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Lisbona rinasce grazie al Maat: il nuovo museo di arte, architettura e tecnologia

Il Maat di Lisbona, che come un’onda si adagia sul fiume Tago di Belém, è un edificio emblematico della modernità della capitale portoghese, del suo allineamento con le grandi capitali europee e della sua volontà di diventare un polo internazionale di riferimento per la cultura, lo sviluppo e l’innovazione. Il Museu de arte, arquitetura e tecnologia (museo di arte,

Il Maat di Lisbona, che come un’onda si adagia sul fiume Tago di Belém, è un edificio emblematico della modernità della capitale portoghese, del suo allineamento con le grandi capitali europee e della sua volontà di diventare un polo internazionale di riferimento per la cultura, lo sviluppo e l’innovazione. Il Museu de arte, arquitetura e tecnologia (museo di arte, architettura e tecnologia) è stato inaugurato a dicembre 2016, costruito grazie a un investimento di 20 milioni di euro della Fondazione Edp, istituzione privata non profit del colosso Energias de Portugal. Comprende gli edifici della ex-centrale termoelettrica Tejo, ricostruiti e diventati grandi spazi espositivi e la nuova ala d’ingresso, la Kunsthalle, progettata dallo studio Al_A dell’architetto britannico Amanda Levete.

Ingresso della Kunsthalle del MAAT, progetto studio AL_A_Amanda Levete © Photography Paulo Coelho Courtesy EDP Foundation
Ingresso della Kunsthalle del Maat, progetto dello studio Al_A dell’architetto Amanda Levete © Paulo Coelho courtesy Edp foundation

Il Maat, simbolo della rinascita di Lisbona

Il tetto percorribile e il rivestimento in piastrelle del Maat che brilla e riflette il sole sono elementi familiari agli abitanti della città, non soltanto curiosità per i turisti. Infatti il Maat è una delle mete preferite per le passeggiate sul fiume nel fine settimana. L’area verde è stata pensata come un giardino, un’estensione del museo progettata dall’architetto libanese Vladinir Djurovic.

Il programma delle mostre e delle installazioni artistiche future, quando tutta l’area museale funzionerà a pieno regime, è in corso di definizione e ha dato vita a un dibattito tra le istituzioni e la Fondazione Edp sul fulcro del progetto culturale: cosa vuole essere il Maat e cosa vuole diventare. I temi dell’arte, dell’architettura e della tecnologia sono, infatti, ampi e impegnativi, e trovare una chiave di lettura divulgativa e al contempo dall’alto profilo critico non è impresa da poco.

Tra presente, passato e futuro

Nel 1600 i grandi esploratori portoghesi partivano dalla riva del Tago, proprio dove sorge il Maat, vicino alla foce sull’oceano per i loro viaggi verso nuovi mondi. Proporre una nuova relazione tra il fiume e il mondo è il concetto espresso da Levete per il progetto della Kunsthalle, edificio basso per scelta che si estende in orizzontale e che esplora la convergenza tra l’arte contemporanea, l’architettura e la tecnologia. L’edificio è stato progettato per consentire ai visitatori di camminarci sotto, sopra e attraverso, con una diversa percezione, fluida e cangiante, grazie alle dolci curve e alla sinuosità complessiva dei volumi.

“Il tetto è una sala esterna – afferma Levete – una riconnessione fisica e concettuale del fiume, cuore della città, dove i visitatori possono godere della vista del paesaggio urbano e di notte, seduti sulla gradinata, guardare un film con Lisbona come sfondo”. La scelta del materiale di rivestimento delle facciate è un omaggio alla ricca tradizione dell’artigianato ceramico portoghese: quasi 15mila piastrelle tridimensionali smussate appositamente per produrre una superficie complessa. L’effetto è di continua mutabilità e fluidità dell’immagine e della sorprendente percezione dell’acqua, della luce e dell’ombra.

Il tetto del MAAT, progetto di studio AL_A_Amanda Levete ©  Hufton+Crow
Il tetto del Maat, progetto dello studio Al_A dell’architetto Amanda Levete © Hufton+Crow

Lisbona nuova capitale culturale europea

Il Maat è il simbolo del rilancio contemporaneo di Lisbona ma ci sono altre ragioni oggettive che spingono molte persone, giovani e non, a scegliere oggi di spostarsi in questa città: la vita costa poco relativamente a molte città europee, il clima è ottimo e ci sono un’atmosfera positiva che favorisce crescita e sviluppo, e politiche che promuovono l’innovazione. Queste sono le motivazioni di base che accomunano il flusso di creativi, anche italiani, che si muove verso il Portogallo. Come Emmanuel Babled, designer di origine francese, milanese d’adozione, trasferitosi a Lisbona da un anno e mezzo e in procinto di aprire uno spazio di coworking in pieno centro, in Rua da Madalena.

Leggi anche: Second home, lo spazio di coworking più green d’Europa è a Lisbona

O Virginio Briatore, teorico del design che dichiara: “Amo il Portogallo perché possiede tutto ciò che mi interessa. Storia potente e originale, cultura ed estetiche, paesini e città, musica e poesia, campagne assolate e oceano. Pur essendo un paese dell’Atlantico è al 90 per cento mediterraneo per cultura, religione, cibo, clima. E il paese non ha eguali in Europa per dov’è: ‘finibus terrae west’ del continente eurasiatico, pur essendo un piccolo stato ha esercitato e in parte ancora esercita la sua influenza culturale e linguistica in tre continenti. Poi ci sono il design gentile, le nuove architetture ben pensate”.

Lisbona, quest’anno eletta capitale iberoamericana della cultura per la sua storia antica di espansione e di esplorazione, è stata il punto di partenza di molte rotte che nel corso della storia hanno aggregato oltre 120 milioni di persone dalla penisola Iberica al Messico e dal sud al centro America in una comunità cosiddetta “iberofona”. Accumunate quindi da quest’appartenenza pur parlando idiomi diversi (dal castigliano al portoghese come lingua materna o seconda lingua) e con accenti diversi (dal galiziano al guaraní). Una serie di eventi e mostre al Maat nel corso dell’anno sono incentrati sul tema del passato e del presente, rievocando le tracce storiche del paese ma celebrando anche la creatività di questi popoli.

maat museo lisbona
L’esterno del Maat di Lisbona

Una città per giovani e startup

Chi di Lisbona ha un’immagine di città malinconica, un po’ decadente e dominata dalla “saudade” – il sentimento nostalgico e di rimpianto che permea la letteratura portoghese e soprattutto la musica tradizionale come il fado – deve cambiare visione. Oggi Lisbona è una città viva dove si percepisce, al di là del flusso turistico in aumento, un’intensa energia di rinnovamento. Il Portogallo ha intrapreso, infatti, una serie di iniziative e di investimenti per attrarre a Lisbona giovani e startup da tutto il mondo. Nascono luoghi di lavoro e opportunità che pongono la città sullo stesso piano di altre capitali europee come Second home, il coworking più green d’Europa, spazio ultramoderno al primo piano dell’antico mercato di Ribeira. E il progetto per fondare l’incubatore di startup più grande d’Europa, Hub criativo do beato, è in corso di attuazione e dovrebbe essere completato entro il 2018.

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