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Come i cambiamenti climatici stanno trasformando lo sport, ma soprattutto il destino olimpico di molte atlete e atleti solo per la loro provenienza geografica.
Paladino dell’ecologia, ma anche scrittore e documentarista, grande navigatore dei mari di tutto il mondo.
Scienziato-esploratore-inventore-cineasta, tutto in un solo
personaggio. Il comandante Cousteau, così chiamato per i
servizi prestati nella Marina francese, ha raccontato il mistero e
la bellezza della natura, dei grandi spazi marini e in più
ha condotto aspre battaglie in difesa del pianeta. E’ stato un
modello per intere generazioni. Eppure si definiva un dilettante
che aveva cominciato a vederci chiaro soltanto dopo i
settant’anni.
Cousteau ha firmato da solo e in collaborazione con altri autori
più di cento libri tradotti in tutto il mondo e realizzato
oltre 115 tra film e documentari, alcuni dei quali vincitori di
prestigiosi premi internazionali. Indimenticabile rimane Le Monde
du silence, una pellicola girata nel 1956 insieme al cameramen Luis
Malle, che gli valse il primo dei suoi quattro Oscar.
Ma Cousteau è stato anche l’uomo che con le sue invenzioni
ha rivoluzionato radicalmente la ricerca oceanografica, le tecniche
di immersione sottomarina e perfezionato quelle di fotografia e
ripresa subacquea. Nel 1946, infatti, sperimenta insieme a Emile
Gagnan il primo autorespiratore denominato Scuba. Un’invenzione
straordinaria che permetterà a Cousteau (e non soltanto a
lui) di sfidare gli abissi marini e i limiti stessi della
fisiologia umana. Invece, nel 1959, in collaborazione con
l’assistente tecnico Jean Mollard, progetta un sommergibile di
piccole dimensioni per due persone, facilmente manovrabile e capace
di scendere ad una profondità di 1000 piedi. Nel 1950
Cousteau acquista un vecchio minesweeper di 66 piedi costruito
negli Stati Uniti che chiamerà Calypso, la mitica nave
oceanografica che farà sognare intere generazioni.
Ed è proprio con la Calypso che avranno inizio le
incredibili avventure del comandante francese e del suo equipaggio,
con le affascinanti spedizioni scientifiche in tutti i mari e
oceani del mondo, lungo i fiumi e attraverso le foreste vergini per
documentare la vita dei fragili ecosistemi del pianeta. Già
a partire dagli anni ’60, Cousteau denuncia il degrado ambientale e
il saccheggio indiscriminato delle risorse naturali. Promuove
l’impegno ecologico su scala locale, regionale, nazionale, lancia
petizioni internazionali a difesa della natura, si batte contro le
centrali nucleari e il traffico di armi, formula nuovi modelli di
sviluppo per i paesi del terzo mondo. Nell’ottobre del 1994,
presenta all’assemblea generale delle Nazioni Unite, la
Dichiarazione dei diritti per le generazioni future. Muore il 25
giugno 1997, all’età di 87 anni. La sua forte preoccupazione
di lasciare alle generazioni future un pianeta migliore resta una
sfida aperta.
Maurizio Torretti
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