In cammino in Sardegna alla scoperta dell’entroterra fuori stagione

Non solo mare: la Sardegna punta su turismo attivo e cammini ed entra nella lista delle 25 migliori destinazioni al mondo di Lonely Planet per il 2026

Basta nominare la Sardegna per sentirsi in costume da bagno piacevolmente appollaiati su una spiaggia da sogno respirando il Mediterraneo, lontano da tutto e tutti, sotto il sole d’estate, in modalità offline. Chi scrive non vuole scalfire l’immaginario vacanziero legato all’isola, anche perché giustamente sarebbe impossibile. L’invito è semplicemente quello di considerare un altro modo di vivere la bellezza di questa regione, più avventuroso, con zaino in spalla e scarponcini ai piedi, mettendosi in cammino in autunno o primavera, per gustarsi a passo lento l’identità profonda sarda. Si toccano così borghi, siti archeologici, paesaggi dell’entroterra in cui ritroviamo tracce di 8.000 anni di storia, senza trascurare il calore dell’accoglienza locale e la qualità dei prodotti enogastronomici.

Questa combinazione di elementi ha certamente contribuito a far sì che la Sardegna sia stata di recente inserita per la prima volta fra le 25 migliori destinazioni al mondo segnalate da Lonely Planet, figurando tra le pubblicazioni “Best in travel 2026” come unica regione in Europa.

In viaggio sul Cammino dei Beati © Gianfranco Zedda/Noi camminiamo in Sardegna

Ci prepariamo quindi per un viaggio intimo su sentieri pochi battuti, facendo capolino tra chiese antiche, menhir, domus de janas (ben 18 siti preistorici riconosciuti nella lista Unesco) e nuraghi, con tappe in paesi in cui è facile imbattersi in feste popolari, con danze e canti tradizionali, su itinerari che spesso risultano adatti anche al cicloturismo ed ad escursioni a cavallo.

Sardegna, tradizioni sarde
Il gruppo di danza folk di Luogosanto © Federica Serra/NCIS

In cammino in Sardegna nel cuore dell’isola

Natura, identità, accoglienza sono le parole chiave di Noi camminiamo in Sardegna, il progetto voluto dall’Assessorato del Turismo della Regione Sardegna portato avanti dal 2022 in collaborazione con Terre di Mezzo, casa editrice esperta del settore, per promuovere un turismo lento, esperienziale e sostenibile, valorizzando il territorio sardo oltre il mare e la costa.

Nel gallurese, tra stazzi e montagne granitiche © Federica Serra/NCINS

Otto sono gli itinerari e otto le destinazioni proposte lungo le vie battute nel corso dei secoli dai pellegrini su cui si stanno facendo investimenti per migliorare le infrastrutture e i servizi con il coinvolgimento delle comunità interessate, anche con l’intento di dare loro un nuovo respiro economico.

La Sardegna, questa terra selvaggia e insieme dolce, dove tutto è mistero e tutto è chiaro, dove la vita pare immobile e invece scorre come l’acqua sotto le pietre del torrente, invisibile ma viva.

Grazia Deledda in Canne al vento

In cammino sulla Via dei santuari

Tra gli itinerari principali raggruppati in Noi camminiamo in Sardegna, troviamo la Via dei santuari, accanto ad altri come il Cammino minerario di Santa Barbara, il Cammino 100 torri, il Cammino francescano.

La Via dei Santuari nasce dal basso, dall’associazione Camminantes, che ha disegnato un percorso lungo le antiche vie di pellegrinaggio dei fedeli sardi e che ha la peculiarità di raccordare i novenari più importanti per storia, culto e tradizioni dal centro-nord dell’Isola fino alla Gallura, con un’escursione finale a Bonifacio, andando a unire idealmente Sardegna e Corsica.

In cammino nei dintorni di Galtellì © Luca Porcu/Noi camminiamo in Sardegna

La Via dei Santuari

  • 450 km da San Salvatore di Cabras a Bonifacio, in Corsica
  • 22 tappe
  • 90% di strada su sentieri e strade di campagna; difficoltà media-bassa
  • Alcuni punti di interesse: l’antica Tharros fondata dai Fenici nel Sinis, la chiesa di San Salvatore, Santa Maria Di Bonacattu (la chiesa mariana più antica della Sardegna), il santuario nuragico di Santa Cristina di Paulilatino, il Monte Gonara, il novenario di San Francesco di Lula
  • Simbolo: un rettangolo blu con le costellazioni che richiama la notte e il sonno sacro dei novenari
  • Piatti tipici: la bottarga nel Sinis, il formaggio casizolu nel Monteferru, i dolci della Barbagia (seadas e s’aranzada), il Cannonau di Mamoiada e il Vermentino in Gallura
  • Info utili sul sito dell’associazione camminantes e nella la guida di Paolo Loi La via dei Santuari in Sardegna edita da Imago

La tradizione dei pellegrinaggi in Sardegna e i novenari

La tradizione dei pellegrinaggi in Sardegna ha radici antiche, tanto che già nell’età del bronzo finale (1.300-1.200 a.C.) sorsero i primi villaggi-santuario dedicati al culto delle acque dove si incontravano le tribù per pregare, festeggiare ma anche per scambiare merci o stipulare patti.

