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Il legame tra animali e persone è più forte della guerra. Il racconto di Humane Society International.
Con un misurino in mano e un sorriso sul volto. È così che si è concluso uno degli ultimi incontri con Katja, 25 anni di Kiev e Loris, il suo pinscher di 8 mesi che è riuscita a portare con sé dopo il bombardamento della loro casa in Ucraina. Mentre si affrettavano verso la macchina che li avrebbe riaccompagnati alla struttura della Caritas di Trieste, dove alloggiano attualmente, Katja si è voltata e mi ha detto: “spasiba, grazie mille!”. In quel momento mi sono resa conto di come quel semplice oggetto, per dare al cane la quantità corretta di crocchette, quella indicata dalla veterinaria, sia stato in grado di strapparle un sorriso e l’abbia sollevata da una preoccupazione, una di tante dovute alla fuga dalla guerra, alla disgregazione della propria famiglia e al dislocamento in un paese straniero.
Quel pomeriggio siamo state insieme dal veterinario. Il cane aveva iniziato a manifestare alcuni disturbi e, dopo un avanti e indietro tra l’italiano e il russo con l’interprete e la veterinaria, abbiamo ottenuto una diagnosi e le indicazioni precise per permettere al piccolo di rimettersi. In questa situazione, con la barriera posta dalla lingua e la mancanza di molti documenti, lasciati nella casa distrutta nella capitale ucraina, non posso immaginare il livello di preoccupazione di Katja, costretta ad affidare il benessere del suo amato cane a sconosciuti. Sono felice che con Humane Society International (Hsi) mi sia stato possibile darle supporto, non solo con l’accesso a cure veterinarie gratuite ma anche con cibo e altri articoli per Loris: un cappottino, una cuccia, un trasportino. E si, anche con un banalissimo misurino.
La guerra in Ucraina è una devastante crisi umanitaria in cui sono coinvolti anche gli amati cani, gatti e altri animali di coloro che fuggono dal paese. Lasciarli indietro, per chi li ama come membri della propria famiglia, è semplicemente impensabile. I rifugiati che stiamo aiutando raccontano di come sia stato naturale e necessario salvare i propri animali e di come la loro leale compagnia sia stata importante durante il faticoso viaggio verso una meta sicura, soprattutto per i bambini. Queste persone sono spaventate ed esauste; aiutarle a prendersi cura dei loro animali significa portare un po’ di stabilità e tanta solidarietà. Una solidarietà che mi ha toccato in particolar modo quando due delle nostre volontarie, una russa e una ucraina, hanno lavorato spalla a spalla, con la divisa Hsi, per portare gli aiuti a chi ne ha bisogno.
In Italia, l’organizzazione sta operando da Trieste, sul confine con la Slovenia, il principale punto di entrata per i rifugiati nel nostro Paese. Ma anche da Germania, Polonia e Romania, l’organizzazione sta coordinando le diverse attività di supporto alle associazioni attive sul campo – con l’invio di fondi e forniture – per portare aiuti a chi è rimasto nel paese, e di assistenza alle persone fuggite con i loro animali. La situazione sta diventando sempre più critica. Grazie a collaborazioni con enti come la Caritas Trieste e la Croce Rossa rumena ci è possibile intervenire in maniera efficace.
In particolar modo la sinergia con la Federazione dei veterinari d’Europa (Fve) e la Federazione delle associazioni veterinarie per animali da compagnia europee (Fecava) ha dato vita a Vets for Ukrainian pets. Questo programma permette ai rifugiati ucraini, fuggiti dalla guerra con i propri animali domestici, di accedere a cure veterinarie gratuite in 38 paesi europei, compresa l’Italia. Humane Society International rimborsa i costi delle prestazioni fornite dai veterinari partecipanti fino a 250 euro ad animale, per cani, gatti, cavalli o altri animali da compagnia per cure essenziali e trattamenti farmacologici, per la profilassi antirabbica e altre vaccinazioni, nonché per l’applicazione del microchip e per le visite mediche necessarie per permettere un passaggio sicuro attraverso l’Ue.
Riflettendo sulle emozioni provate finora, spicca un immenso senso di gratitudine per l’incredibile sostegno dei molti professionisti, volontari e donatori a parte delle persone che sono al nostro fianco. Questo supporto è essenziale per permettere a Hsi di intervenire, oggi e in futuro, per aiutare animali e persone in situazioni emergenziali.
Tutti possono contribuire con una donazione
Durante una qualsiasi situazione di conflitto, l’attenzione immediata è comprensibilmente rivolta alle vittime umane, ma anche gli animali sono coinvolti: possono subire ferite, perdere la vita o essere abbandonati durante le evacuazioni. Spesso le persone mettono a repentaglio la propria sicurezza nel tentativo di evitare che i loro amati animali vengano lasciati indietro. Comprendiamo la forza di questo legame e vogliamo essere al loro fianco perché aiutare gli animali vuol dire anche aiutare le persone.
Sono molteplici le famiglie che ho potuto incontrare durante le nostre operazioni di risposta alla guerra in Ucraina. Sono tante le storie e i volti, umani e animali, di questa crisi – piena di brutalità e piena di umanità. Comprenderle e gestirle non è facile. Grazie all’amore condiviso per gli animali è più semplice, e forse anche meno banale e intrusivo, trovare un terreno comune. Tramite le voci robotiche di Google conversations, Katja ed io abbiamo iniziato a costruire un rapporto; mi ha mostrato le foto di un pranzo di famiglia, dei bimbi ai quali faceva da baby-sitter e di suo fratello con Loris, ma anche delle auto incenerite e delle case distrutte nel quartiere che la sua famiglia ha dovuto abbandonare, solo poche settimane dopo quei momenti felici. Poter dare a lei e Loris un sollievo, seppur minimo nel contesto più ampio di questa tragedia, è ciò che ci dà la speranza che questo orrore finisca presto.
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