Sea Shepherd è fatta di azioni per proteggere il mare. E di persone che non stanno a guardare

Sea Shepherd è fatta di gesti e azioni che fanno la differenza, di persone che non si girano dall’altra parte. L’organizzazione per la difesa dei mari invita a non lasciare dietro di sé crudeltà né inquinamento, ma rispetto per tutte le vite. L’editoriale del presidente italiano Andrea Morello.

Durante un viaggio a Siracusa, in Sicilia, insieme a Patrizia Maiorca, ho assistito alla nascita di un nido di tartaruga Caretta caretta. Grazie alla segnalazione di un giovane ragazzo, abbiamo capito dove fosse il nido sulla spiaggia dell’Arenella. Perché lui e suo padre hanno deciso di non restare a guardare queste piccole tartarughe che correvano il rischio di non trovare più il loro mare sotto un sole cocente, ma di agire per salvaguardare la loro vita.

Tartaruga marina
Sea Shepherd Italia si batte per la salvaguardia delle tartarughe marine

Per questo durante la notte siamo riusciti a capire dove fosse il nido, sotto la sabbia impaccata e indurita dal calpestìo e da numerosi passaggi di un macchinario spianante usato per lisciare la sabbia ai turisti. Come se avessero capito che finalmente il luogo era protetto, le quindici splendide tartarughine sono uscite dalla sabbia per prendere il mare, sopravvissute in mezzo ai lettini e alle luci notturne che spesso le deviano dal loro naturale percorso, facendole morire a terra. Quella notte l’azione di questo giovane ragazzo ha fatto la differenza.

Azioni che fanno la differenza

Sea Shepherd è proprio questo: azione che fa la differenza. Come ogni giorno quando l’alba illumina l’orizzonte blu, 25 persone partono dal porto di La Spezia, in Liguria, con la motonave M/V Sam Simon per pattugliare le acque del Tirreno in difesa del mare e delle vite che lo abitano, agendo sotto la bandiera che sventola sulla prua della nave Jolly Roger.

Alle ore 7:20 c’è il primo avvistamento di un Fishing aggregating device (Fad), un aggregato fluttuante fatto di plastica legata con spaghi di nylon fissato con un peso a fondali molto profondi. Uno dopo l’altro iniziamo ad individuare e mappare col gps due, cinque, decine di Fad che rappresentano un reale pericolo proprio per le tartarughe che rimangono impigliate, a volte senza possibilità di potersi più slegare e portandole a morte certa.

L’azione di quel ragazzo di Siracusa unita all’azione dei 25 volontari di sei nazionalità diverse e alla direzione marittima di Catania che ha coordinato con noi questa attività di pattugliamento ha portato a immediati risultati già nei primi quattro giorni: 3.500 metri di spaghi di nylon recuperati da mare, 1.500 metri di filo da pesca di grosso spessore senza ami recuperato dal mar Mediterraneo, 29 Fad illegali e innumerevoli bottiglie di plastica, palloncini gonfiabili, secchi ancora con pitture e taniche ancora con materiali inquinanti al loro interno ora sono a bordo della Sam Simon.

Pesca illegale, plastica e inquinamento

Questi Fad illegali hanno effetti sia sulla vita del Mediterraneo sia sulla pesca locale legale. Infatti, la non riconoscibilità e la mancanza completa di tracciabilità di questi Fad li rende partecipi di operazioni di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (Inn).

Sea Shepherd lotta contro l’uso della plastica e contro la pesca illegale con dieci navi in quasi tutti i mari del nostro Pianeta, ma la più importante arma che fa la differenza è la passione dei singoli individui che porta a non girarsi dall’altra parte davanti all’illegalità e alla crudeltà ma a combatterla con l’azione diretta.

Milioni di tonnellate di plastica vengono buttate nei mari ogni anno, miliardi di pesci illegalmente pescati e re-immessi nei mercati globali con trasferimenti inimmaginabili da nave in nave, governi interi (come quello giapponese) ancora oggi illegalmente si recano nel santuario delle balene del sud per ucciderle in barba alle leggi internazionali e nonostante la condanna della Corte internazionale di giustizia.

Le tartarughe marine spesso mangiano la plastica perché la scambiano per le meduse di cui si cibano
Le tartarughe marine spesso mangiano la plastica perché la scambiano per le meduse di cui si cibano

Nonostante il livello di illegalità presenti in mare e i numeri spaventosi a livello globale della devastazione che la nostra civiltà sta portando avanti, un numero sempre crescente di persone e di navi armate di telecamere, passione, coerenza e supporto da terra, agisce ogni giorno per la cosa più importante per cui lottare: la vita.

Ispirati da quarant’anni di azione diretta del nostro fondatore, il capitano Paul Watson, e dai volontari che in tutto il mondo da terra e da mare non girano lo sguardo, anche oggi mettiamo (come ci diceva sempre Enzo Maiorca) la “prua al mare” della Sam Simon per difendere, conservare e proteggere il mare collaborando con le autorità e i governi che non voltino lo sguardo, agendo concretamente uniti a tutti i pastori del mare che oggi agiranno pulendo le spiagge, raccogliendo la plastica dal mare, fermando la pesca illegale senza lasciare dopo il loro passaggio né crudeltà, né inquinamento ma condivisione e rispetto per tutte le vite.

La campagna Jairo Mediterraneo per proteggere le tartarughe

Sono trascorsi quattro anni da quel tragico 31 maggio del 2013, quando Jairo Mora Sandoval fu assassinato a soli 26 anni. “Jairo era un giovane attivista della Costa Rica, brutalmente ucciso per mano di bracconieri. Ha perso la vita mentre si occupava di ciò che più amava: proteggere la nidificazione delle tartarughe marine. I bracconieri hanno ucciso l’attivista lasciandolo soffocare nella sabbia, prima di colpirlo alla testa con un proiettile. Giorni prima della sua morte, Jairo chiese aiuto al governo del Costa Rica che rifiutò di intervenire. Poco dopo fu ucciso e, solo grazie alla pressione popolare, i bracconieri vennero arrestati per poi essere rilasciati in quanto la polizia sostenne di non avere prove. Tornarono nuovamente in galera solo perché lo chiese l’opinione pubblica e solo per qualcuno di loro arrivò la condanna definitiva”, così lo ha ricordato il capitano Paul Watson in un lungo commentario a lui dedicato. In suo onore Sea Shepherd conservation society ha lanciato l’operazione Jairo, per la protezione delle tartarughe marine. Anche l’Italia ha voluto rendere onore a Jairo e a giugno, lungo le cose del Cilento, ha preso il via la campagna Jairo Mediterraneo, per la protezione dei nidi di tartarughe Caretta caretta. L’azione diretta dei volontari Sea Shepherd Italia è per le tartarughe e per la memoria di Jairo affinché il suo sacrificio diventi azione di molti in ogni mare.

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