
Per far calare del 50 per cento le emissioni del comparto auto servono sei milioni di punti di ricarica pubblici e oltre cinquemila pompe di idrogeno.
Lo hamesso a punto un gruppo di ricercatori in Svizzera. Esposto alla luce, separa le molecole di acqua in ossigeno e idrogeno e degrada le sostanze inquinanti.
Un materiale che pulisce l’acqua dagli inquinanti e, contemporaneamente, produce idrogeno da utilizzare come combustibile. È l’invenzione di alcuni ricercatori di Ingegneria e Scienze chimiche del Politecnico Federale di Losanna (Epfl), raccontata dallo stesso ateneo e pubblicata dalla rivista Advanced Functional Materials.
Il composto rientra nella categoria dei Mof (Metal-organic frameworks) perché è costituito da metalli e da elementi organici. Caratterizzato da un’elevata porosità, l’innovativo materiale, che contiene fosfuro di nichel (disponibile in abbondanza ed economico), assorbe l’energia solare e, sfruttando un processo chiamato fotocatalisi, genera una reazione che separare le molecole d’acqua in atomi di ossigeno e idrogeno. Quest’ultimo, una volta isolato, può essere reimpiegato come come fonte di energia per le celle a combustibile, dalle auto (come la berlina a idrogeno Mirai di Toyota) fino ai veicoli spaziali e ai satelliti.
La seconda reazione invece degrada i contaminanti organici presenti nell’acqua, come idrocarburi, insetticidi e detersivi. “Questo sistema senza metalli nobili avvicina un po’ di più il campo della fotocatalisi ad applicazioni pratiche che usano l’energia solare e dimostra il grande potenziale dei MOF in questo ambito”, ha sottolineato Kyriakos Stylianou, uno dei ricercatori che hanno preso parte al progetto.
Per far calare del 50 per cento le emissioni del comparto auto servono sei milioni di punti di ricarica pubblici e oltre cinquemila pompe di idrogeno.
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