
Nella seconda metà di gennaio, vaste parti dell’Asia sono alle prese con un freddo record: in Afghanistan e Corea del Nord si teme un’emergenza umanitaria.
Cinque isole del Pacifico sono scomparse. Per sempre. Uno studio ha portato alla luce l’impatto dell’innalzamento del livello dei mari sugli stati isola, grazie (anche) a vecchie fotografie.
Per la prima volta nella storia gli scienziati sono riusciti a dimostrare l’impatto dei cambiamenti climatici e dell’innalzamento del livello dei mari sugli stati isola. Infatti, cinque isole sono state sommerse dal mare nel corso degli ultimi 70 anni.
Queste facevano parte delle isole Solomon, un gruppo di mille isole nell’oceano Pacifico sudoccidentale che si trovano a circa 1.600 chilometri dalle coste nordorientali dell’Australia. L’arcipelago ha subito gli effetti del progressivo innalzamento del livello dei mari. Infatti, qui il livello del mare ha registrato un tasso di crescita tra i più alti al mondo, aumentando di dieci millimetri all’anno, come dimostrato nello studio pubblicato sulla rivista Environmental research letters a maggio 2016.
Le cinque isole scomparse non erano abitate. Tuttavia, altre sei isole nella stessa zona hanno perso più del 20 per cento della propria superficie, distruggendo villaggi interi e costringendo le comunità locali a spostarsi.
“L’elemento umano in questa storia è preoccupante. Lavorare in prima linea con persone e famiglie che hanno perso la propria casa – in cui abitano da quattro o cinque generazioni – è allarmante”, ha detto l’autore dello studio, Simon Albert dell’università del Queensland, alla Cnn. “Questo tipo di trasferimento sarà molto complesso e costerà milioni di dollari, il che rende il paese ancora più dipendente dagli aiuti internazionali”.
A causa di studi insufficienti sulle condizioni delle piccole isole del Pacifico occidentale, finora non era mai stato possibile dimostrare gli effetti diretti del riscaldamento globale. Le comunità più remote da oggi saranno in grado di monitorare meglio la propria vulnerabilità all’erosione e, quindi, pianificare misure di adattamento specifiche. Lo studio ha raccolto immagini aeree e da satellite, scattate tra il 1947 e il 2014, basandosi anche sulla conoscenza locale.
Inoltre, questi risultati rappresentano una pietra miliare che potrebbe contribuire a smontare le argomentazioni degli scettici che ancora oggi rifiutano il fatto che le attività dell’uomo siano la causa principale del riscaldamento globale. “Le isole Solomon sono come un laboratorio naturale che ci dà un’indicazione di cosa potrebbe aspettarci in futuro in tutto il mondo”, ha affermato Albert. “Quello che è successo a queste isole potrebbe diventare la norma”.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Nella seconda metà di gennaio, vaste parti dell’Asia sono alle prese con un freddo record: in Afghanistan e Corea del Nord si teme un’emergenza umanitaria.
Il nuovo presidente della Colombia, Gustavo Petro, vuole svincolare l’economia dai combustibili fossili. A cominciare dallo stop alle nuove concessioni.
Uno studio pubblicato dalla rivista Nature indica che le temperature in Groenlandia hanno raggiunto i record dell’ultimo millennio.
Prima le proteste nel fango a Lützerath, poi la presenza più istituzionale a Davos. In pochi giorni Greta Thunberg si è fatta sentire lì dove più conta.
Respinta la richiesta di sorveglianza speciale da parte della questura di Pavia per l’attivista di Ultima generazione che imbrattò il Teatro alla Scala.
Uno studio internazionale ha confermato il preoccupante e continuo aumento delle temperature delle acque degli oceani di tutto il mondo.
Il dispositivo Levante canyon mooring analizza i cambiamenti climatici e la protezione degli ecosistemi marini. Aumentano le innovazioni alle Cinque Terre.
Il buco dell’ozono si sta chiudendo. Un risultato ottenuto grazie alla cooperazione tra stati e l’applicazione di accordi ambientali. Un esempio da seguire.
I dati di Copernicus confermano che gli ultimi otto anni sono stati i più caldi di sempre a livello globale, con il 2022 in quinta posizione.