
L’umanità raggiunge l’Overshoot day già il 24 luglio: per il resto del 2025 consumerà più risorse di quelle che il Pianeta può rigenerare.
Secondo le stime fornite dal ministero dell’Ambiente, da qui al 2020 complessivamente in tutta Europa potrebbero essere creati ben 20 milioni di nuovi posti di lavoro verdi. Anche in Italia il trend è simile, se non migliore, con i dati della Fondazione Symbola per il 2013 che indicavano in 3 milioni i posti di lavoro
Secondo le stime fornite dal ministero dell’Ambiente, da qui al 2020 complessivamente in tutta Europa potrebbero essere creati ben 20 milioni di nuovi posti di lavoro verdi.
Anche in Italia il trend è simile, se non migliore, con i dati della Fondazione Symbola per il 2013 che indicavano in 3 milioni i posti di lavoro creati dall’economia verde.
In una nuova ricerca condotta dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile e dal Consiglio Nazionale della Green Economy (CNGE), che sarà presentata durante gli Stati Generali della Green Economy (5-6 novembre), più di nove imprenditori green su dieci crede che innovare e investire in tecnologie e processi green sia un orientamento inevitabile e alla lunga ricco di opportunità di crescita e di occupazione.
Il sondaggio, articolato in 56 temi relativi a 8 argomenti strategici, ha coinvolto 437 imprenditori che gestiscono imprese per un totale di 64.573 dipendenti e con un fatturato complessivo di 15 miliardi e 956 milioni.
“Nel panorama italiano – ha detto Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – un gruppo esteso di imprenditori si caratterizza per un nuovo orientamento, chiaramente green, e comincia a operare nella stessa direzione sulla base di idee e convinzioni condivise. È su questo importante fattore, emerso dall’indagine condotta dal Consiglio Nazionale, che vogliamo incentrare la discussione a Rimini, presentando al Governo imprenditori pronti a fare squadra per affrontare la crisi economica e climatica”.
Proprio sulla stagnazione economica in corso, il 92% degli intervistati ha affermato che la crisi è profonda e sollecita cambiamenti perché le vecchie strade non sono più sufficienti per riaprire prospettive durature di sviluppo. Il 90%, inoltre, ha dichiarato che innovare, differenziare, convertire produzioni e consumi in direzione green potrebbe contribuire in modo significativo ad alimentare una ripresa economica, con nuovi investimenti e nuova occupazione.
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