
Nel 2009 costruire un parco fotovoltaico costava il 223 per cento in più rispetto alla costruzione di una centrale a carbone. Ora è il contrario.
Secondo il Piano energetico nazionale dal 2022 nessuna centrale a carbone verrà costruita in India. Si punterà su eolico e solare
L’India vieta la costruzione di nuove centrali a carbone, a parte quelle già in costruzione, a partire dal 2022. È quanto prevede l’ultima bozza del piano energetico nazionale, pubblicata dall’Autorità centrale per l’energia (Cea).
Nessun nuovo progetto di produzione elettrica da carbone, e al loro posto un’intensificazione degli impianti eolici e solari.
Il Piano decennale prevede due quinquenni 2017-2022 e 2022-2027. Nella prima facessi porterà a termine la costruzione delle centrali a carbone i cui progetti sono già stati cantierati, per una a una potenza installata di 50 gigawatt. Nella seconda fase del piano, a partire dal 2022, non potranno essere costruite nuove centrali a carbone.
Il piano prevede inoltre la realizzazione di nuovi impianti eolici e fotovoltaici per 100 gigawatt di potenza installata. Una strategia che punta a duplicare la capacità elettrica dell’India proveniente da fonti rinnovabili, e permette al governo di Nuova Delhi di rispettare l’obiettivo di produrre il 40% di energia elettrica con fonti non fossili entro il 2030. Grazie ai 100 GW di rinnovabili, l’India arriverebbe a produrre il 53% dell’energia da fonti rinnovabili, rispetto all’attuale 31%.
Quest’anno l’India ha importato 23 milioni di tonnellate (Mt) di carbone, secondo le stime della Cea contenute nel piano energetico decennale la domanda globale di carbone ammonterebbe a 727 milioni di tonnellate per il biennio 2021-22 per poi salire a 901 Mt nel 2026-27. Il consumo di carbone per la generazione elettrica prevede anche un import di 50Mt di carbone, per alcune centrali indiane che utilizzano carbone di qualità superiore rispetto a quello locale.
Adani, colosso minerario indiano, non apprezzerà le scelte contenute nel piano, visto che ha recentemente acquistato una miniera di carbone in Australia, nel Galilee basin, soddisfare la domanda di carbone dell’India.
Dopo il 2027, in teoria, l’India potrebbe nuovamente riprendere a costruire centrali a carbone, ma visti gli economics di questa fonte, che già oggi dimostrano come sia meno conveniente del solare, si presuppone che non ci sarà più nessuna ragione economica perché vengano realizzate nuove centrali energetiche alimentate a carbone.
Di fatto la stessa Adani, sta già iniziando a investire nel solare, tanto che a ottobre ha inaugurato la più grande centrale solare al mondo da 648 MW e 25 milioni di moduli fotovoltaici.
Milioni persone (6,4 per l’esattezza) in tutto il mondo stanno morendo a causa dell’inquinamento dell’aria. La situazione in Cina e India è particolarmente grave, tanto che secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità nei due paesi sono ben 1,6 milioni i decessi da imputare all’inquinamento dell’aria. L’uso diffuso di carbone è una delle ragioni principali degli alti tassi di mortalità di inquinamento atmosferico in entrambi i paesi.
Nel 2009 costruire un parco fotovoltaico costava il 223 per cento in più rispetto alla costruzione di una centrale a carbone. Ora è il contrario.
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