
Il piano di rilanciare mobilità dolce e turismo sostenibile recuperando ferrovie abbandonate riassunto in un quaderno realizzato da Legambiente e Legacoop.
La Camera dei deputati voterà nelle prossime settimane una legge sulle ferrovie abbandonate per trasformarle in percorsi di mobilità sostenibile. Nel frattempo però un’altra legge a favore della mobilità dolce è stata bloccata, ritardando l’iter.
Pronta una legge sulle ferrovie abbandonate con l’obiettivo di favorire la mobilità sostenibile nonché per sfruttare i magnifici percorsi e paesaggi di cui è ricca l’Italia.
Dal 26 settembre 2016 alcuni parlamentari hanno chiesto di sottoporre al voto della Camera dei deputati un testo di legge, che propone di tutelare e valorizzare le linee ferroviarie dismesse al fine di creare una rete di mobilità dolce.
Uno dei modi più efficaci per realizzare un progetto di questo tipo è senza dubbio la costruzione di percorsi ciclabili e pedonali, come accaduto con l’ex ferrovia Spoleto-Norcia o come deciso in Abruzzo.
Il testo sulla legge sulle ferrovie abbandonate (qui il documento) è il risultato dell’accorpamento di quattro proposte dei deputati Giampiero Bocci, Mirko Busto, Luigi Famiglietti e Ermete Realacci e riesce ad essere portata alla votazione dopo vari tentativi di iniziative analoghe portate avanti negli scorsi anni con scarso successo.
Come riporta il sito Ferroviedimenticate.it il testo sulla valorizzazione delle ferrovie dismesse e sulla mobilità dolce era stata discussa in commissione Ambiente della Camera dei deputati, con la votazione di tutti gli emendamenti a inizio luglio che hanno portato al passaggio del testo in Parlamento. Importante la scelta di passare la competenza dal Ministero dei beni culturali (Mibact) a quello delle infrastrutture e trasporti, con le Regioni ad occuparsi della realizzazione, mentre nascerà un Osservatorio sulla mobilità dolce gestito dal Mibact.
In questi giorni sembrava pronta per arrivare alla Camera dei deputati un’altra legge a favore dell’uso della bicicletta. Si tratta del testo unificato per la mobilità ciclistica, un provvedimento che “punta allo sviluppo di ciclovie e alla realizzazione di una rete nazionale di vie da percorrere in bicicletta” riporta Ermete Realacci su Facebook, “favorendo progetti esemplari anche per il coinvolgimento delle associazioni e dei cittadini come il Grab”.
Oltre alla rete ciclabile nazionale è previsto anche un Piano generale della mobilità ciclistica da integrare al Piano generale dei trasporti. Solo che ci deve essere stato qualche intoppo, perché come informa il sito Bikeitalia l’iter parlamentare è stato improvvisamente bloccato per l’assenza del parere tecnico per la copertura finanziaria.
Un imprevisto a cui porre al più presto rimedio, visto che l’Italia è indietro rispetto ad altri Paesi europei nonostante l’enorme potenziale a disposizione, come dimostrano le ferrovie abbandonate e le case cantoniere.
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