“Ognuno ha il suo posto, questo è il mio”, l’intervista a Mauro Morandi, da 30 anni eremita nell’isola di Budelli

Dal 1989 vive sull’isola di Budelli, in Sardegna. Dice di detestare l’umanità ma in realtà ama solo di più la natura. Una chiacchierata con il guardiano di un paradiso.

Ne hanno già parlato in molti di quest’uomo non più giovane (ha 81 anni), che da oltre 30 vive da solo sulla magnifica isola di Budelli, nell’Arcipelago della Maddalena in Sardegna. Ma forse è proprio questo il momento giusto per chiacchierare con Mauro Morandi: da mesi tutti noi siamo costretti a un isolamento forzato che ci vieta gran parte delle relazioni e degli incontri e ne soffriamo; lui invece ha scelto di vivere così, spontaneamente, già dal 1989 e non sembra rinnegare nulla. E non vuole andarsene dall’isola.

Come è arrivato nell’isola di Budelli?
In realtà io volevo andare in Polinesia: con degli amici avevamo acquistato un catamarano e abbiamo raggiunto La Maddalena perché tutti dicevano che c’era molto traffico di turisti e noi intendevamo lavorare con loro e sfruttare il buon momento. La nostra situazione non era rosea: avevamo debiti con le banche e dovevamo guadagnare un po’ di soldi. Nulla di romantico dunque. Prima ero un insegnante di educazione fisica, poi sono andato in pensione. Con me c’era anche la mia compagna con la quale ho condiviso 40 anni di vita, lei è morta due anni fa.
Quando abbiamo visto questa casa dove vivo ora, di fronte alla baia, siamo tutti rimasti estasiati: era il 1989. Abbiamo deciso di incontrare il custode e di parlargli e ci ha detto che sarebbe andato via da lì a due giorni per via della moglie che non sopportava più la situazione: d’estate migliaia di persone e il caos che generavano, mentre d’inverno la solitudine assoluta. A me non è parso vero: gli ho chiesto di prendere il suo posto e così è stato, fino ad adesso.

Lei è originario di Modena, nulla a che vedere con il mare…
In effetti è vero. Io e la mia famiglia andavamo a fare le vacanze alla foce del Po, con un barcone, la mia passione è nata così, da lontano. È stata tutta una strana avventura questa “faccenda del mare”.

Ma cosa c’era a Budelli nel 1989?
C’era solo una casa militare della seconda Guerra mondiale che era stata un po’ ristrutturata dal padrone di Budelli per stabilirci il custode dell’isola. Tutto qui. Nient’altro se non natura. I suoi compiti erano essenzialmente quelli di controllare che non scoppiassero incendi e che i turisti non entrassero nell’isola che ai quei tempi era privata, di una società italo svizzera che l’aveva acquistata per costruire. Ma allora si poteva edificare solo per 3 mila metri cubi in base all’indice agricolo, mentre loro ne avrebbero voluti 30mila. Per anni sono andati avanti legalmente per ottenere ciò che desideravano: altrimenti il loro business non avrebbe avuto i risultati sperati. Poi con la legge Galasso ogni speranza di questo gruppo immobiliare è svanita: qualsiasi costruzione sulle piccole isole è stata impedita.

E oggi cosa vede chi arriva sull’isola?
Rimane tutt’oggi solo la casa militare, il Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena ora ha chiesto e ottenuto dei fondi al Ministero competente per fare dei lavori di ristrutturazione della casa e soprattutto per eliminare l’amianto presente e le parti abusive (circa 20 metri quadrati). Il problema è che io ora dovrei andarmene, e non solo per il tempo necessario ai lavori. Mentre io vorrei restare qui. Cioè: andarmene per poi tornare quando tutto sarà finito. Pare però ci sia una legge che proibisce a un ente pubblico di assumere uno della mia età, io ho 81 anni. Per questo ho lanciato una petizione diretta al ministro dell’Ambiente affinché trovi un sistema per farmi rimanere qui. Io non voglio essere assunto, voglio essere solo un volontario e quindi non pagato.

