
Dopo nove anni al potere in Australia i conservatori hanno perso le elezioni. Dal laburisti ci si attendono cambiamenti soprattutto su clima e diritti.
Uno studio franco-svizzero ha dimostrato la non linearità del ritmo di innalzamento del livello dei mari, conseguenza della fusione dei ghiacci polari.
La fusione dei ghiacci polari sta provocando un innalzamento del livello dei mari. Ne sono perfettamente coscienti soprattutto gli abitanti delle aree che stanno già subendo l’impatto del fenomeno, a cominciare dagli atolli del Pacifico, non a caso in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici (le Isole Fiji presiederanno la prossima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, Cop 23, che si terrà a Bonn, in Germania). Ora, però, la comunità scientifica ha lanciato un ulteriore allarme: secondo i dati che sono stati rilevati dagli esperti, infatti, la risalita del livello dei mari e degli oceani appare in accelerazione.
Si tratta, di fatto, della conferma di altri studi che erano stati effettuati in passato e che avevano già messo in guardia sulla questione. A giungere alla conclusione che il livello dei mari sta effettivamente crescendo a velocità via via più sostenuta è stato uno studio franco-svizzero, condotto da Anny Cazenave, del Laboratorio di studi geofisici e oceanografici di Tolosa. L’analisi, pubblicata sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters, riferisce il quotidiano Le Monde, “è la prima a dimostrare un’accelerazione da quando vengono utilizzate a tale scopo le osservazioni satellitari (ovvero dal 1993)”. Il lavoro indica in particolare che il livello dei mari è cresciuto, tra il 2004 e il 2015, ad un ritmo dal 25 al 30 per cento più sostenuto di quanto non fosse accaduto tra il 1993 e il 2004.
Members of @NASA_ICE conducted 39 research flights in just 10 weeks, surveying the changes in Arctic ice: https://t.co/aZzvmAamZp pic.twitter.com/xiZzJaOKln
— NASA Goddard (@NASAGoddard) 18 maggio 2017
“Da circa un decennio – prosegue il giornale francese – a causa dei cambiamenti climatici, la perdita di massa della calotta glaciale non cessa di accelerare. Solamente in Groenlandia, la perdita era stata in media di 35 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno negli anni Novanta, contro i 215 miliardi di tonnellate registrati in media tra il 2002 e il 2011. Tuttavia, finora tale fenomeno non si era tradotto, come immaginato, in un aumento della velocità della crescita degli oceani”. Il problema, a quanto pare, è stato di tipo tecnico: un altimetro conosciuto con il nome di Topex A, imbarcato sul satellite euro-americano Topex-Poseidon lanciato nel 1992, era difettoso.
“Sapevamo che esisteva un margine di errore e per questo nel 1999 lo strumento è stato sostituito. Ma per molti anni tale scarto non era stato calcolato: pensavamo fosse meno importante”, ha ammesso Cazenave. In questo modo è stato possibile stabilire la non linearità della crescita del livello dei mar e il ritmo attuale: non si tratta di 3,3 millimetri in media all’anno, come si credeva, ma di 3,6-3,7 millimetri.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Dopo nove anni al potere in Australia i conservatori hanno perso le elezioni. Dal laburisti ci si attendono cambiamenti soprattutto su clima e diritti.
CO2 nell’atmosfera, temperatura media globale, acidificazione degli oceani e innalzamento dei mari. Il clima della Terra è sempre più in pericolo.
Uno studio governativo ha spiegato che la stragrande maggioranza della Grande barriera corallina è colpita dal fenomeno dello sbiancamento.
Secondo un nuovo rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale e del Met Office ci stiamo avvicinando sempre più alla soglia degli 1,5 gradi.
La California sta attraversando un’ondata di siccità estrema. Per questo, le autorità hanno ordinato ai residenti di dimezzare l’acqua usata per irrigare.
Era un attivista per il clima e si chiamava Wynn Bruce. Si è dato fuoco per protesta a Washington.
Le due nazioni stanno fronteggiando un’ondata di caldo eccezionale. Si attendono anche “tempeste di polvere bollente”.
Le inondazioni in Sudafrica hanno provocato centinaia di morti e almeno 354 milioni di euro di danni. E il bilancio potrebbe aggravarsi ulteriormente.
Dopo una storia millenaria, le vestigia della Mesopotamia (nell’odierno Iraq) potrebbero soccombere ai cambiamenti climatici.