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Archeologia e politica strettamente connesse Accade nello Xinjiang Cina, il ritrovamento e lo studio di centinaia di mummie da voce a gli indipendentisti
Abbiamo domandato a Paolo Manca, giornalista ed esperto
sull?argomento, di parlarci della situazione.
In Cina, nella regione dello Xinjiang, la situazione
è molto delicata: cosa sta accadendo?
“Lo Xinjiang è una grandissima regione che copre un sesto
del territorio cinese, di cui costituisce la parte più
occidentale. La popolazione è per la maggior parte di
Uiguri, mentre nel resto della Repubblica Popolare Cinese la
maggioranza è Han. Gli Uiguri, circa 9 milioni di individui,
sono musulmani, parlano una lingua di origine turca, scrivono in
arabo e hanno tratti somatici non orientali. Sulla base di queste
differenze, da oltre sessanta anni chiedono l?indipendenza dello
Xinjiang dalla Repubblica popolare, o almeno una maggiore
autonomia. La situazione di tensione è precipitata
all?inizio di luglio, quando a Urumqi, capitale dello Xinjiang, si
è diffusa la falsa notizia di uno stupro commesso dagli
Uiguri contro due giovani Han. La reazione violenta degli Han,
desiderosi di vendetta, ha fatto esplodere lo scontro etnico,
represso con la forza dalla polizia: 158 vittime accertate,
centinaia di feriti e 1500 arresti il conto finale.”
L’archeologia, fondendosi per una volta con la politica,
sembra dare ragione ai nazionalisti Uiguri… Quali sono le
scoperte più recenti?
“Non credo che l?archeologia si sia fusa con la politica,
piuttosto vedo la politica che sfrutta l?archeologia, trascinandola
in un campo che non le appartiene. Nello Xinjiang sono state
trovate centinaia di corpi mummificati naturalmente, cioè
perfettamente conservati dal clima particolarmente secco e dalla
sabbia alcalina. Risalgono a un periodo compreso tra l?Età
del Bronzo (1800 a.C.) e il I secolo d.C., la maggior parte di loro
sono alti, biondi con gli occhi tondi e il naso grosso, hanno
cioè tratti somatici caucasici, non asiatici. Gli Uiguri
portano questi ritrovamenti come prova per sostenere che i loro
antenati fossero occidentali, non asiatici come invece vuole la
storia ufficiale cinese. Un motivo in più per chiedere
l?indipendenza. La Bella di Loulan, forse la mummia più
famosa tra quelle ritrovate, è anche diventata l?eroina di
una canzone indipendentista popolare. Il problema è che il
significato politico associato alle mummie ha di fatto fermato gli
studi di ricercatori occidentali sui corpi. Oggi il governo cinese
permette proseguire le indagini solo a scienziati cinesi, ma
è evidente che qualunque risultato possa emergere,
difficilmente sarà giudicato oggettivo dalla comunità
internazionale. Un vero peccato, perché per l?archeologia, e
dunque la Storia, il ritrovamento delle mummie cinesi
(geograficamente lo sono) è una delle maggiori scoperte del
secolo scorso.”
Dobbiamo rivedere la teoria delle migrazioni
Indoeuropee?
“Senza dubbio. I pochi scienziati occidentali che sono riusciti
a studiare le mummie prima del blocco, in particolare Victor Mair
professore di Lingua e Letteratura cinese della University of
Pennsylvania, hanno dimostrato che almeno due mummie hanno origine
occidentale. Questo conferma che la zona era abitata anche da
uomini e donne provenienti dall?Europa e dunque ammettere che si
sia stata una migrazione verso queste terre, dove per secoli hanno
convissuto popolazioni diverse, caucasiche e asiatiche.”
Chiara Boracchi
Si ringrazia per la collaborazione Storica National
Geographic
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