Per me rimanere qui è soprattutto un’occasione unica di comunicazione della mia scelta e quindi di ciò che sta dietro al mio pensiero. Budelli è l’isola del sogno ma io desidero che la gente capisca la bellezza che sta sotto a questo luogo. Mi reputo un ambientalista in questo senso. Sono scappato dalla società perché quella odierna non ama la natura ma la adopera a suo piacimento. Io cerco di salvaguardarla. Non potrei mai rientrare in questo mondo di consumi in cui voi state bene.

Lei è apparso ovunque, persino sulla CNN, si sarebbe mai immaginato un clamore tale per la sua scelta di vita?
Assolutamente no. Anzi, i primi anni che siamo arrivati qui insieme alla mia compagna non desideravo vedere nessuno. Non volevo nemmeno che qualcuno venisse sotto questa tettoia dove invece ora vengono in molti turisti. Odiavo l’umanità, anzi: la odio tutt’ora.

Mauro Morandi quit modern society in 1989 and said he never feels lonely. "I started thinking about leaving a society that does not take the individual into account, but thinks only of power and money."

Posted by CNN Travel on Thursday, March 22, 2018

Perché odia l’umanità?
Hai mai visto un video di un allevamento intensivo di animali? Ecco. Noi permettiamo tutto questo. L’umanità avvalla tutto. È qualcosa a cui sono arrivato gradualmente, ma ci sono arrivato. E ora, per quel che posso, faccio la mia parte. E il web, la rete, in questo mi ha aiutato. Non mi faccio adoperare, sono io che la sfrutto.

In molti si chiederanno come si vive da soli su un’isola, specie d’inverno.
È una giornata normalissima la mia. Bisogna solo seguire la natura. Quindi molto dipende dal tempo. Faccio ogni giorno, se il meteo lo consente, esercizio fisico e poi giro continuamente e scatto foto per raccontare l’isola e ciò che vedo. Per le cose pratiche, tipo la spesa, grazie ad amici mi arriva il necessario una volta ogni 15 giorni. Non vedo nessuno, non ho rapporti che non siano telefonici.

Ma c’è qualcosa che le manca?
Qualcuno. Una donna che ho conosciuto cinque anni e fa e di cui mi sono innamorato. Però lei lavora e non può essere qui con me. È difficile. La comunicazione virtuale e telefonica la odio ormai. Voglio guardare le persone negli occhi e lei vorrei anche abbracciarla.

Da quel che racconta, sembra disilluso riguardo al mondo in generale.
Non credo di aver perso qualcosa. Se anche tornassi, cosa potrei fare? Stiamo distruggendo il mondo, senza rendercene conto. Nemmeno il virus ha cambiato le cose. Anzi, siamo diventati peggio secondo me.

E la crisi climatica?
Io sono incazzato nero. Soprattutto perché mi sono reso conto che nessuno vede davvero la bellezza. Colgono solo la superficie. Io percepisco con tutti i sensi l’isola. E la curo.

Dopo 30 anni, com’è cambiata l’isola di Budelli naturalisticamente parlando?
I venti sono modificati, prima erano sempre da ponente – il Maestrale per esempio – e accumulavano la sabbia nella baia trasportando il microorganismo rosa che ha dato il famoso colore alla spiaggia, la Miniacinia Miniacea, che non è altro che carbonato di calcio che, sfaldandosi con la risacca, si trasforma in questa sabbia finissima che è uguale a quella della Polinesia, dove io volevo andare. Tutto torna insomma. Questa spiaggia è al 90 per cento di carbonato di calcio, quasi uguale alle spiagge delle isole coralline la cui percentuale è 100 per 100. Sono qui, nell’unico luogo nel Mediterraneo praticamente identico alla Polinesia dove ero diretto. Non posso che stare qui, e spero di vivere a lungo in connubio con questa isola che per me è la più bella del mondo. “Ognuno ha il suo posto” come diceva Castaneda, questo è il mio.

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