Indice di percezione della corruzione, l’Italia guadagna dieci posizioni

L’edizione 2021 dell’Indice di percezione della corruzione, l’indagine annuale condotta da Transparency international, premia l’Italia.

  • Transparency international ha pubblicato l’edizione 2021 dell’Indice di percezione della corruzione.
  • L’Italia guadagna 3 punti in un anno e sale a quota 56, scalando ben dieci posizioni in classifica: ora è 42ma su 180 stati.
  • Il nostro paese resta comunque molto più indietro rispetto al nord Europa. Si rendono necessarie alcune riforme, sottolinea la ong.

Kosovo, Colombia, Etiopia, Guyana e Marocco sono i paesi in cui la corruzione appare dilagante. Tutto un altro pianeta rispetto al nord Europa, dove il settore pubblico gode della fiducia di cittadini e addetti ai lavori. E l’Italia? L’edizione 2021 dell’Indice di percezione della corruzione, stilato da Transparency international, la colloca a metà classifica. Impossibile non notare, però, i notevoli passi avanti compiuti nell’ultimo decennio.

Come funziona l’Indice di percezione della corruzione

Istituita nel 1993 a Berlino, Transparency international è la più importante organizzazione non governativa che si batte contro la corruzione, con una presenza in un centinaio di paesi. Tra le sue attività più note e rilevanti c’è proprio l’Indice di percezione della corruzione, cioè uno studio condotto ogni anno sul livello di corruzione pubblica che viene percepito in 180 stati. Interpellando soprattutto gli esperti provenienti dal mondo delle aziende attraverso 13 diversi sondaggi e strumenti di analisi, i ricercatori arrivano a determinare un punteggio finale espresso su una scala da zero a cento. Più sale il punteggio, più aumenta la fiducia nei confronti del settore pubblico. Viceversa, punteggi bassi equivalgono a un clima pesantemente condizionato dalla corruzione.

Indice di percezione della corruzione Transparency International
La mappa della corruzione percepita © Transparency International

I passi avanti dell’Italia contro la corruzione

Nel 2012 l’Italia doveva accontentarsi di un punteggio di 42 su 100. Da allora il voto è migliorato di anno in anno fino a raggiungere i 56 punti nel 2021, con un balzo in avanti di tre punti rispetto al 2020 che le permette di scalare ben dieci posizioni in classifica. Oggi il nostro paese è in 42ma posizione su 180 paesi analizzati, a pari merito con la Polonia e l’isola di Sant Lucia. C’è da dire però che gli altri stati dell’Europa occidentale sono tutti nella parte alta della classifica, a partire dai paesi scandinavi, tutti al di sopra degli 80 punti.

“La credibilità internazionale dell’Italia si è rafforzata in quest’ultimo anno anche per effetto degli sforzi di numerosi stakeholder del settore privato e della società civile nel promuovere i valori della trasparenza, dell’anticorruzione e dell’integrità”, commenta la presidente di Transparency international Italia, Iole Anna Savini.

Indice di percezione della corruzione: i migliori

  • Danimarca (88)
  • Finlandia (88)
  • Nuova Zelanda (88)
  • Norvegia (85)
  • Singapore (85)
  • Svezia (85)
  • Svizzera (84)
  • Paesi Bassi (82)
  • Lussemburgo (81)
  • Germania (80)

I punti deboli del sistema Italia

Un risultato che fa ben sperare per la ripresa economica dopo la crisi pandemica. Ma che non è comunque un buon motivo per abbassare la guardia, visto che ci sono diverse questioni da sbloccare. Prima fra tutte la legge per la tutela dei whistleblower, cioè i dipendenti che denunciano irregolarità sul posto di lavoro e che pertanto vanno protetti. È stata introdotta già nel 2017 ma ora va completata, applicando la direttiva europea 2019/1937.

Indice di percezione della corruzione: i peggiori

  • Timor Est (41)
  • Bielorussia (41)
  • Trinidad e Tobago (41)
  • India (40)
  • Maldive (40)
  • Kosovo (39)
  • Colombia (39)
  • Etiopia (39)
  • Guyana (39)
  • Marocco (39)

Il direttore di Transparency International Italia Giovanni Colombo ricorda che non è ancora stato pubblicato il registro dei titolari effettivi di imprese, persone giuridiche e trust, uno strumento fondamentale in ottica di antiriciclaggio. “Ci auguriamo che il processo legislativo per la regolamentazione del lobbying sia portato a termine nel migliore dei modi”, conclude.

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