
Una storia di scarsa conoscenza delle leggi nazionali, totale impunità per i reati di bracconaggio e l’evidente aumento del turismo venatorio internazionale.
Avvenuto vicino ad un santuario della fauna selvatica, è il più grave atto di bracconaggio compiuto in Africa ai danni degli elefanti.
Il Botswana era ritenuto l’ultimo rifugio sicuro per gli elefanti africani (Loxodonta africana), un luogo dove vivere e riprodursi senza la costante minaccia dei bracconieri, grazie alle efficaci leggi nazionali in materia di bracconaggio. Eppure proprio il Botswana è stato teatro del più grande massacro di elefanti mai avvenuto in Africa. Un gruppo di ricercatori dell’organizzazione conservazionista Elephants without borders, durante un’indagine aerea, ha rinvenuto le carcasse di 87 pachidermi nei pressi del noto santuario della fauna selvatica del Delta dell’Okavango.
In numero di elefanti è in continuo e drastico calo, secondo una ricerca della Iucn la popolazione è diminuita del 20 per cento dal 2006 al 2015 e conta attualmente 415mila esemplari, soprattutto a causa del bracconaggio per impossessarsi delle loro preziose zanne. Il Botswana ospita la più grande popolazione di elefanti al mondo, con oltre 130mila esemplari. Gli animali trovati in Botswana sono stati uccisi per l’avorio e sarebbero stati abbattuti poche settimane fa.
Dozens of #elephants killed near Botswana wildlife sanctuary! Elephants Without Borders, is conducting an aerial survey, The scale of poaching deaths is largest seen in Africa and coincides with Botswana’s anti-poaching unit being disarmed. https://t.co/dNQYksJwMt #wildlifecrime pic.twitter.com/4lCBD5qzxo
— Global Elephants (@GlobalElephants) 3 settembre 2018
“Sono scioccato, è di gran lunga la più grave strage di elefanti che abbia mai visto o letto in qualsiasi parte dell’Africa finora”, ha dichiarato Mike Chase, biologo di Elephants without borders. Gli elefanti, come detto, consideravano il Botswana un luogo sicuro e gli animali provenienti da Angola, Namibia e Zambia decidevano di rimanere entro i confini del Paese. Gli episodi di bracconaggio, finora, sono stati rari per merito delle unità anti-bracconaggio ben equipaggiate e organizzate. Però lo scorso maggio, in seguito all’elezione del nuovo presidente, Mokgweetsi Masisi, il governo ha disarmato le sue unità anti-bracconaggio, privando, senza alcuna spiegazione, il Dipartimento della fauna selvatica delle armi e delle attrezzature militari. Questo, unito forse al declino delle altre popolazioni di elefanti, ha spinto i bracconieri a violare anche l’ultimo santuario dei pachidermi.
Lo sterminio degli elefanti, creature antiche e dalla sofisticata intelligenza che non siamo ancora in grado di comprendere a fondo, avrà gravi ricadute sia sull’ecosistema che sull’economia africana. “Il turismo legato alla fauna selvatica è di vitale importanza per la nostra economia, i nostri posti di lavoro e la nostra reputazione internazionale”, ha affermato Mike Chase.
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