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È stato presentato a Roma il rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere sulla green economy in Italia. In aumento del 15% i “lavori verdi”.
Il fatturato della green economy è in crescita e i lavoratori impiegati in occupazioni che contribuiscono in modo significativo alla tutela dell’ambiente e a ridurre l’impronta ecologica sono in costante aumento.
Questi i dati confortanti emersi da GreenItaly 2015, il sesto rapporto realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere, promosso in collaborazione con il Conai, che analizza lo stato dell’arte dell’economia sostenibile in Italia.
“Nel 2015 il 14,9 per cento delle assunzioni previste dalle imprese riguarda green jobs – si legge nel rapporto GreenItaly. – In termini assoluti, si tratta di quasi 74.700 assunzioni di green jobs e di 219.500 assunzioni associate alla richiesta di competenze green, nel loro insieme, raggiungendo quota 294.200 assunzioni, costituiscono ben il 59 per cento della domanda di lavoro”.
La via della sostenibilità è sempre più percorsa dalle imprese italiane, nel 2015 120mila imprese hanno investito per ridurre il proprio impatto ambientale, il 36 per cento in più rispetto al 2014. Secondo i dati diffusi dall’Istat la green economy italiana vale oltre 102 miliardi di euro, pari al 10,3 per cento dell’economia nazionale, e garantisce quasi tre milioni di posti di lavoro.
Secondo GreenItaly 2015 le figure professionali “verdi” più richieste sono: l’installatore di impianti termici a basso impatto, l’ingegnere energetico, il tecnico meccatronico, l’ecobrand manager, l’esperto di acquisti verdi, l’esperto in demolizione per il recupero dei materiali, l’esperto del restauro urbano storico, il serramentista sostenibile, l’esperto nella commercializzazione dei prodotti di riciclo, il programmatore delle risorse agroforestali, l’esperto in pedologia, l’ingegnere ambientale, lo statistico ambientale e il risk manager.
Le regioni più virtuose sono Lombardia, con 19mila nuove assunzioni nei vari settori della green economy, Lazio (9.410) ed Emilia Romagna (6.390).
“Puntando sul green non solo il made in Italy ha coniugato qualità, tradizioni, innovazione e competitività – ha dichiarato il presidente di Fondazione Symbola, Ermete Realacci – ma ha anche aperto la via dell’economia circolare, a misura d’uomo e attenta alla custodia del pianeta”.
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