
Il contatto con la natura può essere una cura per i mali del nostro tempo. Lo dimostrano i risultati straordinari del lavoro di Andrea Mati.
Non è particolarmente difficile impiantare questa variante architettonica. E’ importante mettere in opera e verificare correttamente alcuni accorgimenti tecnici.
Il tetto verde vegetale, superficie coltivata, chiude in genere
l’ultimo piano dell’edificio, ma può situarsi a qualsiasi
livello della costruzione a copertura di locali interrati o
seminterrati (parcheggi, servizi, centri commerciali). E’ indubbio
che questa soluzione migliora l’impatto ambientale di qualsiasi
edificio o sistema di edifici, determinando una sensazione di
benessere visivo, acustico e termoigrometrico. Inoltre la
vegetazione che si sviluppa su queste superfici riduce l’emissione
di anidride carbonica in città, sviluppa qualità di
isolamento determinando risparmio energetico, impermeabilizzando
d’inverno e raffrescando d’estate.
Non è particolarmente difficile impiantare questa variante
architettonica. E’ importante mettere in opera e verificare
correttamente alcuni accorgimenti tecnici: la capacità di
drenaggio, il terreno di coltura, il sistema di irrigazione
collegato anche alla raccolta delle acque in eccesso.
Il tetto impiantato può avere la caratteristica di
intervento estensivo, realizzato con erbacee perenni tappezzanti,
pesi ridotti, ridotta irrigazione e manutenzione. Altri tetti
possano impiantare sistemi intensivi: sono i cosiddetti giardini
pensili, realizzati con essenze diverse, laghetti artificiali,
piazzole di sosta, gazebo. Non c’è che da sbizzarrirsi,
valutando le innumerevoli compatibilità degli elementi, per
rendere il tetto della casa sana e vivente.
Ricordo due sistemi interessanti.
Giuseppe Rosa
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