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Migliaia di persone partecipano alla Marcia per la pace per chiedere di rimettere al centro delle nostre vite accoglienza, fraternità e solidarietà.
L’atto stesso di camminare, antico come il tempo, mette il viandante in armonia con il mondo, la natura e gli uomini. Camminare è dunque un gesto di libertà e di pace in grado di allontanarci dai pregiudizi, pertanto, per invocare la pace, niente è più appropriato di una marcia. Con questo spirito è nata la Marcia per la pace Perugia–Assisi, giunta quest’anno alla ventitreesima edizione. La marcia, partita la mattina del 7 ottobre da Perugia, vede la partecipazione di circa 25mila persone, di cui 10mila studenti provenienti da ogni parte dello stivale per inneggiare alla fraternità e chiedere la difesa della dignità e dei diritti umani.
L’obiettivo del variopinto corteo, alla cui testa sventola un grande striscione con la scritta “Fraternità”, è quello dire basta all’odio verso il diverso, al razzismo e alla violenza, alla competizione sfrenata, in favore di una società pacifica fondata sulla giustizia sociale e l’accoglienza. “L’obiettivo è quello di accrescere la consapevolezza tra i più giovani, per condurli ad una maggiore assunzione di responsabilità – ha spiegato il coordinatore della Tavola della Pace e organizzatore della manifestazione, Flavio Lotti – non chiedere la pace, ma fare la pace, concretamente. Innalzando un argine alla violenza dilagante di parole e azioni, alla violenza della dittatura di individualismo e competizione. Sarà la marcia dei diritti umani e cercheremo di spiegare che la pace c’è quando si rispettano i diritti fondamentali”.
In marcia con migliaia di persone che non si arrendono di fronte all’egoismo e alle disuguaglianze. Ci siamo oggi e ci saremo ogni giorno in cui servirà difendere la pace e la fratellanza. #PerugiAssisi #MarciadellaPace pic.twitter.com/wQBgV89lP9
— Pietro Grasso (@PietroGrasso) 7 ottobre 2018
Oltre alle migliaia di persone, riunitesi spontaneamente, alla marcia partecipano anche 286 enti locali fra comuni, province e regioni e centinaia di associazioni locali e nazionali, tra cui Tavola della pace, Coordinamento nazionale degli Enti locali per la pace e diritti umani, Banca popolare etica, Libera, Lettera 22 e Federazione nazionale della Stampa.
Diversi partecipanti del corteo indossano magliette e sventolano striscioni dedicati al sindaco di Riace Domenico Lucano, arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, che recitano “La solidarietà non si arresta. Io sto con Riace” e “Noi siamo con Riace e con Mimmo Lucano”. Il coordinatore della marcia ha anche avanzato la proposta di candidare al Nobel per la pace il modello Riace. “Non ci riferiamo a persone in particolare e non vogliamo personalizzare la questione – ha dichiarato all’Ansa Flavio Lotti – ma come comitato organizzatore della marcia proponiamo che il prossimo Nobel venga dato ad un modello di accoglienza, integrazione e solidarietà che serve a tutti e che risponde ai valori a cui la marcia si è sempre ispirata”.
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