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In mostra a Milano foto e video inediti che documentano il ruolo femminile nell’agricoltura. La donna nutre il mondo si tiene dal 20 al 30 ottobre.
America centrale, America Latina, Maghreb, Africa subsahariana, Sudafrica, Cina e India. La mostra La donna nutre il mondo, a Milano dal 20 al 30 ottobre, è un viaggio attraverso le zone rurali del pianeta per conoscere le donne che vi lavorano. Foto e video inediti, musiche e canti originali, oggetti d’uso, abiti e strumenti da lavoro documentano il “lavoro silenzioso, poco conosciuto e sottostimato della donna per la sicurezza alimentare”.
Secondo la Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, il 43 per cento dei lavoratori agricoli nel mondo sono donne, ma possiedono meno del 20 per cento del suolo agricolo in tutte le regioni in via di sviluppo.
La donna nutre il mondo è a cura dell’associazione Urihi, Ufficio ricerca indigeni habitat e interdipendenza. Dagli anni Novanta i suoi fondatori Giovanna Cossia e Marco De Poli raccontano i popoli del sud del mondo attraverso documentari e mostre fotografiche. Cossia racconta cosa ha spinto lei e l’associazione ad onorare il ruolo della donna in agricoltura.
Qual è lo scopo della mostra?
L’idea è nata dopo una visita ad Expo Milano 2015: architetture avveniristiche, grande dispiego di mezzi ma mancava la “fatica”, compagna quotidiana di milioni di donne rurali. Così grazie al lavoro di documentazione che abbiamo svolto sul campo a partire dagli anni Novanta in quattro continenti ho pensato che valesse la pena mostrare con foto e video inediti questa fatica.
Perché la scelta del nome alla mostra?
In agricoltura e nell’alimentazione, le donne sostengono sicuramente il lavoro più pesante. Sono la spina dorsale delle società rurali: trasportano l’acqua e la legna da ardere, producono e trasformano gli alimenti per il consumo familiare e per la vendita. Rappresentano quasi il 50 per cento della forza lavoro nell’Asia orientale e nell’Africa subsahariana e il 20 per cento in America Latina.
Perché il ruolo della donna nell’agricoltura è un “lavoro silenzioso”?
Nelle società patriarcali il ruolo delle donne è sempre stato subalterno a quello maschile. Oggi i processi di aggiustamento strutturale (le condizioni per accedere ai prestiti del Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale, ndr) rendono più povere le famiglie, e mettono in rilievo l’impegno delle donne nel garantire la sopravvivenza grazie al lavoro domestico, che però non è pagato. Questo spiega l’invisibilità delle donne. In più, secondo le statistiche Fao sono proprietarie soltanto dell’uno per cento della terra che coltivano.
Che cosa accomuna le contadine in diverse parti del mondo?
Spesso sono madri a capo della famiglia, i mariti sono emigrati lasciando sulle loro spalle la cura e la crescita dei figli. Lavorano in media dodici o tredici ore a settimana in più rispetto agli uomini.
Il ruolo della donna nell’agricoltura è cambiato negli ultimi vent’anni?
A vent’anni dalla storica Quarta conferenza mondiale sulla donna tenutasi a Pechino nel 1995, alla quale ho partecipato, e nonostante l’impegno preso dai governi, la strada da percorrere è ancora lunga. Riconoscere il valore del lavoro femminile soprattutto nelle aree più marginali del pianeta vuol dire dare un giusto peso al ruolo che ricoprono le donne all’interno delle comunità in cui vivono.
Informazioni
La donna nutre il mondo è in mostra dal 20 al 30 ottobre alla Mediateca di Santa Teresa in via della Moscova 28, a Milano
L’inaugurazione si terrà martedì 20 ottobre alle 17:30
Aperto il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle 09:30 alle 13:30, il martedì e il giovedì fino alle 18:10, chiuso il sabato
L’ingresso è gratuito
Per maggiori informazioni:
Tel: 02 6575639 | link: locandina
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