Laos, la bellezza della semplicità

Chi viaggia sa quanto la bellezza sia imprevedibile: ti coglie di sorpresa, si manifesta in modi cos

Si parte. Obiettivo: scoprire l’essenza del Laos, un paese del
Sud-est asiatico incastonato tra Cina, Thailandia, Cambogia e
Vietnam, che grazie al carattere orgoglioso del suo popolo ha
saputo sviluppare e preservare le radici profonde di una cultura
senza tempo, in simbiosi con una natura sorprendente.

Luang Prabang è il nostro punto di partenza per
prendere contatto con questa nuova realtà, nonché la
città più affascinante del Laos. La cornice che ci
accoglie è imponente, il paesaggio montano e la predominanza
dell’acqua e di una natura rigogliosa ci introducono all’incontro
con un luogo intatto, nonostante il passaggio di rivoluzioni e
guerre. Un luogo impreziosito da un’architettura religiosa dal
fascino millenario. Templi e santuari racchiudono lo spirito della
capitale del Buddha dorato e testimoniano come nel 1995 l’Unesco
abbia deciso di inserire Luang Prabang tra i Patrimoni
dell’Umanità. Tappe salienti, il magnifico Wat Xiengthong
(tempio della Città d’oro), costruito nel XVI secolo e
rinomato per il particolare effetto che creano i tetti spioventi in
tipico stile laotiano; il santuario di Wat Mai edificato nel XVIII
secolo come monastero buddista con funzioni di cappella reale. Ma
è solo allargando la visuale che si percepisce la
singolarità di questo luogo: risalendo il Mount Phousi, la
collina che domina la città, si gode di una vista
entusiasmante che riporta l’attenzione sull’elemento vitale,
l’acqua, che scorre lungo il percorso del fiume Mekong.

I fiumi rappresentano per il Laos un’inesauribile fonte di vita e
di sapienza. Per comprendere la loro importanza culturale basta
discendere lungo il Mekong o il Nam Ou: navigando questi
interminabili corsi d’acqua si vive il Paese da un’altra
prospettiva, si scoprono paesaggi naturali inaspettati e si
incontrano villaggi antichi, come il Ban Vanglae o il Pak-Ou. Le
etnie che popolano questi piccoli insediamenti sono molto diverse
fra loro, ognuna con le proprie abilità artigianali, dalla
lavorazione della seta al vimini, tutte animate da un forte
attaccamento alla terra e da una marcata spiritualità. Nei
pressi del villaggio di Pak-Ou, luogo in cui i fiumi Mekong e Nam
Ou si congiungono, ci imbattiamo in uno dei tanti scorci
spettacolari da non perdere: le grotte di Pak-Ou, meglio note come
“Caves of a thousand Buddha’s” per via delle innumerevoli statuette
votive dell’Illuminato che ricoprono interamente la superficie
delle due grotte.

La spiritualità del popolo laotiano che si esprime anche nel
“Tak Bat”, la questua mattutina dei monaci buddhisti che, avvolti
nei tradizionali abiti di color arancione, sfilano silenziosi per
le strade di Luang Prabang per ricevere i doni della popolazione
locale.

 

Oltrepassando i confini verso le montagne del nord, lungo i
diversi scenari naturali di foreste, fiumi e colline, si entra
nell’intimo del Laos e delle sue genti. E’ il momento di incontrare
l’area multietnica, dove l’isolamento storico ha consentito di
mantenere intatti gli stili di vita e dove le tribù Thai,
Lao Theung, Lao Loum, Lao Sung difendono dalla globalizzazione le
tradizioni, la cultura, la spiritualità e i dialetti.

Ecco Vientiane, la capitale, situata al confine con la
Tailandia e immersa in una vasta pianura agricola bagnata dal fiume
Mekong. Una città caotica, dove si trovano alcuni tra i
più importanti monumenti della religione buddista, come il
sacro stupa di That Luang; il Wat Sisaket, il tempio più
antico della città (1824) e il tempio reale di Wat Prakeo,
che in passato custodiva la famosa immagine del Buddha di
Smeraldo.

Poi giù al sud, per esplorare l’area naturale delle
quattromila isole, un arcipelago immerso nel Mekong che affascina
non solo per la sua conformazione, nella stagione delle piogge
alcune isole addirittura scompaiono, ma per i momenti di vita
quotidiana che sanno offrire. Una delle isole più conosciute
è Khone. Sostando qui si fa un salto nel passato e
un’immersione nella natura: in sella ad agili biciclette si
incontrano antiche vestigia coloniali francesi, si assiste allo
spettacolo di tramonti mozzafiato e si scoprono emozionanti
cascate, come quelle di Liphi che segnano un confine naturale tra
Laos e Cambogia. In queste acque vive anche il rarissimo delfino di
acqua dolce. Avvistarlo non è cosa semplice, è
necessario avere un bel po’ di fortuna e condizioni metereologi
favorevoli.

Così è giunto il momento di lasciare questa
piccola perla d’Oriente. La sua semplicità, la sua magia e
ospitalità hanno lasciato il segno. I nostri occhi ora sono
pronti a incontrare nuove realtà con la consapevolezza che
la bellezza può celarsi ovunque, nella natura, nello sguardo
di un monaco buddhista, nell’oro che ricopre monumenti grandiosi,
ma anche nello scorrere lento di un fiume, nei colori della seta
tessuta con mani sapienti o nella penombra di affascinanti
grotte.

 

Da non perdere

Le cascate di Kuang Si si trovano a circa un’ora da Luang
Prabang, in una riserva naturale meravigliosa. Un piccolo angolo di
paradiso ricco di cascatelle che si riversano in particolari pozze
d’acqua dolce dal color smeraldo: un’imperdibile occasione per
rilassarsi, godersi un picnic tra la gente del posto in
un’ambientazione davvero suggestiva.

Dalla natura alla cultura con il tempio Pha That Luang di
Vientiane: L’esemplare più importante dell’architettura
religiosa laotiana. Il That Luang è un’icona nazionale in
Laos e spicca soprattutto per la sua imponente struttura la cui
cupola è interamente coperta da lamine d’oro.

Ci piace

La questua dei monaci di Luang Prabang. Un mix di sensazioni
che coinvolgono ogni senso: il sole che sorge con i suoi colori
caldi, l’aria ovattata delle prime ore del mattino, il cinguettio
degli uccelli e il profumo del riso caldo donato come offerta in un
clima di pace e serenità.

Sorseggiare un caffè sul Bolevan Plateau, presso una
delle tante piantagioni biologiche che sorgono sull’altopiano per
via del microclima favorevole alla coltivazione di piantagioni di
tè e caffè.

Buono a sapersi

Per entrare in Laos è necessario il passaporto, valido
almeno 6 mesi dalla data di entrata nel Paese, munito di visto di
ingresso. Il visto si ottiene all’arrivo negli aeroporti di
Vientiane e Luang Prabang (al costo di circa 35 Usd per persona:
munirsi di 2 foto-tessere 2,5 cm x 3 cm; spesso viene chiesto 1 usd
extra di servizio). L’application form viene fornito sul volo ed
è disponibile anche in aeroporto. Tenere la “departure card”
fino all’uscita dal Paese.

Elisa Corti

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