![Il 21 luglio 2024 è stato il giorno più caldo mai registrato sulla Terra dal 1940](https://cdn.lifegate.it/0sKuxBpoLN0Q_vbQNIl4wssUWQY=/470x315/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/giorno-piu-caldo.jpg, https://cdn.lifegate.it/cDyWYE2S6C97vjP37EIQB57xf08=/940x630/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/giorno-piu-caldo.jpg 2x)
Secondo Copernicus, dal 3 luglio 2023 in poi il record del giorno più caldo (che precedentemente risaliva al 2016) è stato infranto 57 volte.
Il numero di giocatori di football americano morti a causa del caldo è in crescita
Il football americano è notoriamente uno degli sport più pericolosi per i rischi di traumi del mondo. Sempre più studi dimostrano una diretta correlazione tra i traumi subiti durante la carriera dai giocatori e, ad esempio, la frequenza con cui si palesano i sintomi dell’encefalopatia traumatica cronica (CTE) che colpisce molti ex atleti. La stessa Nfl, la principale lega di football americano, ha dovuto ammettere come questo sport aumenti moltissimo il rischio di incorrere in patologie del cervello.
Da qualche anno a questa parte, inoltre, i giocatori di football americano devono fare i conti con un altro fattore di rischio per la propria salute: il caldo.
Dal 2018 al 2022, undici giocatori di football americano sono morti a causa di colpi di calore. Anche durante l’estate 2023, la più calda mai registrata dal 1850 in avanti, si è verificato un caso di questo genere: Myzelle Law, ragazzo di 19 anni e membro della squadra di football della MidAmerica Nazarene University in Kansas, è morto dopo essersi allenato per un esaurimento causato dall’eccessivo calore.
Numeri che non si possono più ignorare e che stanno obbligando il football americano a pensare a delle soluzioni. Se però i traumi possono essere in qualche modo prevenuti tramite attrezzature migliori e qualche cambio del regolamento, combattere contro il caldo può essere molto più complesso.
Il pericolo del caldo colpisce sportivi e sportive in tante discipline diverse in giro per il mondo. La calciatrice americana Samantha Mewis, ad esempio, ha raccontato di come in passato il caldo e il fumo prodotto dagli incendi abbiano avuto degli impatti molto negativi in alcune sue prestazioni sportive, rendendole più faticose e al limite della sopportazione; oppure durante gli US Open di Tennis 2023 la chiusura del tetto dello stadio è stata anticipata, così da ombreggiare maggiormente il campo e offrire un po’ di sollievo ai giocatori, altrimenti molto esposti al caldo, tanto che il tennista Danil Medvedev è arrivato a dichiarare che “qualche giocatore potrebbe morire in campo con questo caldo”.
In questa condizione di difficoltà generale, tuttavia, il football americano sembra essere più esposto degli altri sport, soprattutto a livello giovanile. Una riceva della National Center of Biotechnology Information sostiene che ogni anno più di 9mila atleti delle squadre liceali americane ricevono cure per problemi di salute legati al caldo, e spesso – un terzo dei casi – quando arrivano questi colpi di calore non c’è alcun medico ad assisterli. I casi di esaurimento da calore nel football dei licei sono di 11,4 volte più numerosi rispetto a tutti gli altri sport sommati tra loro.
Questo a causa di alcuni fattori che vanno dalla concomitanza tra il l’inizio della stagione sportiva e il periodo più caldo dell’anno fino alla superficie su cui si allenano i ragazzi.
Le squadre di football americano iniziano solitamente ad allenarsi per preparare il campionato tra le ultime settimane di luglio e le prime di agosto; un periodo notoriamente tra i più caldi e che, nello specifico, in alcune zone degli Stati Uniti coincide anche con quello di impattanti fenomeni naturali come uragani e incendi spontanei. Questo mix mette a forte rischio la salute dei giocatori che, a differenza di quanto avviene in altri sport, per allenarsi sono costretti a indossare pesanti armature e caschi protettivi, che rendono logicamente più complicato rinfrescarsi e tenere più bassa la temperatura corporea.
A questo bisogna sommare il fatto che la maggior parte dei campi di football americano è costituito da erba sintetica, il che ha una grande capacità di aumentare il calore, a causa del fatto che l’erba artificiale riesca a raggiungere temperature anche quindici volte superiori rispetto a quella naturale.
I giocatori di football americano quindi si allenano nel periodo più caldo dell’anno, in mezzo spesso a uragani e fumi tossici, carichi e appesantiti dalle armature da gioco.
Inoltre bisogna sottolineare che questi dati rischiano di essere soltanto parziali, perché non tutte le situazioni patologiche che si verificano nei giovani giocatori sono effettivamente poi riconosciute come conseguenze del caldo, e quindi c’è la possibilità che questi dati siano in realtà ancora più alti. Inoltre, come spesso accade, i fattori di rischio aumentano con il diminuire delle possibilità economiche dei ragazzi, che non sempre in casa possono disporre di aria condizionata o altri strumenti per difendersi dal grande caldo.
La prima soluzione che alcune squadre americano stanno adottando è quella di spostare le sedi degli allenamenti estivi in luoghi più freschi. Le università inoltre stanno aumentando sempre di più le attenzioni sul tema, proprio perché spesso le patologie legate al caldo vengono ignorate o non riconosciute; sui campi quindi sono sempre più spesso presenti dei dottori, pronti a intervenire in caso appaiano alcuni sintomi prima che sia troppo tardi.
Tuttavia, al di là di queste soluzioni pratiche, ce ne sono altre che comportano un cambiamento culturale legato allo sport e al football americano. Soprattutto a livello giovanile, sempre più allenatori stanno sottolineando l’importanza di “abbassare le pretese”, evitando di spronare i ragazzi ad andare oltre i propri limiti, come invece ancora spesso succede. Far comprendere ai giovani giocatori che ci si può fermare prima di essere esausti, soprattutto quando le temperature superano i 30 gradi, non è sinonimo di debolezza.
Come potremmo anche dire per la globale lotta contro i cambiamenti climatici quindi, serve sia mettere in atto azioni concrete e decise sia un cambio di approccio, che riconosca la pericolosità del caldo per l’uomo, gli animali e la natura.
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