La società di ricerche di mercato Swg ha interpellato un campione rappresentativo di 800 italiani in merito alla guerra in Ucraina.
L’assoluta maggioranza, cioè il 62 per cento, si è attivato per donare alimentari, vestiti o medicinali, o intende farlo a breve.
Circa il 4 per cento degli intervistati sta già facendo volontariato per accogliere i rifugiati ucraini. Una percentuale analoga li sta già ospitando a casa propria; un altro 19 per cento sta considerando di farlo.
Per l’assoluta maggioranza degli italiani, la guerra è sempre stata qualcosa di lontano nello spazio e nel tempo. Per motivi anagrafici, i testimoni diretti dei due conflitti mondiali piano piano stanno scomparendo e i ragazzi che vanno al liceo e all’università non hanno assistito nemmeno alla guerra fredda, né ai bombardamenti nella ex-Jugoslavia. Ecco perché diventa importante capire qual è la reazione dei nostri connazionali alla guerra in Ucraina. Un conflitto nel cuore dell’Europa, ad appena 2mila chilometri dal nostro paese. A darci alcune risposte è un sondaggio realizzato dalla società di ricerche di mercato Swg su un campione di 800 individui, rappresentativo della popolazione maggiorenne.
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Dalle donazioni al volontariato, gli italiani si rimboccano le maniche
Di fronte a un avvenimento epocale e sconvolgente come la guerra, gli italiani non sono rimasti con le mani in mano. L’assoluta maggioranza, cioè il 62 per cento, si è attivato per donare alimentari, vestiti o medicinali; o meglio, il 24 per cento ha già provveduto e un altro 38 per cento si sta organizzando in tal senso. In alternativa o in aggiunta alle scorte di beni di prima necessità, 2 italiani su 10 hanno partecipato a una delle varie raccolte fondi in denaro lanciate dalle ong e un altro 34 per cento ha intenzione di farlo.
Una quota tutt’altro che irrilevante della popolazione non si spaventa di fronte alla prospettiva, ancora più impegnativa, di spendersi in prima persona. Circa il 4 per cento degli intervistati sta già facendo volontariato per accogliere i rifugiati ucraini. Una percentuale analoga li sta già ospitando a casa propria; e un altro 19 per cento sta considerando di farlo. In totale, dunque, un italiano su cinque è pronto ad accogliere in casa un cittadino ucraino costretto a fuggire dal proprio paese.
Le preoccupazioni legate all’arrivo dei rifugiati ucraini
C’è anche chi manifesta una certa apprensione di fronte all’arrivo di migliaia di rifugiati ucraini nel nostro paese. A fronte di un 29 per cento degli italiani che auspica che il governo ne accolga un numero ancora maggiore, c’è anche un 43 per cento che preferirebbe inviare aiuti a coloro che si trovano in Polonia, Romania e Moldova. Pesa infatti il timore che un flusso migratorio così ingente e inatteso comporti un aumento della spesa pubblica (opinione condivisa da 3 italiani su 4) o dei contagi da coronavirus (58 per cento), oppure che faccia scarseggiare i beni di prima necessità (51 per cento). È parecchio diffusa anche la paura di una minore sicurezza in città (47 per cento) e, in misura più contenuta, di perdere il lavoro (29 per cento).
Le conseguenze economiche del conflitto sono impossibili da ignorare, perché chiunque le tocca con mano quando fa rifornimento alla propria auto o paga una bolletta. Se a gennaio 2021 la percezione legata al coronavirus e alle condizioni dell’economia era quasi allo stesso livello (ne erano preoccupati rispettivamente il 39 e il 54 per cento degli italiani), oggi la pandemia scivola in fondo alla lista delle priorità (14 per cento) e l’economia riscuote un’attenzione pressoché unanime (78 per cento).
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