La luce led che fa star bene anche i claustrofobici

Un progetto italiano risplende nella fiera di Francoforte Light+Building. È una lastra di materiali hi-tech – led e nanotecnologie – capace di generare gli effetti fisici e ottici della luce in natura, simulando la diffusione e la trasmissione dei raggi solari attraverso l’atmosfera. Una tecnologia a risparmio energetico, con applicazioni innanzitutto sanitarie, ma anche commerciali,

Un progetto italiano risplende nella fiera di Francoforte Light+Building. È una lastra di materiali hi-tech – led e nanotecnologie – capace di generare gli effetti fisici e ottici della luce in natura, simulando la diffusione e la trasmissione dei raggi solari attraverso l’atmosfera. Una tecnologia a risparmio energetico, con applicazioni innanzitutto sanitarie, ma anche commerciali, di design nei luoghi pubblici e, chissà, in casa.

Il concetto è di riprodurre nell’architettura indoor gli effetti fisici e ottici della luce in natura, simulando la diffusione e la trasmissione dei raggi solari attraverso l’atmosfera. Ovviamente il suo uso non è destinato a rimpiazzare le finestre, le aperture verso il vero cielo. La tecnologia è di proprietà della CoeLux srl, spinoff dell’università dell’Insubria, ed è stata concepita per il settore sanitario. Secondo i ricercatori, tuttavia, può trovare applicazione in ambito commerciale, alberghiero, museale, aeroportuale, oltre che nei trasporti metropolitani, nelle palestre, negli uffici, in ambienti produttivi industriali e anche in appartamenti seminterrati. Il lancio commerciale è previsto entro la fine del 2014.

Il progetto Coelux è stato cofinanziato dall’Unione europea con 2,5 milioni di euro. Integra la tecnologia led a risparmio energetico di ultima generazione con un sofisticato sistema ottico che impiega materiali nanostrutturati. ”Così come per la fragranza di un profumo o il colore del sole ai tropici, è difficile spiegare l’effetto benefico della percezione di spazio infinito prodotta da questa tecnologia”, dice Paolo Di Trapani, coordinatore del progetto e fisico all’università dell’Insubria a Como. ”Le prove raccolte durante il progetto hanno dimostrato che persino i soggetti claustrofobici si sentono felici e rilassati quando esposti alla luce di Coelux nonostante una lunga permanenza in una stanza senza finestre di pochi metri quadri”.

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