Marco Columbro: “No al melone di Natale…”

Nel 1991 Columbro hai pubblicato un libro, ‘Mangiamoci su’. Una delle frasi simbolo del libro è: “riscopriamo il piacere del cibo in armonia con il ritmo della natura”. Il melone di Natale, è un’assurdità. Lo scrivevo già dieci anni fa! Per essere in sintonia col ritmo della natura è necessario riscoprire il piacere di aspettare

Nel 1991 Columbro hai pubblicato un libro, ‘Mangiamoci su’. Una delle
frasi simbolo del libro è: “riscopriamo il piacere del cibo
in armonia con il ritmo della natura”.

Il melone di Natale, è un’assurdità. Lo scrivevo
già dieci anni fa!
Per essere in sintonia col ritmo della natura è necessario
riscoprire il piacere di aspettare i frutti che arriveranno,
l’attesa del momento, della giusta stagione. Perché
attendere l’arrivo delle fragole deve essere una privazione?
Bisogna vivere il desiderio pregustandolo con piacere: “che bello,
tra poco sarà tempo di fragole”…
Oggi invece siamo abituati ad avere anche le fragole d’inverno,
forzate, drogate. La cucina, la gastronomia, che rappresentano
l’anima del popolo, sono appiattite e omologate. Oggi c’è
quella che si può chiamare una disgregazione. L’omologazione
della gastronomia appiattisce la cultura.
Dobbiamo distruggere questa cattiva abitudine per la nostra salute,
e per salvaguardare l’ambiente.

Qual è stato il percorso che ti ha portato a maturare
questa sensibilità?

Ho provato l’esperienza del digiuno nel 1982, con Mercedes Salimei
– che per me è stata maestra spirituale. Ho digiunato dieci
giorni. Sappiamo che dobbiamo mangiare per vivere: ho scoperto che
se non mangi per dieci giorni non muori. È importante
saperlo. L’esperienza del digiuno è spirituale, è la
dilatazione della coscienza e dei sensi. Si entra in contatto con i
corpi sottili. Nella storia della civiltà, da sempre, i
maestri, gli sciamani prima di ogni pratica “magica” – e per magica
intendo legata alla magia della natura – digiunavano, per
purificarsi. Per operare con gli elementi della natura, senza il
peso della materia.
Dopo questa esperienza di consapevolezza, ho maturato uno stile di
vita alimentare sano e naturale, in una parola: biologico.
Biologico è fondamentale perché fa bene all’uomo, e
anche all’ambiente. E ho voluto parlarne e diffondere il mio
messaggio.
Parlandone con i medici dell’ADRIA (Associazione di Ricerca
Intolleranze Alimentari, n.d.r.) abbiamo voluto scrivere un libro
sulle distorsioni mentali legate all’alimentazione e abbiamo voluto
offrire spunti di riflessione utili per superarle. Il libro ha
venduto subito 20mila copie, e di recente lo abbiamo ripubblicato
con un piccolo editore, Amrita.

È un libro evergreen, un messaggio che non invecchia mai e
che anzi oggi è sempre più attuale.

Tu sei nato artisticamente in teatro, e hai raggiunto il
successo con la TV. Hai pensato se e come proporre le tue intime
convinzioni in chiave spettacolo?

Sto studiando da anni un programma televisivo sulla nascita
dell’uomo e della civiltà, sulla paleoarcheologia,
l’archeologia segreta, sul contatto con gli extraterrestri e con
altre entità, e sui temi dell’ambiente, bioarchitettura,
agricoltura biologica, e naturalmente di spiritualità. Si
chiamerà tra “Cielo e Terra”… tra cielo e terra c’è
l’uomo.
Dieci anni fa avevo già proposto un tema del genere, ma non
l’hanno accettato; forse non era tempo. E non ho voluto forzare,
non bisogna mai insistere se il momento non è maturo. Ho
aspettato. Forse oggi è arrivato il momento giusto per
realizzare il mio progetto.

Così le tue aspirazioni, le emozioni, le idee si
tradurranno in realtà mediatica. Però sei già
riuscito a tradurle in realtà concreta, in Toscana…
Locanda Vesuna, un’antica dimora ristrutturata.

Da dieci anni cercavo questo posto battendo a tappeto la Toscana.
L’ho trovato al ritorno da un viaggio in India. È splendido.
All’inizio pensavo potesse essere la mia casa. Poi, così
bella, così grande, ho voluto condividerla, facendone un
albergo, un luogo d’accoglienza.
Ci sono voluti tre anni e mezzo di ristrutturazione, in
bioedilizia, il progetto è stato curato da una mia cara
amica, l’arch. Silvia Pietta, recuperando le antiche pietre e
rispettando la struttura originale. Oggi è un luogo sano,
per mangiare sano e stare a contatto con la natura. Ci sono alcune
pietre murali che contengono tracce di antichi fossili di
conchiglie, e l’acqua è solo fresca acqua di fonte, che
viene arricchita ed energizzata con il metodo naturale Johann
Grander: l’acqua è viva, il cibo è vivo perché
il nostro orto è biologico. Utilizziamo anche le piante
aromatiche spontanee, abbiamo un’insalata rustica croccante e
carnosa e una pianta che ricorda la borragine che usiamo per il
ripieno dei nostri tortelli… E poi corsi, organizzati da noi
oppure che ospiteremo, naturalmente su temi affini alle nostre
idee.
Poi c’è un… pensiero sottile… l’Accademia di ricerca
delle energie sottili, un centro di “rieducazione” per recuperare
una sensibilità che abbiamo dimenticato…

La conclusione dei lavori di ristrutturazione di Locanda Vesuna
s’è sovrapposta all’incidente che ti ha colpito… Come hai
vissuto la coincidenza?

Non esistono le coincidenze. La contemporaneità di questi
due eventi mi ha dato il modo, il luogo e la consapevolezza per
ripartire, e riprendere in mano la mia vita.

Paola
Magni
e Stefano
Carnazzi

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