
White Milano, sostenibilità sempre più protagonista nella moda
La moda sostenibile è sempre più presente durante la settimana della moda milanese, anche grazie a White Milano che ha iniziato a dare grande spazio alle innovazioni in ambito green.
La moda sostenibile è sempre più presente durante la settimana della moda milanese, anche grazie a White Milano che ha iniziato a dare grande spazio alle innovazioni in ambito green.
La smart forest city di Cancun sarà la prima città-foresta del nuovo millennio, una città aperta e internazionale ispirata ai valori dell’innovazione tecnologica e della qualità ambientale.
La sfida all’insostenibilità ambientale della fast fashion parte dalle periferie indiane. Il progetto Soruka dimostra che una moda consapevole non è solo possibile, ma necessaria.
La formazione dei docenti sui cambiamenti climatici dell’Associazione nazionali presidi è in collaborazione con una compagnia petrolifera.
In occasione della fiera Milano Unica, è stato presentato uno studio sul lino che dimostra il basso impatto ambientale della sua produzione.
Milano è detta “la verde” per l’insieme dei progetti, dai parchi agricoli alla forestazione urbana, che la rendono oggi un caso unico nel panorama italiano. L’intervista all’architetto Giuseppe Marinoni.
L’industria tessile è la seconda più inquinante al mondo, sia dal punto di vista della produzione che dello smaltimento. Anche perché spesso il vero problema è l’invenduto.
WSM Fashion Reboot, la prima fiera interamente dedicata al fashion design e all’innovazione sostenibile, guarda al futuro della moda mettendo al centro le startup. Per la prima volta a Milano.
È un numero speciale e, come tale, unico, quello di gennaio di Vogue Italia: per ridurre l’impatto ambientale, la moda viene raccontata senza servizi fotografici, ma con illustrazioni e disegni di 8 artisti.
Due designer di fama mondiale, Marcel Wanders e Ross Lovegrove, a confronto sul rapporto tra plastica e design. A stimolare il dibattito è stata una mostra alla scorsa Milano Design Week in cui 29 designer sono stati invitati a ripensare il loro approccio a questo materiale (ormai) demonizzato.