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Calderoli condannato a 18 mesi in primo grado per aver paragonato l’ex ministra Kyenge “a un orango”
Il senatore della Lega Calderoli nel 2013 ha paragonato Kyenge, allora ministra per l’Integrazione, a un orango. Poi le scuse. il Tribunale di Bergamo lo ha condannato in primo grado con l’aggravante dell’odio razziale.
Il senatore Roberto Calderoli è stato condannato in primo grado a un anno e sei mesi di carcere dal Tribunale di Bergamo per aver paragonato Cécile Kyenge “a un orango” nel corso di un comizio tenuto in occasione della festa della Lega (allora Lega Nord), nel 2013. Kyenge all’epoca dei fatti era ministra per l’Integrazione del governo Letta e ora è una deputata del Parlamento europeo. L’ex ministro per la Semplificazione e attuale vicepresidente del Senato non era stato querelato da Kyenge. Il procedimento era stato aperto d’ufficio dalla Procura. Dopo essersi scusato in Senato (“ho fatto una sciocchezza – disse –, il ministro Kyenge ha accettato le mie scuse e le invierò un mazzo di rose”), Calderoli ha ottenuto la sospensione della pena che non risulterà nel casellario giudiziario. Questo, però, non è bastato a evitare l’aggravante dell’odio razziale.
Buone notizie da Bergamo: #Calderoli condannato ad un anno e mezzo per gli insulti razzisti rivolti a me nel 2013: pena sospesa, ma sentenza incoraggiante per chi lotta contro la piaga del razzismo in Italia. Abbiamo vinto! pic.twitter.com/crLdbYJ3rf
— Cécile Kyenge (@ckyenge) January 14, 2019
Soddisfatta l’eurodeputata Kyenge, italiana con origini congolesi, che scrive su Facebook: “Anche se si tratta del primo grado di giudizio, e anche se la pena è sospesa, è una sentenza incoraggiante per tutti quelli che si battono contro il razzismo. Perciò esprimo la mia soddisfazione per questa vicenda: non solo per questioni personali, ma anche perché la decisione del Tribunale di Bergamo conferma che il razzismo si può e si deve combattere per vie legali, oltre che civili, civiche e politiche. È un grande insegnamento per tutti quelli che hanno avuto e che hanno a che fare con pratiche discriminatorie: il razzismo va condannato ovunque si mostra”.
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