Nell’epoca cristiana, nel centro e nord dell’isola, le mete dei pellegrinaggi diventano i novenari, delle specie di villaggi campestri in cui le comunità si radunano e vivono insieme per ben 9 giorni (la novena) prima della festa dedicata a un santo. Erano ammessi anche banditi e fuorilegge, con l’obbligo di lasciare le armi all’esterno, per vivere in un tempo sospeso di pace. I novenari erano muniti di piccole abitazioni dette cumbessias muristenes che ancora oggi vengono aperte a chi è in cammino.

Monte Gonare sulla Via dei Santuari © Noi Camminiamo in Sardegna 2023
Monte Gonare sulla Via dei Santuari © Noi Camminiamo in Sardegna

La pratica di dormire presso i luoghi sacri rappresenta un elemento originale del culto dei Sardi. Persino Aristotele ne parla nella sua Fisica, raccontando appunto del sonno terapeutico in luoghi dedicati ad antenati ed eroi diffuso in Sardegna.

Nel nord della Sardegna, Gallura e Luogosanto

La Via dei Santuari attraversa diverse regioni e paesaggi. Viene suddivisa idealmente in quattro segmenti: la Via delle acque, la Via delle pietre fitte, la Via di San Paolo di Monti, la Via delle Gallure.

In particolare dopo la “viscerale” Barbagia, nel nord si attraversa la Gallura, dove la luce e l’armonia trionfano. Si parte dal santuario di San Paolo di Monti, un luogo suggestivo immerso nel bosco e nel silenzio dedicato a Paolo di Tebe, che viene considerato il primo santo eremita della storia cristiana, ritiratosi nel deserto della tebaide, nell’antico Egitto. Qui convergono in pellegrinaggio tutte le popolazioni del centro-nord.

Ci si muove tra creste granitiche, foreste di sughere, pascoli e distese di vigne, su sentieri che si fanno largo tra arbusti di corbezzolo, mirto ed erica. Di particolare interesse è il tratto recuperato lungo l’ex ferrovia Monti-Tempio, ideale anche per escursioni in bici o a cavallo, lungo il quale troviamo la suggestiva tomba dei giganti di Pascaredda, una sepoltura megalitica dell’età del bronzo.

Disseminati nel verde compaiono gli stazzi, i tipici insediamenti rurali del gallurese, ma anche i dolmen (dal bretone tolmen, tavola di pietra) come quelli che circondano il paese di Luras.

Per chi ama l’arrampicata segnaliamo la palestra a cielo aperto nel parco delle Tre cime adiacente al paese di Luogosanto, un vero e proprio paradiso del bouldering. Qui, infatti, sono stati puliti e segnalati un centinaio di massi millenari con varie difficoltà d’arrampicata. Sempre nei dintorni di Luogosanto meritano una visita l’eremo di San Trano ricavato nella pietra granitica, i ruderi del Palazzo di Baldu con la chiesetta di Santo Stefano, i resti del castello di Balaiana sulla sommità del colle di San Leonardo (che si raggiunge dopo 300 scalini!) e l’incantevole vallata di Crisciuleddu dove si può abbracciare una quercia da sughero monumentale con diametro di 4 metri, uno degli esemplari più imponenti di questa specie.

In cammino in Sardegna per rigenerarsi

“L’idea di Via si fonda su una tradizione profonda, sede di memorie “attive” capaci di generare stimoli sottili per coloro che camminano con un’intenzione spirituale, all’insegna della rigenerazione di sé e delle relazioni, ma anche della semplice passione per l’escursionismo”, spiega Paolo Loi, ideatore della Via dei Santuari.

Lungo il cammino Francescano © Noi camminiamo in Sardegna

Ci sono molti aspetti che rendono affascinanti i cammini in Sardegna: la quiete e la vastità delle campagne che offrono un certo piacere di smarrimento; l’incredibile stratificazione e varietà culturale che vive non solo nei paesaggi ma anche nella lingua, a tavola, nelle danze, nei canti, nei costumi tradizionali nonché nei rituali religiosi presenti ancora oggi nelle comunità, in cui si uniscono sacro e profano. E poi c’è la connessione profonda degli abitanti con la propria terra. È questo a rendere speciale gli incontri. Dalle persone del posto traspare un grande senso di appartenenza alle proprie radici e molto spesso un legame intenso con la natura. È ciò che ritroviamo nella cura con cui si cucina e si offre un piatto, nella pastorizia o ancora nell’antica arte della decortica (per l’estrazione del sughero) che viene tramandata di generazione in generazione e che diventa espressione dell’equilibrio tra umano e ambiente, tra il prendere con rispetto dalla natura e il lasciare.

La Regione propone 8 cammini e 8 destinazioni per il turismo slow © Noi camminiamo in Sardegna

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Articoli correlati
Perù, viaggio agli albori della civiltà

Da Cusco, ombelico del mondo, a Machu Picchu, la città perduta degli Inca, un itinerario nella storia millenaria del Perù tra siti archeologici e riti ancestrali.

Articolo sponsorizzato