’isola di Pantelleria probabilmente era abitata già
cinquemila anni fa, nel Neolitico, dal misterioso popolo denominato
dei Sesi, che vi si era insediato per sfruttarne i preziosi
giacimenti di ossidiana, l’oro nero dell’antichità, un
“vetro vulcanico” che abbonda in più zone dell’isola ed
è invece raro altrove. Ma, come sempre per i popoli antichi,
l’insediamento è stato probabilmente dovuto a
peculiarità magico-religiose dell’isola.
Lungo la costa occidentale, come testimonianza archeologica, ci
sono rimaste le singolari e originali costruzioni in pietra, ignote
al di fuori di Pantelleria, che vengono denominate Sesi.
I Sesi segnalati da Paolo Orsi, che nel 1894-5 si era dedicato a
fondo allo studio di questi reperti archeologici, sono 58, ma molti
di questi oggi non sono più visibili, mentre altri ne sono
venuti alla luce con scavi più recenti. Hanno tutti una
struttura circolare, con una tipologia architettonica che richiama
le “navetas” e i “talayots” balearici, le “torri” della Corsica e i
“nuraghi” sardi, anche se, a differenza di questi, non sono cavi,
ma in muratura piena, con più piccole cavità ai
fianchi adibite probabilmente al rituale funerario o
iniziatico.
Il più grande di questi monumenti, definito Sese gigante,
è costituito da dodici di queste cellette disposte lungo il
perimetro orientate esattamente nella direzione delle dodici
costellazioni zodiacali. C’è chi ipotizza che il Sese avesse
una funzione iniziatica e che la peculiare posizione delle cellette
non fosse una semplice proiezione stilizzata del cielo, ma lo
rendesse più simile a un grosso accumulatore di energie
cosmiche, captate direttamente dalle stelle e convogliate
all’interno del Sese stesso.
Il laghetto dell’isola, dalle acque azzurre, tiepide e leggermente
salmastre, è tradizionalmente dedicato a Venere, signora
dell’amore, energia armonizzatrice e riunificatrice ma anche
imparentata con la morte intesa come trasformazione. Lì si
consumarono infatti gli amori del figlio Eros con la bella Psiche
(Anima), costretta dalla suocera gelosa a penare a lungo,
attraverso varie e dolorose vicissitudini, prima di potersi
ricongiungere definitivamente col suo lui.
Uno spunto in più per chiarire il mistero dei Sesi?
Forse.
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