
Un’invasione che sta mettendo a rischio l’ecosistema lagunare e le attività ittiche. Tra scarsi monitoraggi e l’invito al consumo umano, si sta perdendo di vista il vero problema: la perdita di biodiversità.
Gli animali, che vivevano in isole remote nell’oceano Indiano e nel Pacifico, sono morti intrappolati nei detriti di plastica.
I granchi eremita, o paguri eremita, nome comune che comprende diverse specie di crostacei decapodi, difendono la parte molle del loro corpo utilizzando conchiglie e gusci vuoti di gasteropodi. Una volta trovata una conchiglia adatta la rendono confortevole secernendo sostanze chimiche erosive, che permettono di creare uno spazio interno ampio e liscio, e la lasciano solo quando sono cresciuti e sono costretti a cercare conchiglie più grandi. Questa tecnica rappresenta un’eccellente strategia di difesa contro i predatori, ma non può nulla contro un nemico terribile e inanimato, che sta uccidendo creature marine di ogni tipo, la plastica.
508mila granchi eremita sono infatti stati trovati morti a causa dei rifiuti di plastica nell’arcipelago delle Isole Cocos, nell’oceano Indiano, tra l’Australia e lo Sri Lanka, mentre 61mila sono stati rinvenuti sull’isola di Henderson nel sud del Pacifico. Gli animali sarebbero morti intrappolati nei detriti di plastica e gli studiosi, alla luce del dilagante inquinamento che affligge mari e oceani di tutto il pianeta, temono il declino delle specie di paguri.
I ricercatori dell’Istituto di studi marini e antartici (Imas) dell’università della Tasmania, del museo di Storia naturale di Londra e dell’organizzazione Two Hands project, hanno scoperto che, nei siti esaminati, da uno a due granchi per metro quadrato di spiaggia vengono uccisi dai rifiuti. Gli scienziati hanno esaminato quattro isole dell’arcipelago delle Cocos e l’isola di Henderson alla ricerca di contenitori di plastica aperti, in grado di intrappolare gli invertebrati, e contando il numero di granchi bloccati in ciascuno.
I contenitori si sono rivelati dunque trappole mortali per i paguri, e il problema è acuito da una loro particolare caratteristica. Uno studio pubblicato lo scorso febbraio ha infatti dimostrato che i granchi eremita sono in grado di fiutare con grande abilità l’odore dei propri conspecifici morti, per potersi appropriare delle loro conchiglie, ormai sfitte. Nel caso degli animali deceduti nei rifiuti di plastica, questo dà il via a un circolo vizioso e i paguri finiscono tutti intrappolati nello stesso punto. I ricercatori hanno trovato un contenitore con dentro ben 526 granchi morti.
Il declino dei granchi eremita potrebbe avere un grave impatto sugli ecosistemi circostanti. Questi piccole creature svolgono infatti preziosi servizi ecosistemici, ad esempio disperdono i semi e aerano e fertilizzano il suolo. L’effettivo rischio che i granchi eremita corrono a causa della plastica non è ancora chiaro, ma i risultati dei ricercatori hanno evidenziato l’urgente necessità di un’indagine sul tasso di mortalità di questi paguri in tutto il mondo.
Scopri LifeGate PlasticLess, un mare di idee contro un oceano di plastica
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Un’invasione che sta mettendo a rischio l’ecosistema lagunare e le attività ittiche. Tra scarsi monitoraggi e l’invito al consumo umano, si sta perdendo di vista il vero problema: la perdita di biodiversità.
La presenza del lupo in Italia e in Europa è un argomento molto controverso. Un predatore che suscita timore ma che ricopre un ruolo fondamentale per la biodiversità.
Ora i giudici contrari al marco temporal, ovvero il processo di demarcazione per togliere le terre agli indigeni in Brasile, sono 4. Quelli a favore 2. Il 20 settembre si torna al voto.
In preda allo sconforto verrebbe da pensare che la convivenza tra uomini e grandi predatori sia definitivamente fallita. Tuttavia non ci si può né ci si deve arrendere.
Secondo un recente studio, il numero di leontocebi in Brasile ha raggiunto 4.800 individui, dopo aver combattuto con l’estinzione e la febbre gialla.
Cambiare il rapporto tra essere umano e squali porterebbe effetti a cascata sull’intero ecosistema marino. Il parere della biologa marina Melissa Cristina Márquez.
I lupi, come gli orsi, sono nel mirino della provincia di Trento. Un’ordinanza prevede l’abbattimento di due animali.
Gli eventi che hanno colpito Milano i giorni scorsi hanno distrutto anche l’apiario di Gorgonzola. La testimonianza di Marco Zucchetti, apicoltore hobbista.
La summer school nell’area marina protetta delle Egadi è un concentrato di informazioni tecniche e pratiche sulla biodiversità e sulla sua salvaguardia