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Il premio Sterminata bellezza 2017 è dedicato alle periferie. Ecco 13 storie di rinascita dei paesaggi urbani e di integrazione delle comunità. L’editoriale della presidente di Legambiente.
È l’Italia che ci fa ben sperare quella che esce dalla terza edizione del premio Sterminata bellezza, quest’anno dedicato al tema delle periferie. Tredici sono i casi premiati che raccontano storie di persone, comunità e territori che non si arrendono di fronte a situazioni di degrado ambientale, marginalità sociale o mancanza di cura del loro territorio e attivano processi di cambiamento dal basso con i cittadini protagonisti, l’innovazione alleata e la capacità di intravedere un futuro di bellezza.
Al centro della bellezza rigenerata nelle esperienze vincitrici di quest’anno ci sono l’agricoltura e la natura, come elementi di rinascita dei paesaggi urbani e di riscatto ed integrazione delle persone, e la capacità dei cittadini e delle associazioni di partecipare e mobilitarsi per cambiare in meglio il proprio ambiente, per non essere più periferie rispetto ad un luogo o ad una comunità.
Come è nella natura del premio, promosso da Comieco, Consiglio degli architetti, Legambiente e Symbola, che valorizza casi di bellezza intesa come capacità di tenere insieme qualità ambientale e coesione sociale, innovazione e valorizzazione delle persone e dei talenti, i casi premiati hanno avuto tutti la capacità di generare un virtuosismo nel tempo e di essere replicabile in altri contesti.
Ad esempio, il primo premio per la sessione bellezza dei luoghi è stato dato al Comune di Pozzuoli, in provincia di Napoli, che per contrastare la povertà ambientale, sociale ed economica e il consumo di suolo del quartiere periferico di Monteruscello, ha convertito le aree libere di proprietà comunale in aree agricole che cambiano il paesaggio, ma anche le relazioni tra gli abitanti, che hanno un luogo da condividere e gestire e delle risorse alimentari da imparare a produrre.
Sempre in ambito della produzione agricola, una bella storia arriva da Salerno, dalla Cooperativa Capovolti, che ha vinto per la sessione bellezza dei gesti, che ci racconta un percorso di innovazione nel campo dell’orticoltura come strumento per la formazione e l’autonomia occupazionale delle persone affette da disabilità mentale. Una conversione delle tecniche agricole tradizionali in un’agricoltura accessibile e sostenibile che assicura la gestione del terreno anche a persone con limitata abilità fisico-motoria, attraverso piccolissimi appezzamenti con colture a rotazione, a basso consumo idrico e buona risposta produttiva da inserire in una filiera territoriale che ne prevede anche la commercializzazione.
Un libro speciale è stato, invece, premiato per la bellezza degli oggetti, generato da un’esperienza di cammino promossa dall’associazione Voglio la luna, con cinque ragazzi affetti da disabilità mentale. Un percorso che parte da Mombello di Limbiate, nella provincia di Monza e Brianza, dove ha sede uno storico istituto di assistenza alle persone con disabilità e dove vi ebbe sede l’antico manicomio provinciale di Milano, luogo di segregazione e chiusura, fino alle sorgenti del fiume Lambro, luogo di vitalità e di rinascita, raccontato dai protagonisti attraverso disegni, pensieri e racconti.
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