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Barack Obama riabilita i pannelli solari sul tetto della Casa Bianca. Mentre sindaci americani e governatori europei si accordano per scambiarsi pratiche virtuose da adottare nella lotta ai cambiamenti climatici.
Tra i venti e i cinquanta pannelli fotovoltaici verranno
installati sul tetto della Casa Bianca entro l’inizio del mese di
giugno. I pannelli faranno risparmiare circa 3000 dollari e
produrranno più del doppio dell’energia usata mediamente
dagli inquilini della casa più famosa di Washington.
È questa la promessa fatta dal presidente americano
Barack Obama attraverso le parole del segretario all’Energia Steven
Chu. Il segretario ha voluto cogliere la sfida lanciata dagli
ambientalisti americani che chiedevano al presidente di passare
dalle parole ai fatti: “La Casa Bianca è un simbolo di
libertà e di democrazia nel mondo. Dovrebbe anche essere un
simbolo dell’impegno dell’America per un futuro basato sull’energia
pulita”.
La presenza di pannelli sul tetto della Casa bianca non
è una novità assoluta. Già nel 1979, infatti,
l’ex-presidente Jimmy Carter – a cui Obama viene spesso paragonato
politicamente – installò 32 pannelli solari termici come
reazione simbolica alla crisi petrolifera iraniana. Ma solo sette
anni dopo, nel 1986, il suo successore Ronald Reagan decise di
rimuoverli durante dei lavori di manutenzione.
Parallelamente, il presidente della Regione Puglia Nichi
Vendola ha lanciato la proposta di installare un “pannello
fotovoltaico per ogni condominio, per ogni abitazione, per ogni
ospedale, scuola, capannone industriale o serra agricola”.
La dichiarazione è stata rilasciata a Bruxelles durante
un vertice tra i sindaci americani e i governatori delle regioni
europee per il raggiungimento di un accordo comune nella lotta
contro i cambiamenti climatici. “L’obiettivo dell’accordo – secondo
quanto dichiarato dal presidente della Conferenza dei sindaci
americani Elizabeth Kautz – è lo scambio di buone pratiche
nonché un lavoro congiunto sui piani di
sostenibilità”.
Grazie a queste iniziative, USA e UE sembrano aver voluto
rispondere indirettamente all’appello lanciato dalla Cina. Durante
i negoziati, in corso in questi giorni a Tianjin, i delegati cinesi
hanno chiesto ai paesi industrializzati di assumersi maggiori
responsabilità per ridurre l’emissione di gas serra
nell’atmosfera.
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